martedì 18 settembre 2018

Carissimi e miei nipoti


        siete ancora talmente giovani, ancora e quasi come il qui presente vostro nonno, che potreste essere ancora in grado di accettare un suggerimento o, forse, un consiglio. Ci sta che travolti dall’affanno di crescere, dall’ansia del sapere e dalla necessità del conoscere vi ritroviate inconsciamente travolti da refoli di vento se non addirittura da furiose tempeste. Non vi spaventate! Non vi spaventate troppo! Ma un pochino spaventatevi soprattutto se vi sentite presi per il collo e trascinati dove non vorreste andare: ad esempio essere trascinati verso verità assolute di tutti i tipi… solo perché, sappiatelo, di verità e per di più assolute non ne esistono in questa galassia. Ho scritto ‘presi per il collo’ per rispetto alla vostra tenera età… è bene lo sappiate subito: ci sono altre parti del corpo dove potreste essere più vulnerabili. Tenetele al sicuro! Sentirete dire che sono state scritte grandi cose, pensati enormi pensieri, inventate storie fantastiche. Non solo le sentirete dire ma le leggerete, le vedrete con i vostri occhi e giurerete di essere in grado di …metterci la mano sul fuoco. Il quale come si sa brucia più di una delusione! Per non deludervi o bruciarvi le dita bisogna andare più a fondo possibile nelle cose. Qui ci vuole un esempio. Un tale che fu chiamato erroneamente Cartesio, in realtà si chiamava Renè Descartes, pare avesse detto, tra le tante, questa frase memorabile, (in latino perché questa lingua fu per secoli l’inglese di oggi…e che io sia perdonato per questo paragone blasfemo) dunque, dicono avesse detto: “Cogito ergo sum”. Siete abbastanza grandi da capirne il senso! Solo che non disse solo queste parole ma ne espresse prima un'altra fondamentale! E fu “Dubito” aggiungendo un “ergo cogito ergo sum”.
Ecco in una sola parola, il mio fresco e giovanile consiglio! Anteponete sempre a qualsiasi vostro pensiero prima che si trasformi in una catena di pensieri o in una azione, questo concetto espresso in una solo parola: ‘dubito’. Attenzione, però! Dubito non vuole dire ‘non credere’. Sarebbe troppo facile! ‘Dubito’ esprime la necessità categorica che vi deve obbligare ad approfondire ciò che credete di aver capito… quando questo ‘aver capito’ vi nasca da vostre letture o da informazioni percepite. Credo che questo sia il solo modo per costruire voi stessi, da soli! Ed a questo proposito, mi raccomando, usate questo consiglio anche, e soprattutto, verso la costruzione di voi stessi! Qualcuno potrebbe suggerire che questo ‘modus vivendi’ vi creerà insicurezza e ansia. No! La continua riflessione su voi stessi sarà la vostra forza! Soprattutto se la alimenterete con l’unico cibo che la nostra società vi mette a disposizione: la lettura!
La vostra età vi offre di conoscere meravigliose storie del passato. Dai grandi ed antichi testi filosofici, spesso trasformati da balordi pseudo interpreti in religioni dandovi per certe risposte alle eterne domande dell’uomo spesso divertentemente balorde, quando non imposte con le armi, fino a gustose intelligenti e grandi storie che, nel raccontare vicende umane vogliono, in realtà, dire tutt’altro! Vi cito tra tante migliaia quella del Cervantes con il suo Don Chisciotte, ed anche, pur appartenendo ad un mondo apparentemente diverso dal nostro, il ‘ Viaggio in occidente’ di Wù Cheng en; uno spagnolo ed un cinese vissuti quattrocento anni fa!
Potrei anche andare un po’ più indietro nel tempo con l’antico Omero, con i suoi eroi e i suoi dei nella guerra di Troia, parlandovi della bellezza della sua poesia che sembrava avesse a che fare con la realtà dei fatti narrati. Tant’è che quella storia avvenuta poco più di tremila anni fa, viene più realisticamente raccontata da un tale Ditti di Creta. Nonostante che già allora si parlasse del ‘paradosso del mentitore’, infatti attribuito a tal Epimenide si diceva che ‘Tutti i cretesi sono bugiardi’. Scoperti ai tempi di Nerone in una tomba in quel di Creta, rotoli di corteccia di tiglio su cui, il Ditti di Creta, aveva scritto in greco ma con caratteri fenici, la storia della guerra di Troia, così come lui l’aveva vissuta, da soldato al comando del re Idomeneo! Ne leggerete delle belle! Tanto per cominciare il famoso e poco serio Paride non si chiamava Paride ma Alessandro…. Achille non era invulnerabile, non morì colpito da una freccia nel tallone ma ucciso a tradimento con un colpo di spada in un tempio dedicato ad Apollo, dove Troiani e Greci, di tanto in tanto, andavano insieme a pregare!
Cari ragazzi! Leggete, leggete…e soprattutto leggete di tutto! Solo così alimenterete la vostra ricerca! A cosa vi porterà tutto questo? Ve lo faccio dire da un grande poeta romano… (che in quest’epoca di gente cogliona val la pena di specificare che era un immigrato dalla Spagna a Roma!) Il suo nome latinizzato era, Marco Valerio Marziale, visse nel 1° secolo d.C. e scrisse che:” Non vivere est, sed valere vita est. La vita non è vivere, ma star bene è vita.” E per star bene si deve, sempre, cercar di capire la vita.
Auguri a tutti noi che siamo ragazzi!

*testo pubblicato su JollyRoger Magazine. 

martedì 2 agosto 2016

I cinesi vengono da un altra galassia!


Leggendo e rileggendo gli antichi testi della filosofia cinese mi venne in mente di immaginare che chi avesse pensato e poi praticato e quindi riassunto in un unico testo le riflessioni sulla saggezza e la conoscenza degli antichi cinesi, come nel Tao Té ching - più meno redatto nel 400 a.C. avrebbe dovuto essere testimone di una straordinaria immensa tragedia. Ad esempio l'approdo sulla terra provenendo da chissà dove. Vi sono scritti dei pensieri talmente profondi e rivoluzionari che nonostante le traduzioni e le interpretazioni colpiscono per la loro incredibile verità. Tutto questo messo in rapporto a ciò che è accaduto nel mondo nei secoli successivi. Le interpretazioni sagge che accompagnano ad esempio questo testo, nella ed. Utet, 'Testi Taostici' sono indirizzate sempre in chiave filosofico, religioso e mistico. Nel primo libro del Chuang tzu, primo capitolo si legge:
"...esseri sovrannaturali hanno carne liscia come ghiaccio e pelle come la neve, sono gentili e riservati come vergini. Non mangiano i cinque cereali, ma aspirano il vento e bevono la rugiada. Montando le nubi e i vapori e guidando i draghi volanti vagano al di là dei quattro mari. Concentrando i loro poteri sovrannaturali fanno si che le creature sfuggano a malanni e pestilenze e che le messi maturino ogni anno."

Mito, fantasia, ricordo....

Nel maggio del 1949 C.G.Jung presenta una sua versione del più "misterioso" ( e del più sballottato) dei testi taoisti cinesi 'Il libro dei mutamenti- I King'. A questa presentazione segue quella, datata 1923, del sinologo e traduttore Richard Wilhem.
Al di là di ogni interpretazione, la lettura di una lettera del gesuita Matteo Ricci (1552-1610) che raccontava la scoperta di questo libro e ne descriveva i 64 esagrammi, fece venire in mente a Gottfried Leibniz,( 1647-1716) l'esistenza del calcolo binario. Io ho sempre pensato che i 64 esagrammi de I King fossero stati pensati come linguaggio adatto ad un particolare computer, da noi ancora da inventare. Linguaggio utilizzabile per scoprire il "de rerum natura". Il perché delle cose.

James Watson, lo scopritore del DNA, scrive (pag.26 de ' Il DNA e il segreto della vita' (La biblioteca di Repubblica):
"Un paio di mesi dopo Crick insieme a Sidney Brenner realizzò un elegante esperimento genetico che dimostrava come i gruppi base che codificano per un amminoacido ( Gli amminoacidi sono le unità costitutive delle proteine) hanno tre elementi: non qualche volta due e qualche volta tre, ma sempre gruppi di tre. Se i tipi base sono quattro e un gruppo ne ospita tre, esistono 4x4x4= 64 combinazioni diverse."
Forse aveva ragione Frytioff Capra ad indagare nella più antica saggezza cinese!

I nostri computer funzionano grazie a Leibniz.
64 bit possono codificare 18.446.744.073.709.551.616 informazioni. 


64 esagrammi. 64 combinazioni, 64 byte: per questo, secondo me i cinesi vengono da un'altra galassia!I cinesi vengono da un altra galassia!

Leggendo e rileggendo gli antichi testi della filosofia cinese mi venne in mente di immaginare che chi avesse pensato e poi praticato e quindi riassunto in un unico testo le riflessioni sulla saggezza e la conoscenza degli antichi cinesi, come nel Tao Té ching - più meno redatto nel 400 a.C. avrebbe dovuto essere testimone di una straordinaria immensa tragedia. Ad esempio l'approdo sulla terra provenendo da chissà dove. Vi sono scritti dei pensieri talmente profondi e rivoluzionari che nonostante le traduzioni e le interpretazioni colpiscono per la loro incredibile verità. Tutto questo messo in rapporto a ciò che è accaduto nel mondo nei secoli successivi. Le interpretazioni sagge che accompagnano ad esempio questo testo, nella ed. Utet, 'Testi Taostici' sono indirizzate sempre in chiave filosofico, religioso e mistico. Nel primo libro del Chuang tzu, primo capitolo si legge:
"...esseri sovrannaturali hanno carne liscia come ghiaccio e pelle come la neve, sono gentili e riservati come vergini. Non mangiano i cinque cereali, ma aspirano il vento e bevono la rugiada. Montando le nubi e i vapori e guidando i draghi volanti vagano al di là dei quattro mari. Concentrando i loro poteri sovrannaturali fanno si che le creature sfuggano a malanni e pestilenze e che le messi maturino ogni anno."

Mito, fantasia, ricordo....

Nel maggio del 1949 C.G.Jung presenta una sua versione del più "misterioso" ( e del più sballottato) dei testi taoisti cinesi 'Il libro dei mutamenti- I King'. A questa presentazione segue quella, datata 1923, del sinologo e traduttore Richard Wilhem.
Al di là di ogni interpretazione, la lettura di una lettera del gesuita Matteo Ricci (1552-1610) che raccontava la scoperta di questo libro e ne descriveva i 64 esagrammi, fece venire in mente a Gottfried Leibniz,( 1647-1716) l'esistenza del calcolo binario. Io ho sempre pensato che i 64 esagrammi de I King fossero stati pensati come linguaggio adatto ad un particolare computer, da noi ancora da inventare. Linguaggio utilizzabile per scoprire il "de rerum natura". Il perché delle cose.

James Watson, lo scopritore del DNA, scrive (pag.26 de ' Il DNA e il segreto della vita' (La biblioteca di Repubblica):
"Un paio di mesi dopo Crick insieme a Sidney Brenner realizzò un elegante esperimento genetico che dimostrava come i gruppi base che codificano per un amminoacido ( Gli amminoacidi sono le unità costitutive delle proteine) hanno tre elementi: non qualche volta due e qualche volta tre, ma sempre gruppi di tre. Se i tipi base sono quattro e un gruppo ne ospita tre, esistono 4x4x4= 64 combinazioni diverse."
Forse aveva ragione Frytioff Capra ad indagare nella più antica saggezza cinese!

I nostri computer funzionano grazie a Leibniz.
64 bit possono codificare 18.446.744.073.709.551.616 informazioni. 

64 esagrammi. 64 combinazioni, 64 byte: per questo, secondo me i cinesi vengono da un'altra galassia!

sabato 9 luglio 2016

Non è propaganda all'ateismo!




No, non lo é ! E non lo vuol essere. La mia è solo una considerazione circa un modo di porsi che molte persone, dal loro punto di vista giustamente, hanno di fronte a quella che a loro sembra essere realtà. Sembra essere? Direi di si. La realtà non è l'oggi. La realtà è l'ieri, l'ieri altro ...il passato prossimo e quello remoto! La realtà è quella che mi apparirà un domani con la mia umana visione del passare dei miei giorni. Stabilito questo punto, mi domando il perché si deve sostenere che chi come me, e forse siamo in diversi, non ha fede in nessun tipo di religione, debba dichiararsi rispettoso della religiosità altrui. Ed anche si trovi in dovere di farlo chi crede in una propria fede. Il non provare rispetto non significa opposizione; lo diventa quando si tenta di opprimere con ogni esecrabile mezzo la mia visione della vita. Guardiamo al passato, e non solo, di ogni filosofia religiosa e scopriamo incredibili barbarie e strazianti carneficine. Tutte le religioni si trascinano dietro storie mostruose. L'umanità che si auto definisce religiosa si è fatta condurre in spaventose carneficine da farabutti che sono riusciti ad ammaliarla imponendo 'insensate' visioni della vita che stavano vivendo. Tutte, nessuna esclusa queste affiliazioni strabilianti, hanno accumulato tesori spaventosi utilizzati non al benessere degli umani e degli altri viventi, ma solo ad affermare con tutti i mezzi possibili la loro singola potenza. L'unico vantaggio e non da poco è stato che alcuni geni ispirati da tali affermazioni di potere hanno creato capolavori d'arte di tutti i tipi, su cui tutte le religioni ci si sono sedute sopra quasi fossero dimostrazioni delle loro verità! Ripeto, l'accumulo di questi tesori non sono stati usati, né lo sono tutt'ora, per debellare la fame e la sete dal mondo, per istruire ed acculturare i popoli, anzi! Mi dispiace in fondo dover esplicitare questo mio pensiero, ma vedere usare una pezzuola per coprire i capelli di una donna, che niente ha a che fare, con un particolare mondo religioso, in nome di un ipotetico 'rispetto', fare qualsiasi altro gesto che vada sotto il termine del 'rispetto', trovo che sia offensivo nei confronti di tutta quella umanità che, secondo me è stata violentata e ingannata e di quell'inganno ha sofferto senza essere aiutata a capire la bellezza della vita.

mercoledì 15 giugno 2016

non si muore mai

Per chi, caso mai ne avesse voglia e volesse  dare una occhiata al mio nuovo libro dal titolo
 " Non si muore mai",  questo di seguito ne è

                                           L'antefatto


Racconta Yataka, libro medievale indiano, delle vite precedenti alla nascita di un uomo il cui nome era Siddhārtha Gautama in arte Buddha........Un tempo, quando a Benares regnava Brahmadatta, al futuro Buddha capitò, una volta, di rinascere nella regione del Himalaya come scimmia, forte come un elefante, pieno di vigore e di prestanza, stabilì la sua dimora nella foresta,
presso un’ansa del Gange. A quel tempo nel Gange viveva un coccodrillo...
Ora, se la sorte aveva riservato al Buddha la possibilità di ricordare o di far ricordare ad un qualsiasi cronista tutte le sue vite passate, per quale ragione io, che ho la capacità di ricordare e descrivere, finché son vivo, tutte o quasi tutte le mie vite passate, non dovrei farlo?!
Una volta, si narra, che il Buddha fosse rinato figlio di un re che aveva sedicimila mogli... A me non è mai capitato, né rinascere come figlio di tal re, né purtroppo rinascere come ilsuccitato re. Però, sedicimila mogli! Vorrebbe dire anchesedicimila suocere. Se ogni moglie avesse partorito un figlio...averne amata una, anzi quasi due, ogni ora per trecentosessantacinque giorni, almeno una volta l'anno...e bravo questo re! Forse meglio diluirle nel corso di una vita.
In ogni caso gli ci sarebbe voluta una reggia delle dimensioni di un paese di media grandezza per ospitare tutte queste signore, servitù compresa. Va bene che l’India è grande! Di certo molto più grande è la fantasia e l’intelligenza che questo straordinario paese è stato capace diesprimere nel corso dei millenni.
Ora, prima di cominciare a narrare delle mie vite passate, sempre che, oltre a me, la cosa possa interessare qualcuno, a riprova di come la speranza sia l’ultima a morire, ci si può domandare il perché sia necessario pensare una giustificazione al come mai si creda di dover rinascere.
Cominciando magari col chiedersi dove sia la sala d’aspetto nella quale un chiunque, ovviamente già vissuto, aspetti di rinascere.
Inoltre, io ritengo che qualcuno dovrà pur tenere un registro, una contabilità, un brogliaccio su cui annotarsi i passaggi di ogni singolo individuo e magari indicarne la futura destinazione. Possibilmente, seguendo alcune credenze registrarne i perché, le motivazioni, i premi o le condanne. Grande software e grandissimo hardware! Che non ci siano dei perché, vista la meravigliosa complessità della natura, mi sembrerebbe uno spreco d’intelligenza. Sempre che 'l'intelligenza' sia qualcosa di diverso da una nuvola passeggera! Ho l’impressione che nelle future vite ci siano degli improvvisi bagliori che riportano alla memoria ricordi o immagini di chissà quale vita passata, e questa è cosa assai diffusa.
“Oh, dove l’ho vista quella?” E poi: “ma qui ci sono già stato” Trattandosi magari di un posto lontano le mille miglia da dove, chi si pone la domanda, viva normalmente. “Il dove ho già visto quella” a me capita spesso o, forse più sinceramente, a causa dei miei continui innamoramenti, trovo in questa domanda una giustificazione ai miei improvvisi rossori! Come se ogni mio nuovo stato di beatitudine trovasse i suoi perché nell’assemblaggio di segni che per la loro bellezza si sono incisi nelle mie tante memorie. Esistono dunque tante memorie oppure ce n’è una sola, magari residente in quello strano “aggeggio” a cui molti di noi danno il nome di cervello. Lo stesso aggeggio che, se rivestito a festa, viene chiamato addirittura 'anima'?
Mi piacerebbe aver chiarito a me stesso questo concetto, prima di avventurarmi nella cronaca delle mie vite passate. Se stessi col mio io nella suddetta sala d’aspetto in attesa di una nuova destinazione, mi domanderei se io e la mia anima/cervello siamo la stessa cosa? Non voglio scomodare Gesù o il Buddha e magari Platone, e Bruno e poi Cartesio o Spinoza, più un qualche miliardo di uomini e donne che ne professano la fede o ne studiano il pensiero, anche perché secondo me, tutti quanti, hanno già creato abbastanza confusione. Ma ammessa e concessa, per puro divertimento, la rinascita, diversamente cosa starei raccontando, la mia signora anima o il signor cervello che fanno, cosa pensano, si nutrono di qualcosa... e se lo fanno, digeriscono anche... Cosa che tra l'altro è stato recentemente scoperto che lo stesso cervello produce spazzatura e la elimina attraverso una serie di canaletti che lo aiutano a tenersi sempre fresco e pulito. Che producesse spazzatura, era noto! In questo terremoto della scienza mi viene una soluzione di tipo poetico, sufficientemente irrazionale da sembrare vera. Invece del suono di un gong o dello squillo di un campanello che mi indirizzi alla nuova vita da vivere, qualcuno o qualcosa fa sbattere insieme due semplici sassi, ne scaturisce una scintilla e illuminando il buio della mia non vita, lei, la scintilla, si presenta porgendomi la mano e dicendomi “Salve! Sono la tua nuova anima, alias cervello; in altre
parole, vita” A questo punto, un mio solo progenitore, fornito di codino, parte a razzo e va a far centro nella mia progenitrice, uno solo su decine di migliaia. Il che mi fa sorgere un dubbio... un po' come se leggendo un solo qualsiasi libro si potesse vedere tutto il mondo. Non ho mai capito perché non vanno tutti insieme a fare il loro mestiere: unirsi ad un ovuletto e creare una vita! Se lo facessero insieme ci sarebbero più possibilità di avere tutta la cultura di tante memorie. Invece, uno solo da il via ad una moltiplicazione vorticosa, nella quale cresco e dalla quale, non senza fatica mia e di ma mére, esco lì da dove pochi mesi prima, mon pére, era entrato creando un grande giubilo. Il problema, come in un altro miliardo di cose, non è credere in una qualsiasi cosa. Forse il problema è capire la verità delle cose.
..................................................................................................
Noi siamo così abituati a credere, più che altro per pigrizia, che non sarà difficile trovare qualcuno che sia pronto a giurare sulla verità di qualsiasi cosa che venga ben enunciata e descritta. Magari come nel mio 'Non si muore mai'! Certo che, almeno per chi non mi crede, a me resta la speranza che di essere riuscito a fargli spuntare un sorriso. Neppure quello!? Beh, diversamente posso sempre sperare in una sua rinascita, ed in una sua nuova lettura del 'Non si muore mai'!


venerdì 13 maggio 2016

Dei diritti civili e dell'amore.



I commenti scatenati dalla legge sui diritti civili mi hanno fatto ritornare ad una mia visione delle cose. In sintesi trovo che quando si parla di fedeltà obbligatoria in un rapporto legalizzato d' amore mi vengono i brividi sulla schiena! Un rapporto d'amore non legalizzato è forse libero da doveri di fedeltà?! Se si sa, con profonda convinzione, cosa si dice quando si parla di 'amore' l'unione a questa parola con 'l'obbligo alla fedeltà' mi appare come una terribile mostruosità.
Ovviamente quando parlano di fedeltà si riferiscono alla sessualità. Amore, amare e sessualità sono, per loro, un tutt'uno imprescindibili. Essi pensano che solo l'atto sessuale sia il fulcro, il centro, la sostanza dell'amarsi. Aggiungono poi che questo debba avvenire esclusivamente tra sessi diversi. Tant'è che nella recente legge che garantisce pari diritti alle unioni omosessuali, il dovere alla fedeltà è escluso. Ma veramente non si può amare una persona e da questa essere riamati solo se tra i due c'è un rapporto sessuale? Se le tante religioni che hanno costretto gli esseri umani alle più incredibili credenze inculcando l'odio/paura per il sesso, con la proibizione a rapporti di sesso ...grande arma di dominio sugli umani, pari a quella della paura sulla morte...fosse stata indirizzata all'odio ed alla conseguente idiota imposizione sul consumo del cibo...noi tutti saremo più magri e ci sarebbe vietato 'consumare il cibo' con altre persone a cui non si fosse legalmente uniti. Invece di punire e perseguire la pornografia si punirebbe l'arte culinaria e Play Boy sarebbe una vietatissima rivista di ricette di cucina! Il suddetto odio avrebbe potuto riversarsi sull'uso delle mutande o delle scarpe. Queste assurdità per sottolineare che l'amore ed il sesso sono cose complementari ed assai diverse tra loro: se due persone si amano e sanno cosa significa profondamente coltivare il loro amore, sono l'una per l'altro - cambiamo liberamente le vocali finali- sono talmente integrate che l'essersi fedeli non ha nessun senso. Non c'è niente, tanto meno una legge, che li obblighi ad esserlo. La cosa non li sfiora nemmeno.
If..( per gli anglofoni) Se uno dei due si trova nella condizione mentale e fisica di credere necessario un rapporto sessuale con altro/a partner, questo può benissimo dipendere da una 'crepa' del suo rapporto 'fisso'. Insoddisfazione, curiosità, voglia di trasgressione, attrazione verso il diverso/a, occasione, volontà di prevalere...quando sorgono queste ed altre motivazioni non c'è dubbio che 'l'amore' vacilla. Vacilla e s'incrina anche perché nel nostro dna è stato inculcato il concetto del pentimento/perdono in primis verso se stessi e poi verso gli altri, cosa che facilita ogni divagazione.
Se invece l'amarsi profondamente fosse fin dall'inizio della nostra vita capito e coltivato, con tanta cura verso noi stessi si potrebbe capire che per dire di 'amare' una altra persona non è indispensabile avere con questa rapporti sessuali. Questo eviterebbe anche usare palliativi del tipo 'ti voglio bene' ed altri che non hanno la stessa profondità della parola amore.

Si da una enorme importanza al rapporto sessuale legandolo necessariamente alla procreazione e non come è diventato nel corso dei millenni, per l'umanità', legato ad un 'bisogno' fisico la cui realizzazione è portatrice di ottima salute e benessere. Come un regolare bisogno di cibo, di movimento fisico surrogato nel tempo da culture che tendano a elogiare la bellezza, esaltare la gioventù, cercare il piacere. Mancare alla conformità della fedeltà sessuale tradisce l'amore e l'amare? Secondo Jean Paul Sarte e Simone De Beauvoir ...si erano giurati fedeltà in amore, e libertà sessuale! Erano certamente due esseri intelligenti, educati e di grande cultura, praticamente senza catene. Così l'unico obbligo, l'unica catena non dipende da una qualsiasi legge ma dalla forza dei sentimenti e se questi sono compresi, partecipati ed indistruttibili, debbono liberare dallo stabilire con chi si deve andare a tavola, che tipo di mutande indossare, con chi avere un rapporto sessuale.

lunedì 18 aprile 2016

Capire la realtà

mi piacerebbe sapere come fa un normale cittadino che riceve una moltitudine indistinta di informazioni a distinguere una qualche traccia di verità che gli consenta di scegliere non tra un bene od un male ( essendo questo impossibile) ma tra un peggio ed un meno peggio.
Oltretutto deve abituarsi ad ascoltare enunciazioni in lingua italiana dove per strane cacofonie o per assodati modi di dire vengono usate parole che, vocabolario alla mano, hanno significati in molti casi, contraddicenti. Uno per tutti il termine 'umanitario' con cui si descrivono terremoti, naufragi e schifezze di ogni genere. Un naufragio di poveri esuli viene descritta come una 'catastrofe umanitaria.' Roba talmente idiota da inveire contro un qualsiasi dio protettore di vocabolari. Umanitario non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo, significa 'a favore dell'umanità'. 
Cosa che non credo sia un naufragio a meno che su quel gommone non si trovi la più alta percentuale di governanti di questa terra!
Anche e purtroppo in questo caso si tratterebbe di una 'catastrofe umana'.
Quando addetti alla comunicazione parlano potrebbe essere indispensabile avere a disposizione un traduttore istantaneo che espliciti il pensiero che realmente si nasconde dietro a certe parole o immagini. Esempio: uno spot televisivo di una auto sportiva... velocità, linea, consumo, un culetto femminile, strada velocemente percorsa... il messaggio intrinseco è: con un auto così di culetti ne puoi avere quanti ne vuoi. Pare possibile?! Anche nella comunicazione di un formaggino o di un olio la rappresentazione di una femminuccia, meglio se parzialmente ignuda, è indispensabile. Un male? Un bene? Né l'uno né l'altro! Solo messaggi mistificanti la realtà. Un ministro è una bella e giovane donna, avvocato, parla deliziosamente e sembra sempre sapere cosa sta dicendo. L'immagine trasmessa è lo scollo della camicetta. Perché il cameraman è un uomo? Se qualcuno è indotto a pensare che io sia refrattario ad un bel corpo femminile in mostra, sbaglia! La mia filosofia al riguardo si esplica con una sola espressione: avercene! Quante e più belle che si possano immaginare ma non in sostituzione di un consumo di carburante o del gusto di un formaggino!
Salire su un pulpito è parlare di valori civili, di leggi da rispettare con parole degne della miglior retorica, mentre in realtà il relatore sta cercando di ricordarsi dove ha nascosto l'ultimo miliardo rubato, in quale stato, in quale banca. Oppure la dolce signora televisiva che parla alle mamme di una felice educazione da impartire ai figli ricordando l'ultima marchetta che l'ha resa ricca e famosa.
Vediamo strette di mani tra onnipotenti presidenti e dittatori di ogni risma e noi, affondati nella nostra poltrona un pò stinta ci domandiamo come diavolo sia possibile che due esseri umani possano fingere, in nome della reciproca economia, al reciproco schifo. 'Pecunia non olet' dicevano gli intelligentissimi latini.
Ed io, seduto in poltrona più comodamente sul che sul davanzale di una finestra, aspetto kafkianamente il risolutivo messaggio dell'Imperatore, sapendo che il relativo messaggero non arriverà mai oppure, quando arriverà non mi troverà più.

Ma come fa un semplice cittadino a capire dove sia la verità?mi piacerebbe sapere come fa un normale cittadino che riceve una moltitudine indistinta di informazioni a distinguere una qualche traccia di verità che gli consenta di scegliere non tra un bene od un male ( essendo questo impossibile) ma tra un peggio ed un meno peggio.
Oltretutto deve abituarsi ad ascoltare enunciazioni in lingua italiana dove per strane cacofonie o per assodati modi di dire vengono usate parole che vocabolario alla mano hanno significati in molti casi, contraddicenti. Uno per tutti il termine 'umanitario' con cui si descrivono terremoti, naufragi e schifezze di ogni genere. Un naufragio di poveri esuli è una catastrofe umanitaria. Roba talmente idiota da inveire contro un qualsiasi dio protettore di vocabolari. Umanitario non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo, significa 'a favore dell'umanità'. Cosa che non credo sia un naufragio a meno che su quel gommone non si trovino la più alta percentuale di governanti di questa terra!
Anche e purtroppo in questo caso si tratterebbe di una catastrofe umana.
Quando addetti alla comunicazione parlano potrebbe essere indispensabile avere a disposizione un traduttore istantaneo che espliciti il pensiero che realmente si nasconde dietro a certe parole o immagini. Esempio: uno spot televisivo di una auto sportiva... velocità, linea, consumo, un culetto femminile, strada velocemente percorsa... il messaggio intrinseco è: con un auto così di culetti ne puoi avere quanti ne vuoi. Pare possibile?! Anche nella comunicazione di un formaggino o di un olio la rappresentazione di una femminuccia, meglio se parzialmente ignuda, è indispensabile. Un male? Un bene? Né l'uno né l'altro! Solo messaggi mistificanti la realtà. Un ministro è una bella e giovane donna, avvocato, parla deliziosamente e sembra sempre sapere cosa sta dicendo. L'immagine trasmessa è lo scollo della camicetta. Perché il cameraman è un uomo? Se qualcuno è indotto a pensare che io sia refrattario ad un bel corpo femminile in mostra, sbaglia! La mia filosofia al riguardo si esplica con una sola espressione: avercene! Quante e più belle che si possano immaginare ma non in sostituzione di un consumo di carburante o del gusto di un formaggino!
Salire su un pulpito è parlare di valori civili, di leggi da rispettare con parole degne della miglior retorica, mentre in realtà il relatore sta cercando di ricordarsi dove ha nascosto l'ultimo miliardo rubato, in quale stato, in quale banca. Oppure la dolce signora televisiva che parla alle mamme di una felice educazione da impartire ai figli ricordando l'ultima marchetta che l'ha resa ricca e famosa.
Vediamo strette di mani tra onnipotenti presidenti e dittatori di ogni risma e noi, affondati nella nostra poltrona un po' stinta ci domandiamo come diavolo sia possibile che due esseri umani possano fingere, in nome della reciproca economia, al reciproco schifo. 'Pecunia non olet' dicevano gli intelligentissimi latini.
Ed io, seduto in poltrona più comodamente che sul davanzale di una finestra, aspetto kafkianamente il risolutivo messaggio dell'Imperatore, sapendo che il  messaggero non arriverà mai oppure, quando arriverà, non mi troverà più.
Ma come fa un semplice cittadino a capire dove sia la verità?

domenica 27 marzo 2016

Nei giorni in cui bande di criminali modernamente organizzate spargono dolore inutile - sempre che il soffrire sia utile a qualcuno- mi sovviene, direbbe il poeta, quanto avviene in buona parte del mondo in cui altrettante bande di criminali ben assestate il grattacieli di cristallo, seminano morti fame e terrore per appropriarsi di ricchezze altrui. Non impegnandosi direttamente ma operando per 'corrispondenza'. Chi rifornisce di armi questi corrispondenti, queste bande di umani sbandati umanamente, con cosa le comprano, con che soldi corrompono intere etnie altresì chiamate 'repubbliche'?
La chiamano anche 'columbite'. Sembra un nome pacifico che evoca un volatile portatore di rametti di ulivo. Non è così. Unita ad un altro minerale battezzato 'tantalite' costituisce una indispensabile polvere utilizzata per costruire acciai inossidabili, superconduttori elettromagnetici e poi nell'industria elettronica per telefoni cellulari e computer. Il cosiddetto 'coltan'.A queste bande di criminali che operano la maggior parte tra il Congo ed il Rwanda, quasi a dare un nome alla loro azione viene anche offerto il paravento di una tra le più diffuse religioni del mondo. Lo stesso paravento viene adottato da un numero notevole di altre bande criminali. Il dolore nasce anche dal rendersi conto che esistono uomini e donne giovani talmente ignoranti che si fanno strumentalizzare al punto tale da trasformarsi in assassini di massa e, per fortuna, suicidarsi. Oltre al petrolio e ad altri oggetti di 'culto' per questi abitatori di grattacieli di cristallo, da pochi anni si è aggiunto il preziosissimo 'coltan'. Molto innocentemente io che uso un cellulare sono complice sia dei ricchissimi burattinai che degli impugnatori di esplosivi che sono definiti 'terroristi'. E' mai possibile che in questo andare e venire nell'universo, tra Marte e Saturno, in questo uscire dal nostro sistema solare non si riesca a trovare qualcosa che rapidamente sostituisca questi 'terribili oggetti di culto'? Che significa augurare "Buona Pasqua"?