L’impresa appare a prima
vista “impressionante”. Per certo si tratta di una epidemia che dilaga sempre
con maggior veemenza, colpendo indiscriminatamente uomini, donne, di ogni età e
forse anche bambini. I sintomi di questa incredibile vicenda che colpisce
l’umanità … per ora ne abbiamo notizie solo dal genere umano, ma non è detta
l’ultima parola. Insomma questo male disorienta e distoglie l’umanità invitando tutti a percorrere le strade
più tortuose per cercare di evitarne le piaghe più dolorose. Ne ho sentito
parlare persino da un allenatore di una famosa squadra di miliardari ragazzi
che tirano calci ad un pallone! Ed ho trovato questa dichiarazione sorprendente
rispetto alle solite e secolari elucubrazioni filosofiche di questa categoria
di umani. Passi, mi sono detto, che sia stato un poeta, un artista, un
ragioniere, una giovane attrice ad esprimersi con tanta profondità.
Quest’ultima in quell’occasione dichiarava anche che guadagnava di più stando a
letto che fare piccole parti nelle fiction … Ma sentire denunciare questa
malattia anche da un politico di razza, (dicesi razza per dire grande
esperienza) mi ha sconvolto. Bene. Tutti questi esseri viventi, qualunque cosa
facciano, lo fanno … “per ritrovare se stessi!” Questa, la terribile, epidemica,
perdita! Oh, dove si sono persi? Tutti, ma dico proprio tutti, impegnati in
questa spasmodica ricerca di se stessi! Ne sono impressionato! Ognuno, piccolo
medio o grande … si è perso! Suggerire loro di guardarsi allo specchio e, se
del caso, darsi un buon giorno, presentandosi a se stessi .. del tipo “ Salve caro mio, sì, non t’impressionare, ma sarò io per il resto della mia vita!”
Mi domando: ma sarà vera,
questa notizia? Di questa perdita e di questa necessaria ricerca di se stessi. Oppure è la
solita bufala, messa in giro per vendere una sciarpa con su scritta una
qualunque fregnaccia, che però t’identifica in qualche modo e maniera? Come
quelli che girano con la marca delle mutande fuori dai pantaloni.
Ma! Allora, riusciranno i
nostri eroi in questa ciclopica impresa di riuscire a capire chi sono e,
magari, perché ci sono?!
Forse, dico forse,
basterebbe accettare con gioia ciò che sembriamo essere, almeno a noi stessi.
Che poi, se ad uno capitasse la disgrazia di vedersi realmente com’è, chi
potrebbe descrivere la sua tragedia!?
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