martedì 14 ottobre 2014

Della Cina e della Gina



Tempo fa parlavo con un direttore generale di una emergente ed importante azienda, questa era la sua qualifica, in procinto di partire per la Cina alla conquista di quel mercato. Dopo qualche battuta mi resi conto che sarebbe stato bene lo avessi informato che la Cina, o la Gina, come pronunciava lui il nome di questo grande Paese, era leggermente più in là di Scandicci. Dentro di me nasceva un grande stupore nel constatare come questa azienda spedisse questo pover’uomo così lontano, quasi senza informarlo sul mondo che andava ad incontrare, ne che lui si fosse dato la pena di saperne un po’ di più. Cosa certamente non facile e tra l’altro  anche io non è che ne sapessi molto di più di lui, rispetto a quello che penso si debba sapere. Leggo ieri sulla Domenica de IlSole24ore un bell’articolo su un signore cinese di vasta cultura mondiale e di tanti denari, che tornato in Cina ha aperto, con il consenso del governo comunista, una Accademia per lo studio del confucianesimo, del taoismo e del buddhismo. Mi sarebbe piaciuto poter consigliare al quel sopracitato signore, in procinto di partire per la Gina,  di iniziare a conoscere la mentalità di quel popolo prima d’imbarcarsi per una avventura che poi finì, come prevedibile, nel nulla.
I cinesi di Cina sono talmente impregnati nel loro dna della loro cultura profondissima attraverso la quale sono riusciti, come si dice, a cinesizzare qualunque ideologia, costume o interpretazione di civiltà che abbia varcato la loro frontiera. I seguaci di Mao Tse Tung ci hanno messo un po’ di anni per capire la necessità di dover tornare sui propri passi! Leggevo, anni fa, la relazione di Francesco Saverio e del gesuita Intorcetta che scrivono alla fine del 1600 la loro meraviglia nell’aver trovato un popolo governato da un sistema teocratico, pur ignorando nella storia della loro civiltà. la figura del Dio unico! Tant’è che Matteo Ricci, oltre un secolo prima, non riuscendo a tradurre in cinese né il concetto né la parola Dio,  l’adatta al termine Tao, che ha ben altro significato. Per chi ha avuto la fortuna di leggere “Primavera ed autunno” di Mo e Confucio (detto all’italiana) si rende conto di come il senso dell’autorità, non dell’autoritarismo, dello Stato, sia gran parte della cosiddetta “ religione cinese”. Andando poi al Tao Te Ching, al Chuang Tsu ed al famoso ed altrettanto non capito e parafrasato, Libro dei Mutamenti, ci si può rendere conto di dove e come la filosofia cinese, che personalmente definirei di tipo sociale, abbia avuto una straordinaria influenza nel mondo antico greco e “palestinese” fino ad influenzare, secondo una mia paradossale pensata, l’illuminismo francese! Oggi sguazziamo in internet ed a velocità assurde ci spostiamo con il pensiero e le immagini, nel nostro mondo e se ci fosse qualcuno ad ascoltarci anche nel nostro universo. Due o tre mila anni fa le idee viaggiavano a dorso di cammello, riportate da carovane di mercanti e di profughi, lentissimamente, ma viaggiavano! E quando arrivavano su terreni fertili ma impoveriti da filosofie stranianti la vera natura dell’umanità, fiorivano con straordinaria ricchezza! Per quanto la riflessione sulla natura dell’uomo facesse fiorire ricchissimi germogli anche in occidente, da Parmenide a Lucrezio. Può darsi che il concetto della “compassione” e quello “dell’amare il nemico” siano piovuti come una manna dal cielo, provenienti da nuvole che abbiano scaricato la loro pioggia prima in oriente e centinaia di anni dopo sulle rive del mediterraneo. Oppure abbiano viaggiato dal Tao Te Ching al Buddhismo, percepite da tal Aristocle e tradotte da Matteo che parlava da una montagna!
Non riuscirò mai ad andare in Cina! Certo se ci andassi, andrei alla ricerca di Lao Tse o di altri illuminatissimi pensatori del passato, tenendo aperto sul tavolo sia la descrizione della Lunga Marcia di Edgar Snow, e quella dello stesso Mao, dando una occhiata al Libro dei Mutamenti ed anche al fantastico Viaggio in Occidente di Wu Ch’eng-en, pubblicato nel 1590, un ironico meraviglioso viaggio di un dotto taoista alla ricerca del Buddha!
Altro che mandare un “ direttore generale” in Gina!!! Però, buon per lui, almeno qualcuno ce l’ha mandato!


lunedì 6 ottobre 2014

Sulle parole 2, Da verginità a crescita.

Sulle parole 2

Verginità e prostituzione

Di derivazione latina, verginitas. Oggi, un inutile orpello di cui giustamente le giovani cercano di liberarsene. Tempo fa, in occidente, un mito. In molti altri Paese una patente di purezza. In realtà, un “sistema” inventato dai maschi, per due ragioni di puro opportunismo. La  prima, antichissima per cui le femmine in età di proliferare, durante le grandi migrazioni, non dovevano avere rapporti con i maschi. Incinte e partorienti avrebbero ritardato il cammino della carovana. La seconda, non c’è cosa che spaventi un maschio come il confronto con un altro maschio. Meglio evitare.
Forse dal primo caso nasce anche la prostituzione: donne non più in grado di proliferare servivano per il riposo del guerriero. Ancora oggi una giornalista, direttrice di un giornale, sostiene che la prostituzione va incontro ai bisogni dei maschi … Ergo, le femmine non hanno bisogni?!

La prostituzione.

 Datemi trecento anni di sicura scolarizzazione e la prostituzione scompare, senza divieti, senza obblighi, con l’unica arma dell’educazione. Se poi una donna o un uomo hanno dei bisogni, l’educazione detterà loro il sistema migliore per soddisfarli, senza bisogno di vendere il proprio corpo. L’idea non nuova di tassare le prostitute, far fare loro una denuncia dei redditi, isolarle in case particolari, trovo sia un nuovo inizio di barbarie civili, Assistere queste persone, uomini e donne, da un punto di vista sanitario, è un obbligo per ogni società civile. Disatteso ma tale resta. Assisterle nel campo dell’educazione è molto più difficile. Non solo mancano le strutture necessarie. Manca aver educato l’educatore. Poi manca la possibilità di un reintegro d’incasso. In trecento anni si può fare!

Intelligenza.

Scegliere tra. Ligere intra. L’università di Parma sta studiando un sistema, basato su visori che consentiranno a qualsiasi automobile di parcheggiarsi sa sola! Fine di un tormento. Se poi l’auto è elettrica gli si potrà dire di andare da sola a farsi caricare le batterie e tornare, sempre da sola, a riprenderci. Non importerà nemmeno fischiare. Ovviamente se al posto di guida si metterà un intruso, l’auto riconoscerà il culo diverso e lo espellerà dal finestrino o dal tetto!
Il veicolo spaziale indiano è arrivato a destinazione, in quasi assenza di traffico. Dopo venti anni dal lancio una navetta destinata a meteorizzare, vale a dire atterrare  su una meteora, è arrivata a destinazione, incrociando con precisione millimetrica il suo obbiettivo. Vent’anni dopo! Osservatori cosmici in sud America hanno percepito un primo vagito del nostro universo. Il che fa supporre tra l’altro, l’esistenza di altri universi. Con singole leggi fisiche, singole esistenze ed altre forme d’intelligenza. Morale: affidare il governo di questo mondo alla scienza, cancellando, con tranquillità, tutto ciò che non lo è.

Nudo

 Dal sanscrito: nagda. Volevo scrivere qualcosa sul concetto di “nudo”. Sono andato a cercarne una immagine ed ho scoperto il selfnudo. Vale a dire giovani donne che si fotografano e mettono le loro immagini su you tube. Scattano immagini dei seni, delle loro intimità, da ogni lato. Spesso accompagnate con immagini del proprio sorriso, quello con le labbra della bocca. Tanto per essere precisi. Dopo averne passate in rassegna un congruo numero, mi sono chiesto cosa le spinge a fotografarsi. Se fosse solo pubblicità di se stesse, sarebbe ingenuità. Se fosse vanità, sarebbe talmente plateale e così senza veli da non far scattare nessuna fantasia. Se fosse un prodotto in vendita mancherebbe di dati essenziali, quali prezzo, indirizzo, elenco prestazioni orari e chi più ce ne ha, più ce ne metta! Se fosse solo una povera idiozia! Mah!



Crescita

Mi domando fino a quando  è lecito al corpo umano il crescere? E così ad un filo d’erba, ad un gatto, ad un albero. Ogni albero aspira a diventare un enorme baobab? E caso mai ogni albero ci riuscisse, riterrebbe di avere un potere esclusivo su alberi più piccoli? Tutto il mondo è economicamente impegnato nella " crescita" di se stesso. Fino a quando è produttiva la crescita? Possono centomila fabbriche di scarpe crescere più della possibilità di fabbricare e vendere tante paia di scarpe da calzare, e per quante volte, tutti gli umani? Forse il concetto di crescita ha bisogno urgente di nuove dimensioni!





mercoledì 1 ottobre 2014

il senso delle parole



Duro.

Quando io ero piccino si usava questa parola per indicare un  qualcuno che lo fosse di comprendonio.
Sempre in quella   epoca c’erano quelli di menta.
A volte lo diventava il pane.
Se battevo la testa da qualche parte, trovavo sempre qualcuno che mi chiedeva, sorridendo, se il muro, lo scalino o qualcosa d’altro in cui mi fossi imbattuto, era duro.
Nella  adolescenza mi divinizzava la frequenza con cui per un nonnulla mi diventava duro.
Partita di tennis femminile a Pechino. Una austriaca contro una danese … il suo rovescio è stato molto duro!
Oggi, duro, lo può essere la qualunque: un atteggiamento, una risposta, una critica, un politico, un bombardamento, una immagine, un rovescio al tennis … praticamente il termine duro sostituisce qualsiasi altro termine esplicativo. Duro lo è chiunque e la qualunque. Sarcastico, ironico, lucido, veritiero, sferzante, sicuro di sé,  tattico, ben giocato, maleducato, pungente, tagliente … oggi tutto è duro! Siamo tornati a quand’ero piccino!

Crisi

Dal latino “crisis” e poi dal greco “krinein” = separare, cambiare sia in bene che in male. Non dico mai  che sono in crisi, se sto bene, se mi sono innamorato, se ho vinto al superenalotto venti milioni di euro … lo dico quando sto male, quando è passato troppo tempo dall’ultimo innamoramento e soprattutto se non vinco mai al superenalotto. Dalla stessa radice della parola “critica”. In questo caso “krinein” si traduce con criticare, giudicare. Oramai la parola critica indica una negatività, il giudizio, quasi, mai. Parole a senso doppio sono diventate a senso unico.


Sport

Dall’inglese sport: forma aferetica dell’antico disport. In italiano si direbbe “diporto”. Per i TG Rai e non Rai, se dici sport dici “calcio”.
Nessuna notizia sul campionato mondiale di ginnastica ritmica femminile. Tranne un servizio su Raisport1, dove due ciarlieri commentatori ciaccolano del più e del meno, impedendo l’ascolto delle note al cui ritmo le ginnaste si muovono. Ragazzine che si allenano per tempi infiniti, per esibirsi con altrettanta graziosa abilità, confrontandosi tra di loro,  davanti ad un pubblico attento e ben educato. Quasi o del tutto gratuitamente. L’informazione strombazza ai quattro venti che un calciante trentottenne, multi milionario, ha tirato un pallone dentro una rete.

Stupro

Origine incerta del termine. Significato certissimo: costringere con violenza ad un atto carnale un essere umano. Ma non per tutti. Per alcuni c’è stupro e stupro. Anzi stuprino e stupretto, Se la vittima non si difende abbastanza, se la vittima non urla a squarciagola, se la vittima si è vestita come diavolo ha voluto ed ha avuto un comportamento provocatorio. Insomma se, se l’era voluta, la idiozia dello stupratore non causa una colpa grave. Anche l’idiozia di chi lo giudica non costituisce colpa grave. Chi invece l’avesse subita, si porta questa storia addosso per tutta la vita.

Arrivederci

Un saluto gentile che presuppone il piacere di un vederci di nuovo. Detto al telefono non ha il minimo senso. Per ora. Anche la voce automatica di un casello autostradale mi dice arrivederci. Gli sarò piaciuto!

Arileggermi!