Tempo fa parlavo con un direttore generale di una
emergente ed importante azienda, questa era la sua qualifica, in procinto di partire per la
Cina alla conquista di quel mercato. Dopo qualche battuta mi resi conto che
sarebbe stato bene lo avessi informato che la Cina, o la Gina, come pronunciava
lui il nome di questo grande Paese, era leggermente più in là di Scandicci.
Dentro di me nasceva un grande stupore nel constatare come questa azienda
spedisse questo pover’uomo così lontano, quasi senza informarlo sul mondo che
andava ad incontrare, ne che lui si fosse dato la pena di saperne un po’ di
più. Cosa certamente non facile e tra l’altro
anche io non è che ne sapessi molto di più di lui, rispetto a quello che
penso si debba sapere. Leggo ieri sulla Domenica de IlSole24ore un bell’articolo
su un signore cinese di vasta cultura mondiale e di tanti denari, che tornato
in Cina ha aperto, con il consenso del governo comunista, una Accademia per lo
studio del confucianesimo, del taoismo e del buddhismo. Mi sarebbe piaciuto
poter consigliare al quel sopracitato signore, in procinto di partire per la Gina, di iniziare a
conoscere la mentalità di quel popolo prima d’imbarcarsi per una avventura che
poi finì, come prevedibile, nel nulla.
I cinesi di Cina sono talmente impregnati nel loro
dna della loro cultura profondissima attraverso la quale sono riusciti, come si
dice, a cinesizzare qualunque ideologia, costume o interpretazione di civiltà
che abbia varcato la loro frontiera. I seguaci di Mao Tse Tung ci hanno messo
un po’ di anni per capire la necessità di dover tornare sui propri passi!
Leggevo, anni fa, la relazione di Francesco Saverio e del gesuita Intorcetta
che scrivono alla fine del 1600 la loro meraviglia nell’aver trovato un popolo
governato da un sistema teocratico, pur ignorando nella storia della loro civiltà. la figura del Dio unico!
Tant’è che Matteo Ricci, oltre un secolo prima, non riuscendo a tradurre in
cinese né il concetto né la parola Dio, l’adatta al termine Tao, che ha ben altro
significato. Per chi ha avuto la fortuna di leggere “Primavera ed autunno” di
Mo e Confucio (detto all’italiana) si rende conto di come il senso
dell’autorità, non dell’autoritarismo, dello Stato, sia gran parte della
cosiddetta “ religione cinese”. Andando poi al Tao Te Ching, al Chuang Tsu ed al
famoso ed altrettanto non capito e parafrasato, Libro dei Mutamenti, ci si può
rendere conto di dove e come la filosofia cinese, che personalmente definirei
di tipo sociale, abbia avuto una straordinaria influenza nel mondo antico greco
e “palestinese” fino ad influenzare, secondo una mia paradossale pensata,
l’illuminismo francese! Oggi sguazziamo in internet ed a velocità assurde ci
spostiamo con il pensiero e le immagini, nel nostro mondo e se ci fosse
qualcuno ad ascoltarci anche nel nostro universo. Due o tre mila anni fa le
idee viaggiavano a dorso di cammello, riportate da carovane di mercanti e di
profughi, lentissimamente, ma viaggiavano! E quando arrivavano su terreni
fertili ma impoveriti da filosofie stranianti la vera natura dell’umanità,
fiorivano con straordinaria ricchezza! Per quanto la riflessione sulla natura
dell’uomo facesse fiorire ricchissimi germogli anche in occidente, da Parmenide
a Lucrezio. Può darsi che il concetto della “compassione” e quello “dell’amare
il nemico” siano piovuti come una manna dal cielo, provenienti da nuvole che
abbiano scaricato la loro pioggia prima in oriente e centinaia di anni dopo
sulle rive del mediterraneo. Oppure abbiano viaggiato dal Tao Te Ching al
Buddhismo, percepite da tal Aristocle e tradotte da Matteo che parlava da una
montagna!
Non riuscirò mai ad andare in Cina! Certo se ci
andassi, andrei alla ricerca di Lao Tse o di altri illuminatissimi pensatori del
passato, tenendo aperto sul tavolo sia la descrizione della Lunga Marcia di
Edgar Snow, e quella dello stesso Mao, dando una occhiata al Libro dei
Mutamenti ed anche al fantastico Viaggio in Occidente di Wu Ch’eng-en,
pubblicato nel 1590, un ironico meraviglioso viaggio di un dotto taoista alla
ricerca del Buddha!
Altro che mandare un “ direttore generale” in
Gina!!! Però, buon per lui, almeno qualcuno ce l’ha mandato!