giovedì 31 luglio 2014

Cose...turche!

Cose … turche!

Mi si potrebbe suggerire di pensare ai fatti miei, ed in linea di massima sono così attento ai consigli da essere tentato di assecondare gli amici, a tal punto, attenti al mio benessere. Però, miei cari, avvengono delle situazioni nella nostra realtà da sembrare così fuori dalla realtà stessa che non ci resta che mettersi a ridere a crepapelle. L’idea me la suggerisce una informazione confermata e, purtroppo, non smentita.  Come sapete si affaccia sul Mediterraneo un grande territorio che, composto da antichi reami la Tracia e l’Anatolia, forma un bellissimo Paese:  da un bel po’ di tempo, è chiamato Turchia. Vi vivono oltre 75 milioni di esseri umani, stabilizzati in una Repubblica democratica. Questa nazione ha un governo presieduto dal signor Recep Tayyp Erdogan. Vero è che questo signore, negli ultimi tempi, ha avuto, a sentir le cronache, comportamenti discutibili in chiave democratica. Capita. Come tutti i capi, questo signore ha un vice di cui ignoro il nome. Da alcune  affermazioni espresse da quest’ultimo se ne deduce che si tratta di persona religiosa e tradizionalmente osservante. Personalmente di fronte a certi personaggi, con tutto il rispetto per le loro credenze e per come le propagandano, io ho la cattiva abitudine di toccarmi i coglioni. Per scaramanzia! Me ne scuso, ma nessuno è perfetto! Indubbiamente questo vice capo di governo nutre un gran rispetto per i suoi simili, particolarmente per il mondo femminile. A tal punto che per evitare alle "femmine" turche di prendere freddo alla gola, ha dichiarato che è peccaminoso, per loro, allargare la bocca in una risata, se si trovano per strada.
Dopo questo invito alla salute ed alla moralità pubblica, questo signor vice capo del governo turco, non è stato chiuso in un manicomio, ma rimasto tranquillo nel suo alto ruolo istituzionale.
Penso che questa notizia non sia che un pesce di aprile pescato, a fine luglio!
Tra le grandi ed infinite stronzate che riducono il genere umano in una maleodorante poltiglia, guerre, terrorismi di stati e non, usure ufficiali e non, insomma... questa religiosa e morale pensata turca, mi suggerisce di proporre alle regioni marittime del Mediterraneo di riaprire le antiche torri di avvistamento in riva al mare, Munite di campanacci e guardiani affinché all’ arrivo di navigli turchi, al grido “ mamma li turchi”, fanciulle, signore e sdentate e piacevoli signore d’età, se ne stiano tappate in casa, caso mai venisse loro voglia di farsi una colossale risata.
Dopo aver espresso pubblicamente questa meraviglioso pensiero, il suddetto vice capo di governo, non è stato chiuso in una botte e buttato via, ma è rimasto tranquillamente nel suo alto incarico istituzionale.

Si vede che nel mondo, nonostante ciò che accade, come scrivevo, non manca il buon umore! 
A me, a volte, manca il coraggio di credere ad un futuro intelligente ed intelligibile dell’umanità.

lunedì 28 luglio 2014

Cristiani, Ebrei, Islamici

Cristiani, ebrei ed islamici, ed altri.

I tre grandi gruppi umani monoteisti. In ordine cronologico avrei dovuto scrivere: ebrei, cristiani ed islamici. Ai fini della loro fede in un unico Dio la cosa non cambia molto. Induisti, taoisti e buddisti fanno invece parte di un’altra categoria di credenti dove  filosofia e religione si intersecano formando una rete dai colori vivaci. A questi vanno aggiunti, sparsi qua e la nel globo, i cosiddetti animisti. Etiche, morali, ritualità espressive con qualche variazione stilistica e abbastanza somiglianti. Assoluta estraneità alla realtà della vita, nella sua logica naturale, quasi per tutti. Così come, per tutti, la speranza di una vita al di là della vita, con tutte le annessioni possibili ad una invocazione alla non felicità, su questa stessa vita nelle sua durata terrena. Fatta eccezione per il gruppo orientale, i nostri di origine mediterranea, hanno un libro sacro che impongono sia dettato dallo stesso loro Dio.
Gli induisti, pragmatici e dediti alla contemplazione della natura, si sono scritti un libro, forse cosiddetto sacro, dal titolo, tradotto “Accanto a me” –Upanisad. … più tanti altri, in cui filosofia e preghiera, convivono.Tutte queste forme di interpretazione della natura attraverso una lente che risale ad un unico creatore, nelle intenzioni, sono predicatrici di vita umana intinta nella pace nelle varie rappresentazioni dell’umanità.
Nella pratica, orami millenaria, ognuna di esse crede di essere apportatrici di una unica e sola verità. Questa ha spinto ogni gruppo umano ritenesse di essere possessore di una assoluta verità, ad essere interprete e portatore di una unica protezione divina e con questa,  ha sempre tentato d’imporla, volenti e nolenti, a tutti. E, quando questa accettazione non fosse fatta spontaneamente,  si è dovuto farla accettare a fil di spada, per il bene di ogni anima. E’ stato dimostrato, nella storia, come qualsivoglia portatore di spada che abbia  sciabolato un credente di un'altra fede, non credeva affatto in colui al quale si auto proclamava fedele, ma credeva solo nell’utile economico di tale conquista: ricchezza, territorio, schiavitù! In sostanza, ad eccezione di rarissimi personaggi degni di una specifica quanto bonaria  ed affettuosa indagine psicologica, risultano essere due i trampolini da cui si diparte gran parte dei fedeli: uno, la paura dell’al di là; due una perfetta forma di, più o meno cosciente, ipocrisia. Nessuna delle due di facile debellamento. Della prima solo l’approfondimento della conoscenza scientifica della nostra Terra e dell’insieme dell’Universo, può far aprire gli occhi sull’essenza della vita, qui ed altrove. Della seconda, solo una diversa valutazione economica del nostro vivere può mitigare la grande ipocrisia regnante. Abbandonare molti concetti che hanno animato la società umana, e tra questi lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e quindi una produzione di beni che tenda ad una equa distribuzione delle ricchezze che provengono  sia da un uso calibrato della natura, sia dalle genialità dell’uomo stesso, cioè dalle sua capacità di creare benessere che, per essere tale, debba tendere all’universalità equanime di utilizzo. Il tutto dovrà avvenire non attraverso una rivoluzione più o meno cruenta. George Orwell ne ha già indicato, molti anni fa i limiti, parafrasando le tante rivoluzioni umane che non hanno portato, se non in minissima parte, un qualche beneficio. Non è pensabile che possa accadere per l’intervento di una delle grandi interpretazioni di un qualche Dio: se così fosse, ci sarebbe da chiedersi dove era andato a finire, questo Dio, mentre i suoi ed i loro nemici, in questi ultimi millenni, si sbranavano allegramente.
Mi appare una unica soluzione, purtroppo, lentissima: una comune presa di coscienza di ogni essere umano, che li conduca oltre il regno della ipocrisia e li avvii sulla strada, iniziata dalla ricerca scientifica, che porta ad una valutazione salutare della realtà in cui la natura vive.
Quanto tempo ci vorrà?! Un po’ meno di una eternità, spero! Anche qui si corre il rischio che i tempi si riducano per difetto improvviso di esseri umani, cancellati, i più, da una bella e devastante terza guerra mondiale.
In un futuro cosciente le tante fedi religiose che, pur aiutando l’umanità a perdere una parte della propria ferinità, non sono riuscite a rendere felicemente abitabile questo pianeta, che fine faranno? Immaginandomi di essere vivo allora ne leggerò le gesta in un libro, molto educativo, di mitologia. Un sogno?

A questo proposito: quod autem somnia pondus habent? An habent et somnia pondus … ( Ovidio. Le Metamorfosi. Trad. V.Sermonti. ed. Rizzoli)

martedì 22 luglio 2014

Per una nuova politica

Mi pare di ricordare di aver visto una immagine de “La domenica del Corriere” o della “Tribuna Illustrata” che celebravano la nascita del nuovo secolo, il 1900! Sulle figure di dolci fanciulle, per l’epoca, discinte, troneggiava la parola “progresso”. Non c’è dubbio che il secolo scorso sia stato un secolo in cui abbia dominato sovrano il concetto di “progresso”, con straordinari benefici per gran parte dell’umanità, sia sotto il punto di vista sociale che medico sanitario. E non solo! Basta pensare ai mezzi di trasporto, ai progressi della scienza in genere, alla comunicazione … ce ne sono da elencare ancora decine e decine. Una canzone recitava “Il progresso ci ha fatto grandi…”. Ancora oggi, tutto ci parla di progresso, magari con l’aggiunta di un aggettivo, si definisce il progresso come un qualcosa di sostenibile. Sostenibile nel senso che non debba favorire solo  una parte dell’umanità a sfavore ovviamente di un’altra parte, e non debba continuare a mutilare la terra su cui viviamo e vivremo. Non solo ma deve avere un indirizzo socialmente accettabile, direi meglio, laicamente accettabile. Certamente, c’è stato un progresso pagato in termini di vite umane in modo catastrofico perché le cause abiette di guerre e rivoluzioni hanno scatenato e continuano anche oggi a scatenare indicibili carneficine.
Il progresso nell’uso di nuovi mezzi di distruzione fa rischiare la vita all’intera umanità.
Le organizzazioni religiose, pur avendo, nel loro nocciolo, il concetto di  pace tra gli uomini, o non riescono a cogliere e denunciare il centro del problema, o per questioni di interesse non ne parlano, o proprio perché partecipano e fomentano situazioni belliche. Ancora oggi nel clima di una prevalente globalizzazione si promuove il concetto di “progresso” come asse portante di governi che, più o meno democratici, o di industrie, sono impegnati a produrre sia sul loro territorio che a far produrre in altri luoghi, solo allo scopo di un maggior lucro possibile.
Produrre progresso.
Il che vuol dire offrire prodotti ad acquirenti, senza quasi mai intervenire su una verifica dei potenziali di acquisto. Anzi, molto spesso far gravare sugli stessi, oneri spaventosi utilizzandoli per il mantenimento dei propri singoli privilegi,  oppure, in moltissimi casi per impadronirsi di beni naturali e non di altri popoli.
Il risultato di questa corsa, che definirei dissennata, è sotto gli occhi di tutti! Intere popolazioni del pianeta ridotte alla fame, senza acqua, senza una casa e soprattutto senza un futuro! Nel mezzo, miliardi di persone che arrancano al limite della povertà ed in molti casi sono sfruttati nelle produzioni agricole, minerarie ed industriali. Una buona parte riesce a vivere una discreta vita che definirei “borghese”, con buone possibilità di crescita, aperta quest’ultima a tutti coloro che riescono con il proprio ingegno ad arricchire i pochi o ad arricchire loro stessi. Su questa categoria di umani, come una sorta di grande nuvola, vigilano finanzieri più importanti che attraverso le loro strutture lecitamente internazionalizzate, come banche ed altri organismi, hanno il potere di condizionare, guidare e rendere accettabili dogmi mascherati da principi etico-morali di difficile logicità, comprensione e contestazione. Ai margini di questa umanità convivono pochi uomini che con l’aiuto di brillanti intelligenze detengono il vero potere del mondo, nominando o facendo nominare capi di stato, governo, opposizioni a quegli stessi governi, inventando sceneggiature, indirizzando filosofie, scelte economiche e sociali.
Se da un lato chi è colpito da un infarto in un’area civilizzata ha buone possibilità di sopravvivere, e questo è un ottimo risultato, altrettanto ottimo come risultato non lo è per chi muore di sete perché la fonte su cui lui stesso è seduto va a dissetare popoli lontani migliaia di kilometri!
Il nuovo secolo, il 2100, nelle future ed elettroniche immagini di nude (questa volta!) fanciulle, potrebbe portare in luogo della parola “ progresso”  la parola “equità”.
Equità. 
Una nuova politica potrebbe invadere il mondo. Non una utopia. Ma la madre di tutte le utopie! Di tutte quelle speranze di poter vivere in un mondo in cui valga la pena di esserci venuti! Produrre certo,  non per invadere mercati di tutto il mondo ma per soddisfare esigenze primarie di tutte le popolazioni. Produrre per il benessere dell’umanità abolendo quelle strutture o come diceva un vecchio ottocentesco e barbuto, quelle sovrastrutture che gravando sulle spalle di tutti offrono benefici a pochissimi. Raggiungere tutto ciò attraverso una presa di coscienza gradualmente invasiva di ogni essere umano su cui non pesino esclusivamente i bambini morti sotto un idiota bombardamento, ma tutti quegli esseri umani che vivono in quella estrema povertà intellettuale che non li rende capaci di capire l’uguaglianza di ogni essere umano.
I tempi sono maturi. La velocità, la quantità delle informazioni sono elementi determinanti per una maggior coscienza e scienza di se stessi e del mondo in cui viviamo. Di certo i tempi, come è accaduto nel corso della storia possono essere costretti a maturare da inusitate carneficine atomiche, si che i pochi sopravvissuti abbiano la possibilità di cominciare da capo. L’unica speranza che ciò non accada riposa nel fatto che una cosa del genere non crea interessi per nessuno. Anche se i pazzi non mancano, proprio come la storia dimostra.

domenica 20 luglio 2014

Il nord del sud del nord

Il nord del sud del nord

La notizia è questa: gli Stati Uniti d’America si impegnano a restituire agli Indiani i territori da cui sono stati espulsi! Non so se sia vera o ben inventata, comunque sarebbe bello vedere i Sioux, i Cheyenne, gli Irochesi o altre etnie indiane ritornare  nelle terre dei loro avi. A questa notizia viene pubblicato un commento che dice come gli ultimi esuli al mondo sono gli indiani d’America ed i meridionale d’Italia. Sarcasmo? Umorismo? Verità? Non ne so la causale corretta ma purtroppo credo che questo commento corrisponda da un sentire diffuso. Non tanto tra popoli di medesima origine territoriale quanto anche ed in maggior misura tra neri e bianchi, biondi e gialli, neri e marroni. Quando poi gente della  pelle di ugual colore nasce un po’ più a nord o un po’ più a sud c’è chi sottolinea profonde differenze. Circa quattrocento anni fa, un sudista, per chi sta a nord di Nola o un nordista, per chi sta a sud di Nola, intuiva che il nostro universo avesse una forma sferica, finita ma senza confini, il cui centro era ovunque. Quasi a dimostrazione che quando uno è intelligente, ovunque sia nato, è nato al centro dell’universo! Siamo nella seconda metà del duemilaquattordici, in Europa, anzi meglio in un territorio chiamato Italia, culla sia del Nolano, tal Giordano Bruno come del Pisano, tal Galileo Galilei e di qualcun altro!  Ciononostante c’è ancora qualcuno, liberissimo di pensarlo, che crede esista realmente un nord od un sud di qualcosa, e che questa non sia una convenzione, ma una realtà decifrabile attraverso somatismi particolari. Non si può impedire e non si deve impedire a nessuno di pensare quello che pensa, tranne impedirgli di utilizzare il suo pensiero per isolarsi scioccamente dalla realtà. E soprattutto bisogna con calma impedirgli di utilizzare questo suo isolamento ai danni di altri esseri umani.

Un'altra cosa contro cui si deve educatamente combattere è l’ignoranza, mamma accertata di superstizioni e di violenza. Educazione che può venire solo attraverso una scuola laica ben acculturata nel senso che la definizione di un essere umano è esclusivamente quella di essere un umano. Quanto tempo ci vorrà perché sempre più esseri umani si convincano dell’inesistenza di un nord, di un sud, o di un est e di un ovest? Ancora un bel po’ di tempo! Perché non è la speranza l’ultima a dover morire, ma la stupida ignoranza che, ancor oggi che siamo a metà del duemilaquattordici in Europa, in un territorio chiamato Italia, regna sovrana!

venerdì 18 luglio 2014

E poi si chiamano Potenze!

 Potenze

Le chiamano così!  Ci sono degli Stati, della Nazioni, dei Territori e dei Governi, su questa terra, che vengono definite così: potenze. Su altri pianeti non è dato, per ora, sapere. Ci sono potenze militari, industriali, manifatturiere, economiche, più aggettivazioni s’inventano e più ci si possono mettere. Mancano, riflettendoci, potenze religiose, stati teocratici assoluti. Forse alcuni territori in cui i cittadini si dedicano ad un loro particolare dio si possono autodefinire teocratici; ma il loro essere è di tipo meteorologico, variabile. Quando poi alcune potenze si uniscono in federazioni, assumono graduatorie da gare sportive. L’Europa, per esempio, è una delle prime, se non la prima potenza mondiale. Abile soprattutto nel masturbarsi. Al di là di questo giudizio volgare, la cosa di per se dovrebbe incutere timore o al massimo incutere rispetto da parte di altri agglomerati di Stati. Forse la potenza dell’Europa è paragonabile a quella di uno strano energumeno che fortissimo nel braccio destro ed altrettanto forte nel sinistro, poderoso nel tirare calci e pericoloso nel picchiare grosse testate, tuttavia incapace di fare agire tutte le sue forze in maniera coordinata. Ergo, la sua potenza, si rivela al momento opportuno ridicola e impotente. Altre potenze fortissime nel coordinarsi e quindi nell’imporsi sono altrettanto bravissime a trovare auliche giustificazioni morali ed etiche solo a condizione che la parte economica del loro insieme ne tragga enormi guadagni. Per la verità, questo non sempre gli riesce, volendo abbracciare ai loro fini, anche parte della Luna e di Marte, non bastandogli le loro spiagge che si affacciano su un paio di oceani. Per di più questo non gli riesce bene soprattutto quando eleggono comandante supremo un personaggio afflitto da moralismo e non sufficientemente spregiudicato. Altre potenze  sono tali solo per due ragioni fondamentali. La prima è che dovunque facciano un buco nelle loro terre, ne schizzano fuori ricchezze a non finire, anche di tipo demografico. La seconda è che queste ricchezze  solo in minimissima parte proiettano le loro ombre sulle singole popolazioni, ma vanno a rimpinguare gli arsenali dei singoli poteri. Tutte queste hanno un gioco preferito: ci sono parti del mondo molto ricche, abitate da gente che per centinaia di anni è stata aggiogata a questa od a quella e che costrette dall’evolversi dei tempi vengono fatte  giocare  al gioco della democrazia. Quindi ne armano qualche singolo governo perché s’impadronisca di Stati vicini, scatenando infinite guerre tra poveri abitanti su terre ricchissime, in un gioco al massacro che le varie potenze guidano per corrispondenza. Come dicevo prima, le chiamano: Potenze.
Quando poi s’imputridiscono vecchie ferite nei loro corpi, allora le varie Europe, Use, Russie e Cine si svegliano d’improvviso facendo, tra di loro, la voce grossa.
Se poi, in questo vociare, un imbecille qualsiasi spara un razzo ed abbatte un aereo di linea uccidendo un bel coktail di persone native delle varie Potenze, tutte insieme elevano lamenti al cielo accusandosi reciprocamente di aver premuto il grilletto! A questo gomitolo di Potenze si complica la vita quando alcune di loro, all’insaputa ufficiale l’una dell’altra, scatenano delle autentiche guerriglie guerresche in cui muoiono dei bambini! Pietà per chiunque è vittima di cotanti idiozie. Nessuna, dico, nessuna pietà per l’alzata delle bandiere dell’ ipocrisie, quando a morire sono donne, vecchi e bambini. Questi sono morti ovunque: da Coventry a Dresda, da san Pietroburgo a Hiroshima e Nagasaki. Prima li uccidono e poi chiedono perdono!
Non vedo via d’uscita dalle tragedie scatenate da queste Potenze. A meno che, stanchi dei tanti fuochi d’artificio che scoppiano su questa Terra i nostri vicini alieni non c’invadano in massa. Ristabilendo ordine e giustizia.

E se fossero anche loro una Potenza!!!

mercoledì 16 luglio 2014

Onoranze funebri

Nell’arco di pochi mesi mi è capitato di assistere per due volte ad onoranze funebri. La mia presenza era dovuta alla grande amicizia sia con chi veniva onorato sia con i membri delle due famiglie in lutto. Due diverse Chiese, due “curiosi” sacerdoti di fede cattolica, cosa che io non sono da moltissimi anni! Cattolico, dicevo, quanto a curiosità ne ho da vendere. Tuttavia credo di essere e di stare molto attento alle cose religiose che vengono dette:                      alle preghiere, ai canti, a tutto quello che concerne il pensiero di chi celebra funzioni funebri, e non. Questo mio interesse, non solo per una determinata ritualità, si espande a tutte le forme di religione. In se, considero la religione come un capitolo importante della storia del pensiero umano e della sua evoluzione. Mi chiedevo proprio stamani se i famigliari più stretti della persona defunta accettassero e condividessero i ragionamenti che sentivo fare, oppure, chiusi nel loro dolore, non dessero a quelle parole il minimo ascolto. Spero per loro che quest’ultima ipotesi corrisponda al vero. Forse era meglio quando certe preghiere venivano recitate in latino ed il più delle volte erano così biascicate da   risultare incomprensibili.
“ Dio, ricorda….” Dio, ricorda?! Come si può pensare che, se il loro Dio è quello che loro dicono che sia, Lui possa accettare che qualcuno gli ricordi qualcosa?! Magari lo immaginano che stia battendo una mano sulla fronte, mentre sussurra un grazie, perché se ne stava dimenticando. Oppure, parlando di Maria la definisce “ beata e sempre vergine”. Come “sempre”?! Tralascio ogni altro commento per non cadere nelle più semplici banalità. Pronuncia, questo sacerdote, il nome della defunta, dicendo che in quel momento arrivava alle porte del paradiso accompagnata dagli angeli del signore… Ovvai! La decisione del viaggio e della destinazione è stata presa in parrocchia… Ma, no! Sono parole semplici, pronunciate per gente semplice. Mi domando perché complicarsi la vita inventandosi schiere di angeli, porte d’oro paradisiache con annessi e connessi. Tra l’altro in venticinque minuti e più di predica, m’è parso che dopo aver parlato di resurrezione di corpi, anche qui con annessi e connessi, sia stata pronunciata una sola volta la parola “anima”. Troppo concettuale. Il perché della benedizione finale con triplice scampanellio ed il getto del fumo dell’incenso su tutti i lati del sarcofago, mi ha gettato nello sconforto! Della defunta, del dolore di una agonia durata un anno e mezzo, dell’ansia terribile dei figli, dei nipoti, del terrore nella visione del progressivo infame decadimento fisico e del dolore della malattia, della loro mamma, non una parola. Molte invece sulla presa di coscienza del fatto che vivendo siamo destinati a morire … e che per questo viviamo, per avere una vita eterna e piena di felicità. Praticamente uno spreco pazzesco! Valeva la pena farci felici subito, senza la tortura della nascita, della vita e della morte.
Già, con la morte si raggiunge la felicità eterna!  Sul termine “felicità” avrei in questo caso delle obiezioni da proporre in termini di quantità ed intensità. Dulcis in fundo ( io, lo dico in latino!) racconta una sorta di metafora, contestabile anche nelle virgole e sui puntini delle i, dicendo che quanto sta per dire è dovuto al fatto che … “se è vero che la curiosità è femmina, purtroppo anche lui che è prete ogni tanto vi cede” E racconta la storielle di due gemelli nell pancia della mamma che si chiedono se la mamma esiste o no, con ragionamenti che solo una volta fossero nati e cresciuti sarebbero stati possibili. Sul loro babbo nessun pensiero o dubbio!! Un raccontino stupido e sotto certi aspetti offensivo.
Per la raccolta delle elemosine ne indica la destinazione alla Caritas …immancabile!
Se non fosse che la morte di due persone care ti riempie di così tanta tristezza  sarebbe stato il caso, in tutti e due questi episodi, di fare con questi  preti colossali litigate!! Dovrebbero essere controllati nel loro pensare e dire da una autorità superiore per non trasformare costose funzioni in assurde e banali chiacchiere. Questo se i loro superiori fossero in grado di…!
Provvederò, per quanto mi riguarda, a lasciare particolareggiate disposizioni, caso mai mi toccasse, dopo morto, risentire certi “curiosi” discorsi.

Trovo che sia particolarmente amaro per chi resta sentire parole senza alcun senso rispetto alla fine di una vita.

lunedì 7 luglio 2014

Inchini

In un paese del sud, in Italia, durante una processione religiosa nella quale è tradizione  portare per le strade una statua della Madonna, è accaduto un fatto scandaloso! Talmente scandaloso che tutta la stampa, quella vista, quella udita e quella letta, ne parla e ne straparla. E’ successo che passando davanti ad una casa in cui abita un condannato per mafia  & simili, i portatori della statua si sono fermati. La cronaca dice che  hanno fatto fare alla Madonna un inchino di fronte al l’abitazione del condannato. Anzi descrivono che la “Madonna ha fatto un inchino di fronte al …”. Personalmente non sono religioso ed il mio, eventuale e non richiesto, giudizio è assolutamente ininfluente. La sorpresa dell’accaduto diventa macroscopica riflettendo che Papa Francesco, pochi giorni fa, aveva espresso la massima condanna religiosa di fronte a chi … si stava macchiando o si era macchiato di fatti delinquenziali annoverabili come reati di mafia. Tra l’altro, sollevando la protesta di chi, in carcere per quei motivi, forse, si stava pentendo, magari, tappezzando le pareti della sua cella con santini e madonne protettrici.
Il gesto di fermarsi con una statua di gesso raffigurante la Madonna di fronte alla casa di un condannato, mi sembra un gesto a più volti. Avrebbe potuto anche esprimere una volontà di quella statua, o dei suoi portatori, perché Lei dedicasse una preghiera per il condannato; (una preghiera non la si dovrebbe negare a nessuno, dicono) oppure un invito diretto al condannato di pregare la statua Madonna per ottenerne il perdono. Inoltre, poteva essere un invito alla Madonna di prender nota di un certo indirizzo per evitarle in futuro di passare di lì. Può essere stato diverse cose meno che un inchino. Come fa una statua ad inchinarsi?! Fuori di qualsiasi orizzonte l’idea che da parte mia ci sia una certa condiscendenza, in qualsiasi senso s’interpreti l’accaduto. Forse sono un tantino preoccupato dal fatto che la statua della Madonna non abbia reagito. Poteva benissimo girare le spalle a quel portone e far capire la sua indignazione. Poteva scendere dal baldacchino con cui veniva trasportata e tornare nella Chiesa da dove era stata fatta uscire. Mi domando: perché non l’ha fatto? Diciamo che data la fretta non aveva ben capito il senso di quella fermata. E questa è una prima ipotesi. Ne farei una seconda, personalissima: quella che portavano in giro in processione era solo un pezzo di gesso che raffigurava la Madonna. Non era la Madonna! La quale Signora, penso, visti i terribili danni che gli uomini stanno combinando a se stessi, e probabilmente tentando in tutti i modi di riparare a questo stupidamente  orrido sfacelo dell’umanità, era in tutt’altro impegnata.
Tant’è che da parte Sua non c’è stata nessuna protesta ne tantomeno prese di posizione. M’è solo parso di sentire o di capire attraverso un Suo sussurro che gradirebbe, sinceramente, essere lasciata in pace!

mercoledì 2 luglio 2014

califfo

Khalifata
Parola araba che sta per “sostituto, guida”.  Da cui l’odierno, si fa per dire, califfo. Naturalmente sostituto del grande profeta Maometto. Ho perso il contatto con questo nome da quando non leggo più Salgari! Qualcosa come mezzo secolo! Adesso un signore che si chiama Abu Bark al-Baghdadi ha dichiarato di essere “Un Califfo” e guida le truppe che stanno liberando l’Iraq dal dominio straniero. A questo signore si dichiara consanguinea l’organizzazione che va sotto il nome di Al Qaeda nel Magreb.  Se non vado errato c’è, in questa operazione di liberazione, l’appoggio dell’Arabia Saudita. Abu Bark ha dichiarato guerra al mondo lanciando il programma di una feroce islamizzazione di tutto l’oriente, Roma compresa. Non si è dimenticato degli Stati Uniti dicendo che il famoso 11 settembre fu un gioco da ragazzi. Mentre in molti casi la stampa in genere si diverte a dar voce a tutte le cretinerie possibili, inglesi o italiane, di spalle o di fronte, in questo caso mi auguro che la gente, o meglio, i singoli governi prestino orecchio attentamente perché non c’è cosa più dannosa del fanatismo più becero. Non vorrei che trattando il “Mare nostrum” con tanta e lodevole carità umana, andassimo incontro a qualche seria spiacevolezza e qualcuno, più di quanti già lo fanno, ci rimettesse la pelle! Vero è che con l’aiuto dei droni, se opportunamente guidati da terra, si può colpire la merendina di un bambino con molta precisione. Forse varrebbe indirizzare i famosi droni facendoli precedere da energici “vaffanculo” su quei governi che, coscienti o meno, permettono alle loro fabbriche di armi di rifornire il fanatismo internazionale. Le prediche stanno a zero. Se sono gli USA o la Russia, o la Cina o chiunque si diverta a contare i soldi che vengono da questo traffico, sarà bene che qualcuno, vale a dire un buon numero di miliardi di terrestri smetta di colpo di bere coca cola, mangiare caviale, bere vodka e importare tecnologia intrisa di lavoro schiavizzato e dica basta! Questa nota non la leggerà nessuno che possa condividerla fattivamente. Non certamente un Alfano o un Renzi e tanto meno un Corriere della Sera … allora, perché la scrivo?! Non lo so! So solo che questi cosiddetti ribelli vanno assolutamente disarmati. Se poi vogliono conquistare Roma o New York, si armino della loro Mezzaluna e del Corano e vadano predicando il loro Verbo. Nessuno si opporrà. Anzi, qualcuno darà loro retta. Magari, a me, solo a me, verrà da sorridere!!!