lunedì 18 aprile 2016

Capire la realtà

mi piacerebbe sapere come fa un normale cittadino che riceve una moltitudine indistinta di informazioni a distinguere una qualche traccia di verità che gli consenta di scegliere non tra un bene od un male ( essendo questo impossibile) ma tra un peggio ed un meno peggio.
Oltretutto deve abituarsi ad ascoltare enunciazioni in lingua italiana dove per strane cacofonie o per assodati modi di dire vengono usate parole che, vocabolario alla mano, hanno significati in molti casi, contraddicenti. Uno per tutti il termine 'umanitario' con cui si descrivono terremoti, naufragi e schifezze di ogni genere. Un naufragio di poveri esuli viene descritta come una 'catastrofe umanitaria.' Roba talmente idiota da inveire contro un qualsiasi dio protettore di vocabolari. Umanitario non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo, significa 'a favore dell'umanità'. 
Cosa che non credo sia un naufragio a meno che su quel gommone non si trovi la più alta percentuale di governanti di questa terra!
Anche e purtroppo in questo caso si tratterebbe di una 'catastrofe umana'.
Quando addetti alla comunicazione parlano potrebbe essere indispensabile avere a disposizione un traduttore istantaneo che espliciti il pensiero che realmente si nasconde dietro a certe parole o immagini. Esempio: uno spot televisivo di una auto sportiva... velocità, linea, consumo, un culetto femminile, strada velocemente percorsa... il messaggio intrinseco è: con un auto così di culetti ne puoi avere quanti ne vuoi. Pare possibile?! Anche nella comunicazione di un formaggino o di un olio la rappresentazione di una femminuccia, meglio se parzialmente ignuda, è indispensabile. Un male? Un bene? Né l'uno né l'altro! Solo messaggi mistificanti la realtà. Un ministro è una bella e giovane donna, avvocato, parla deliziosamente e sembra sempre sapere cosa sta dicendo. L'immagine trasmessa è lo scollo della camicetta. Perché il cameraman è un uomo? Se qualcuno è indotto a pensare che io sia refrattario ad un bel corpo femminile in mostra, sbaglia! La mia filosofia al riguardo si esplica con una sola espressione: avercene! Quante e più belle che si possano immaginare ma non in sostituzione di un consumo di carburante o del gusto di un formaggino!
Salire su un pulpito è parlare di valori civili, di leggi da rispettare con parole degne della miglior retorica, mentre in realtà il relatore sta cercando di ricordarsi dove ha nascosto l'ultimo miliardo rubato, in quale stato, in quale banca. Oppure la dolce signora televisiva che parla alle mamme di una felice educazione da impartire ai figli ricordando l'ultima marchetta che l'ha resa ricca e famosa.
Vediamo strette di mani tra onnipotenti presidenti e dittatori di ogni risma e noi, affondati nella nostra poltrona un pò stinta ci domandiamo come diavolo sia possibile che due esseri umani possano fingere, in nome della reciproca economia, al reciproco schifo. 'Pecunia non olet' dicevano gli intelligentissimi latini.
Ed io, seduto in poltrona più comodamente sul che sul davanzale di una finestra, aspetto kafkianamente il risolutivo messaggio dell'Imperatore, sapendo che il relativo messaggero non arriverà mai oppure, quando arriverà non mi troverà più.

Ma come fa un semplice cittadino a capire dove sia la verità?mi piacerebbe sapere come fa un normale cittadino che riceve una moltitudine indistinta di informazioni a distinguere una qualche traccia di verità che gli consenta di scegliere non tra un bene od un male ( essendo questo impossibile) ma tra un peggio ed un meno peggio.
Oltretutto deve abituarsi ad ascoltare enunciazioni in lingua italiana dove per strane cacofonie o per assodati modi di dire vengono usate parole che vocabolario alla mano hanno significati in molti casi, contraddicenti. Uno per tutti il termine 'umanitario' con cui si descrivono terremoti, naufragi e schifezze di ogni genere. Un naufragio di poveri esuli è una catastrofe umanitaria. Roba talmente idiota da inveire contro un qualsiasi dio protettore di vocabolari. Umanitario non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo, significa 'a favore dell'umanità'. Cosa che non credo sia un naufragio a meno che su quel gommone non si trovino la più alta percentuale di governanti di questa terra!
Anche e purtroppo in questo caso si tratterebbe di una catastrofe umana.
Quando addetti alla comunicazione parlano potrebbe essere indispensabile avere a disposizione un traduttore istantaneo che espliciti il pensiero che realmente si nasconde dietro a certe parole o immagini. Esempio: uno spot televisivo di una auto sportiva... velocità, linea, consumo, un culetto femminile, strada velocemente percorsa... il messaggio intrinseco è: con un auto così di culetti ne puoi avere quanti ne vuoi. Pare possibile?! Anche nella comunicazione di un formaggino o di un olio la rappresentazione di una femminuccia, meglio se parzialmente ignuda, è indispensabile. Un male? Un bene? Né l'uno né l'altro! Solo messaggi mistificanti la realtà. Un ministro è una bella e giovane donna, avvocato, parla deliziosamente e sembra sempre sapere cosa sta dicendo. L'immagine trasmessa è lo scollo della camicetta. Perché il cameraman è un uomo? Se qualcuno è indotto a pensare che io sia refrattario ad un bel corpo femminile in mostra, sbaglia! La mia filosofia al riguardo si esplica con una sola espressione: avercene! Quante e più belle che si possano immaginare ma non in sostituzione di un consumo di carburante o del gusto di un formaggino!
Salire su un pulpito è parlare di valori civili, di leggi da rispettare con parole degne della miglior retorica, mentre in realtà il relatore sta cercando di ricordarsi dove ha nascosto l'ultimo miliardo rubato, in quale stato, in quale banca. Oppure la dolce signora televisiva che parla alle mamme di una felice educazione da impartire ai figli ricordando l'ultima marchetta che l'ha resa ricca e famosa.
Vediamo strette di mani tra onnipotenti presidenti e dittatori di ogni risma e noi, affondati nella nostra poltrona un po' stinta ci domandiamo come diavolo sia possibile che due esseri umani possano fingere, in nome della reciproca economia, al reciproco schifo. 'Pecunia non olet' dicevano gli intelligentissimi latini.
Ed io, seduto in poltrona più comodamente che sul davanzale di una finestra, aspetto kafkianamente il risolutivo messaggio dell'Imperatore, sapendo che il  messaggero non arriverà mai oppure, quando arriverà, non mi troverà più.
Ma come fa un semplice cittadino a capire dove sia la verità?