mi
piacerebbe sapere come fa un normale cittadino che riceve una
moltitudine indistinta di informazioni a distinguere una qualche
traccia di verità che gli consenta di scegliere non tra un bene od
un male ( essendo questo impossibile) ma tra un peggio ed un meno
peggio.
Oltretutto
deve abituarsi ad ascoltare enunciazioni in lingua italiana dove per
strane cacofonie o per assodati modi di dire vengono usate parole che, vocabolario alla mano, hanno significati in molti casi,
contraddicenti. Uno per tutti il termine 'umanitario' con cui si
descrivono terremoti, naufragi e schifezze di ogni genere. Un
naufragio di poveri esuli viene descritta come una 'catastrofe umanitaria.' Roba talmente
idiota da inveire contro un qualsiasi dio protettore di vocabolari.
Umanitario non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo, significa 'a
favore dell'umanità'.
Cosa che non credo sia un naufragio a meno che
su quel gommone non si trovi la più alta percentuale di governanti
di questa terra!
Anche
e purtroppo in questo caso si tratterebbe di una 'catastrofe umana'.
Quando
addetti alla comunicazione parlano potrebbe essere indispensabile
avere a disposizione un traduttore istantaneo che espliciti il
pensiero che realmente si nasconde dietro a certe parole o immagini.
Esempio: uno spot televisivo di una auto sportiva... velocità,
linea, consumo, un culetto femminile, strada velocemente percorsa...
il messaggio intrinseco è: con un auto così di culetti ne puoi
avere quanti ne vuoi. Pare possibile?! Anche nella comunicazione di
un formaggino o di un olio la rappresentazione di una femminuccia,
meglio se parzialmente ignuda, è indispensabile. Un male? Un bene?
Né l'uno né l'altro! Solo messaggi mistificanti la realtà. Un
ministro è una bella e giovane donna, avvocato, parla deliziosamente
e sembra sempre sapere cosa sta dicendo. L'immagine trasmessa è lo
scollo della camicetta. Perché il cameraman è un uomo? Se qualcuno
è indotto a pensare che io sia refrattario ad un bel corpo femminile
in mostra, sbaglia! La mia filosofia al riguardo si esplica con una
sola espressione: avercene! Quante e più belle che si possano
immaginare ma non in sostituzione di un consumo di carburante o del
gusto di un formaggino!
Salire
su un pulpito è parlare di valori civili, di leggi da rispettare con
parole degne della miglior retorica, mentre in realtà il relatore
sta cercando di ricordarsi dove ha nascosto l'ultimo miliardo rubato,
in quale stato, in quale banca. Oppure la dolce signora televisiva
che parla alle mamme di una felice educazione da impartire ai figli
ricordando l'ultima marchetta che l'ha resa ricca e famosa.
Vediamo
strette di mani tra onnipotenti presidenti e dittatori di ogni risma
e noi, affondati nella nostra poltrona un pò stinta ci domandiamo
come diavolo sia possibile che due esseri umani possano fingere, in
nome della reciproca economia, al reciproco schifo. 'Pecunia non
olet' dicevano gli intelligentissimi latini.
Ed
io, seduto in poltrona più comodamente sul che sul davanzale di una
finestra, aspetto kafkianamente il risolutivo messaggio
dell'Imperatore, sapendo che il relativo messaggero non arriverà
mai oppure, quando arriverà non mi troverà più.
Ma
come fa un semplice cittadino a capire dove sia la verità?mi
piacerebbe sapere come fa un normale cittadino che riceve una
moltitudine indistinta di informazioni a distinguere una qualche
traccia di verità che gli consenta di scegliere non tra un bene od
un male ( essendo questo impossibile) ma tra un peggio ed un meno
peggio.
Oltretutto
deve abituarsi ad ascoltare enunciazioni in lingua italiana dove per
strane cacofonie o per assodati modi di dire vengono usate parole che
vocabolario alla mano hanno significati in molti casi,
contraddicenti. Uno per tutti il termine 'umanitario' con cui si
descrivono terremoti, naufragi e schifezze di ogni genere. Un
naufragio di poveri esuli è una catastrofe umanitaria. Roba talmente
idiota da inveire contro un qualsiasi dio protettore di vocabolari.
Umanitario non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo, significa 'a
favore dell'umanità'. Cosa che non credo sia un naufragio a meno che
su quel gommone non si trovino la più alta percentuale di governanti
di questa terra!
Anche
e purtroppo in questo caso si tratterebbe di una catastrofe umana.
Quando
addetti alla comunicazione parlano potrebbe essere indispensabile
avere a disposizione un traduttore istantaneo che espliciti il
pensiero che realmente si nasconde dietro a certe parole o immagini.
Esempio: uno spot televisivo di una auto sportiva... velocità,
linea, consumo, un culetto femminile, strada velocemente percorsa...
il messaggio intrinseco è: con un auto così di culetti ne puoi
avere quanti ne vuoi. Pare possibile?! Anche nella comunicazione di
un formaggino o di un olio la rappresentazione di una femminuccia,
meglio se parzialmente ignuda, è indispensabile. Un male? Un bene?
Né l'uno né l'altro! Solo messaggi mistificanti la realtà. Un
ministro è una bella e giovane donna, avvocato, parla deliziosamente
e sembra sempre sapere cosa sta dicendo. L'immagine trasmessa è lo
scollo della camicetta. Perché il cameraman è un uomo? Se qualcuno
è indotto a pensare che io sia refrattario ad un bel corpo femminile
in mostra, sbaglia! La mia filosofia al riguardo si esplica con una
sola espressione: avercene! Quante e più belle che si possano
immaginare ma non in sostituzione di un consumo di carburante o del
gusto di un formaggino!
Salire
su un pulpito è parlare di valori civili, di leggi da rispettare con
parole degne della miglior retorica, mentre in realtà il relatore
sta cercando di ricordarsi dove ha nascosto l'ultimo miliardo rubato,
in quale stato, in quale banca. Oppure la dolce signora televisiva
che parla alle mamme di una felice educazione da impartire ai figli
ricordando l'ultima marchetta che l'ha resa ricca e famosa.
Vediamo
strette di mani tra onnipotenti presidenti e dittatori di ogni risma
e noi, affondati nella nostra poltrona un po' stinta ci domandiamo
come diavolo sia possibile che due esseri umani possano fingere, in
nome della reciproca economia, al reciproco schifo. 'Pecunia non
olet' dicevano gli intelligentissimi latini.
Ed
io, seduto in poltrona più comodamente che sul davanzale di una
finestra, aspetto kafkianamente il risolutivo messaggio
dell'Imperatore, sapendo che il messaggero non arriverà
mai oppure, quando arriverà, non mi troverà più.
Ma
come fa un semplice cittadino a capire dove sia la verità?