mercoledì 15 giugno 2016

non si muore mai

Per chi, caso mai ne avesse voglia e volesse  dare una occhiata al mio nuovo libro dal titolo
 " Non si muore mai",  questo di seguito ne è

                                           L'antefatto


Racconta Yataka, libro medievale indiano, delle vite precedenti alla nascita di un uomo il cui nome era Siddhārtha Gautama in arte Buddha........Un tempo, quando a Benares regnava Brahmadatta, al futuro Buddha capitò, una volta, di rinascere nella regione del Himalaya come scimmia, forte come un elefante, pieno di vigore e di prestanza, stabilì la sua dimora nella foresta,
presso un’ansa del Gange. A quel tempo nel Gange viveva un coccodrillo...
Ora, se la sorte aveva riservato al Buddha la possibilità di ricordare o di far ricordare ad un qualsiasi cronista tutte le sue vite passate, per quale ragione io, che ho la capacità di ricordare e descrivere, finché son vivo, tutte o quasi tutte le mie vite passate, non dovrei farlo?!
Una volta, si narra, che il Buddha fosse rinato figlio di un re che aveva sedicimila mogli... A me non è mai capitato, né rinascere come figlio di tal re, né purtroppo rinascere come ilsuccitato re. Però, sedicimila mogli! Vorrebbe dire anchesedicimila suocere. Se ogni moglie avesse partorito un figlio...averne amata una, anzi quasi due, ogni ora per trecentosessantacinque giorni, almeno una volta l'anno...e bravo questo re! Forse meglio diluirle nel corso di una vita.
In ogni caso gli ci sarebbe voluta una reggia delle dimensioni di un paese di media grandezza per ospitare tutte queste signore, servitù compresa. Va bene che l’India è grande! Di certo molto più grande è la fantasia e l’intelligenza che questo straordinario paese è stato capace diesprimere nel corso dei millenni.
Ora, prima di cominciare a narrare delle mie vite passate, sempre che, oltre a me, la cosa possa interessare qualcuno, a riprova di come la speranza sia l’ultima a morire, ci si può domandare il perché sia necessario pensare una giustificazione al come mai si creda di dover rinascere.
Cominciando magari col chiedersi dove sia la sala d’aspetto nella quale un chiunque, ovviamente già vissuto, aspetti di rinascere.
Inoltre, io ritengo che qualcuno dovrà pur tenere un registro, una contabilità, un brogliaccio su cui annotarsi i passaggi di ogni singolo individuo e magari indicarne la futura destinazione. Possibilmente, seguendo alcune credenze registrarne i perché, le motivazioni, i premi o le condanne. Grande software e grandissimo hardware! Che non ci siano dei perché, vista la meravigliosa complessità della natura, mi sembrerebbe uno spreco d’intelligenza. Sempre che 'l'intelligenza' sia qualcosa di diverso da una nuvola passeggera! Ho l’impressione che nelle future vite ci siano degli improvvisi bagliori che riportano alla memoria ricordi o immagini di chissà quale vita passata, e questa è cosa assai diffusa.
“Oh, dove l’ho vista quella?” E poi: “ma qui ci sono già stato” Trattandosi magari di un posto lontano le mille miglia da dove, chi si pone la domanda, viva normalmente. “Il dove ho già visto quella” a me capita spesso o, forse più sinceramente, a causa dei miei continui innamoramenti, trovo in questa domanda una giustificazione ai miei improvvisi rossori! Come se ogni mio nuovo stato di beatitudine trovasse i suoi perché nell’assemblaggio di segni che per la loro bellezza si sono incisi nelle mie tante memorie. Esistono dunque tante memorie oppure ce n’è una sola, magari residente in quello strano “aggeggio” a cui molti di noi danno il nome di cervello. Lo stesso aggeggio che, se rivestito a festa, viene chiamato addirittura 'anima'?
Mi piacerebbe aver chiarito a me stesso questo concetto, prima di avventurarmi nella cronaca delle mie vite passate. Se stessi col mio io nella suddetta sala d’aspetto in attesa di una nuova destinazione, mi domanderei se io e la mia anima/cervello siamo la stessa cosa? Non voglio scomodare Gesù o il Buddha e magari Platone, e Bruno e poi Cartesio o Spinoza, più un qualche miliardo di uomini e donne che ne professano la fede o ne studiano il pensiero, anche perché secondo me, tutti quanti, hanno già creato abbastanza confusione. Ma ammessa e concessa, per puro divertimento, la rinascita, diversamente cosa starei raccontando, la mia signora anima o il signor cervello che fanno, cosa pensano, si nutrono di qualcosa... e se lo fanno, digeriscono anche... Cosa che tra l'altro è stato recentemente scoperto che lo stesso cervello produce spazzatura e la elimina attraverso una serie di canaletti che lo aiutano a tenersi sempre fresco e pulito. Che producesse spazzatura, era noto! In questo terremoto della scienza mi viene una soluzione di tipo poetico, sufficientemente irrazionale da sembrare vera. Invece del suono di un gong o dello squillo di un campanello che mi indirizzi alla nuova vita da vivere, qualcuno o qualcosa fa sbattere insieme due semplici sassi, ne scaturisce una scintilla e illuminando il buio della mia non vita, lei, la scintilla, si presenta porgendomi la mano e dicendomi “Salve! Sono la tua nuova anima, alias cervello; in altre
parole, vita” A questo punto, un mio solo progenitore, fornito di codino, parte a razzo e va a far centro nella mia progenitrice, uno solo su decine di migliaia. Il che mi fa sorgere un dubbio... un po' come se leggendo un solo qualsiasi libro si potesse vedere tutto il mondo. Non ho mai capito perché non vanno tutti insieme a fare il loro mestiere: unirsi ad un ovuletto e creare una vita! Se lo facessero insieme ci sarebbero più possibilità di avere tutta la cultura di tante memorie. Invece, uno solo da il via ad una moltiplicazione vorticosa, nella quale cresco e dalla quale, non senza fatica mia e di ma mére, esco lì da dove pochi mesi prima, mon pére, era entrato creando un grande giubilo. Il problema, come in un altro miliardo di cose, non è credere in una qualsiasi cosa. Forse il problema è capire la verità delle cose.
..................................................................................................
Noi siamo così abituati a credere, più che altro per pigrizia, che non sarà difficile trovare qualcuno che sia pronto a giurare sulla verità di qualsiasi cosa che venga ben enunciata e descritta. Magari come nel mio 'Non si muore mai'! Certo che, almeno per chi non mi crede, a me resta la speranza che di essere riuscito a fargli spuntare un sorriso. Neppure quello!? Beh, diversamente posso sempre sperare in una sua rinascita, ed in una sua nuova lettura del 'Non si muore mai'!