Un
bel paese
al
mio paese ci fu una bella ragazzina che fin dall'inizio della sua
adolescenza dichiarò, a più uomini possibili, il suo destino.
Inutile raccontare il durante. Verso la fine della vita si ritrovò
vedova ricchissima, ricevuta da quasi tutte le meglio famiglie, visto
che nei caffè alla moda, l'uomo più potente del luogo, beveva
champagne nelle sue scarpe dorate. Credo che quando la morte la colse
accadde in assoluta grazia di Dio. Nella sua lunga vita non aveva
tanto fatto del bene, quanto aveva fatto felici una notevole pletora
di uomini, traendone con intelligenza il meglio possibile! Molte sono
le fanciulle che consce del loro tesoro, come fosse autentico trono,
vi stanno regalmente sedute. Di un altra bellissima, sempre conscia
di se stessa, abituatasi ad esibirsi su piccoli schermi per grandi
masse, sosteneva che la sua audience si allargava proporzionalmente
all'allargarsi delle sue cosce. L'oggi, la vede elegante signora,
educata e ricomposta compagna di un qualsiasi potente. Questo per le
femminucce. I maschietti invece sono diversi! Potrebbero anche aver
ucciso uno e più di un uomo. Averlo fatto per coglioneria, per
cattiveria, per vendetta, per il semplice fatto che la propria vita e
soprattutto quella degli altri, per loro, non conta niente.
Come
sappiamo il tempo passa. Una ragazzina birbante potrebbe essere
chiamata a dirigere un pezzo di qualsiasi governo che sovraintenda
all'educazione delle fanciulle. Un birbaccione, dopo aver scontato la
pena, esser chiamato a organizzare luoghi di pena.
E
chi meglio di loro?
Dov'è
la morale o l'eticità di questo racconto? Non c'è! E' scappata
a gambe levate in un altra galassia.