giovedì 28 maggio 2015

dallo Zibaldone allo Zibaldino di Massimo Scalabrino

Un pensiero dietro l'altro: lo 'Zibaldino'!

Ho iniziato tre anni fa. Con molta titubanza, dovuta al fatto che mai avevo scritto e pubblicato 'in diretta' commenti a ciò che accadeva sotto i miei occhi. Oltretutto l'idea di farlo non mi aveva fino ad allora sfiorato neppure da lontano. Detto fatto: ecco creato il mio blog! Acronimo di 'web log' che, tradotto, diventa 'diario di bordo sul web', inventato da Jorn Barger. nel 1997. Mi suggerivano, alcuni amici, ed in particolare una di loro che mi è cara, di provare a scriverci, visto che avevo già pubblicato alcune mie raccolte di racconti più o meno lunghi. Inoltre, mi dicevano, i tuoi racconti non sono storie di assoluta fantasia ma sono, insistevano, metafore della tua e della nostra realtà. Ho cominciato così per gioco e poi il gioco mi è piaciuto! Soprattutto perché ho visto che pur non chiedendo ad eventuali lettori di esprimere i loro pareri, i miei commenti venivano letti ed ogni tanto apprezzati. Non solo ma, mirabile visu, sconosciuti lettori acquistavano on line i miei libri! Così ho iniziato a scrivere articoli sul mio blog: a volte ogni giorno, a volte saltando intere settimane. Mi sono ispirato alla realtà del vivere, per quello che potevo percepirne, osservando quel poco che ne vedevo dal mondo, ed anche ispirato da quella speranza che la stessa realtà potesse prendere, seppur lentamente, coscienza di se, avviandosi ad una diversa sostanza ed apparenza. Cosa quest'ultima talmente lenta, sempre che accada, che non mi capiterà, oramai più, di osservarla! Come si sa, lo sperarlo, continuerà ad esistere ben dopo di me. Una spinta a continuare questa piacevole attività m'è venuta anche dagli incontri, con persone sconosciute, in piccole conferenze. Le più volte su invito di Assessorati alla Cultura ed in un paio di occasioni, organizzate da me allo scopo di presentare un mio nuovo libro. (La gente è buona e mi ascolta!) Dopo tre anni di 'produzione', sempre la mia cara amica, suggeriva di raccogliere tutti questi 'articoli ' e farne un libro. Intanto, questo suggerimento, mi ha dato l'occasione per rileggermi! E, vanità delle vanità, essendo tutto assoluta vanità... mi sono piaciuto! Chiunque scriva sa che non è facile dare un titolo che al meglio possibile sintetizzi il proprio lavoro.
Per puro caso mi è capitato di acquistare (sono un patito bibliofilo) in un mercatino di antiquariato, tre piccoli volumi editi nel 1921 dalla UTET. Mi ha spinto all'acquisto, per altro con pochi euro, non solo la grandezza dell'autore e del testo, ma la data di questa edizione che, nella seconda di copertina, riportava ancora il suo vecchio e famoso nome: 'Edizioni Pomba-Torino'. Inoltre il commentatore di queste edizioni era Ettore Allodoli, che ricordavo aver conosciuto al liceo Michelangelo a Firenze! I tre libri, i Paralipomeni ed in due volumi lo Zibaldone... devo dire chi ne era l'autore!!? Una premessa da 'mea culpa'. Mea... non del tutto! Nella mia vita di liceale e poi da adulto lettore ho sempre cordialmente odiato questo grandissimo della filosofia e della letteratura italiana! Autentica antipatia dovuta all'immagine distorta che ne ricevetti all'inizio, medie e liceo compreso: quella di un poeta debilitato fisicamente, autore di versi malinconici e pessimisti... di grande tristezza., più o meno come il suo "ermo colle"! Nessuno mi aveva spiegato, ne mi aveva 'ordinato' di leggere e studiare le Operette Morali, i Paralipomeni e tanto meno le Zibaldone. Né me ne ero, di mia iniziativa, interessato.
Cosa che feci anni fa scoprendo l'ironia, il sarcasmo, la filosofia di questo grande pensatore e la sua continua critica alla politica dei terribili anni del primo 1800, in cui l'Italia intravide quella forma unitaria che fu definita solo sessant'anni dopo.
Anch'io avevo per oltre tre anni 'zibaldineggiato'! Per di più il primo volume dell'edizione UTET del 1921 riportava la copia del foglietto con cui il Leopardi, di suo pugno naturalmente, dava inizio alla scrittura dello Zibaldone nel luglio del 1827 in Firenze. Da qui, anch'io da Firenze, per una rima con il mio cognome, davo, chiedendo perdono al grande Giacomo, come titolo d questa raccolta:

                                               Zibaldino

mercoledì 20 maggio 2015

Gesù a Torino


Gesù a Torino

Si aggira per le strade di Torino con una lunga tunica bianca e barba e capelli alla nazzarena. Benedice i suoi fans che giorno dopo giorno formano ed ingrossano la schiera di chi lo segue. Questo strano personaggio che la cronaca definisce come un disoccupato, forse turbato dalla affluenza in Torino dei visitatori per la Sindone, si è travestito da Gesù e si aggira tra la folla. Quando tenta di avvicinarsi al Duomo, dove appunto la Sindone è esposta, lo arrestano. Sempre la cronaca dice che lo hanno già arrestato cinque volte e poi, siccome non è proibito vestirsi da Gesù e benedire la folla, lo rilasciano. Credo sia stato un Alto Prelato spagnolo che, alcuni anni fa, interrogato sulla eventualità di un ritorno di Gesù Cristo sulla terra e su come sarebbe stato accolto, si dichiarasse sicuro che gli uomini gli avrebbero fatto fare la stessa fine. Dall'alto o dal basso della mia dichiarata incredulità, sarei grato al PadreEterno, in un attimo di attenzione a ciò che accade sulla Terra, si dedicasse a questo strano individuo, conferendogli alcuni straordinari poteri giusto per divertirsi a valutare le reazioni umane. In questo ipotetico caso avrei da suggerirgli, con tutto il rispetto e l'incredulità nei suoi confronti, alcuni suggerimenti miracolosi. Ecco un breve elenco.
1) Abolizione improvvisa di tutte le religioni. Da che mondo è mondo non hanno mai re-ligionato un bel niente e sono state fautrici di guerre terribili.
2)Far apparire, d'improvviso, il più terribile dei Luciferi, seduto sulla scrivania di chi fabbrica e commercia armi, di chi con le proprie finanziarie affama intere popolazioni. In modo che procuri a tutti una diarrea terrificante e salvifica in caso di pentimento.
3) Scompare dalla terra sia la fame che la sete. Tutti gli umani diventano dello stesso colore della pelle, a sua scelta. Dal marrone a pois, al giallo, al rosa ...secondo i suoi alti gusti.Facendo scomparire disuguaglianze tra uomini e donne, giovani e vecchi e via narando
4) Con un soffio ritarda per tutta l'umanità la paura della morte ed insegna a godere della bellezza di questa terra, con particolare riferimento, alle albe ed ai tramonti.
5) Elimina il denaro e la sua concezione.

Cinque giochini per uno come Lui che in pochi giorni ha creato tutti gli universi... magari un po' stancante per questo suo figlio che si aggira benedicente per le strade di Torino!

sabato 16 maggio 2015

Sul tempo nell'amore. Riflessioni



Credo di avere una fissazione! Leggendo ed indagando sulle cause della infelicità umana credo di averne scoperte alcune cause dovute ad una mala interpretazione della vita stessa. Sono quasi convinto che una diversa interpretazione della vita, dei suoi perché, renderebbero l'umanità più serena se non più felice. Ne sono talmente convinto che sono portato a pensare che non sia più una fissazione ma una certezza. Tanto che, liberato me stesso, o per lo meno, avviato il mio processo di liberazione, ho l'impressione di stare meglio; soprattutto con me stesso!Liberazione che prescinde da qualsiasi nirvana, e che rende valore alla vita stessa. La durata della vita e la conseguente angoscia che ci procuriamo per gli anni che passano. L'esaltazione di un periodo di vita chiamato gioventù rispetto a quel periodo di vita che indichiamo come vecchiaia, ad essere gentili , terza o quarta età. Il tutto legato a doppio filo con il concetto di produttività, di utilità. La gioventù è gioia, è sperimentazione, è voglia di vivere e di amare. La vecchiaia è, solo raramente, serena tristezza, declino, noia, tramonto. Prendiamo ad esempio questa parola: tramonto. Se potessimo pubblicare tante pagine su cui stia scritta solo questa parola, ne faremo una montagna alta così! Solo che il tramonto non esiste! Il tramonto non esiste perché il fatto che il nostro sistema solare si muova come si muove determina, senza nessun 'sentimento' l'alternarsi della luce con i buio, limitatamente alla piccola porzione di territorio abitata da ciascuno di noi. Una diversa interpretazione del tramonto toglie assimilazioni con nostalgia, tristezza ed altre romanticherie inutilmente dannose. Così anche il credere fermamente in tutte le catalogazioni che diamo alla nostra vita infarcendola di codici, leggi morali affilate al vento di mode diverse. In articolare quando queste impediscono il libero manifestarsi di sentimenti come, ad esempi, l'amore relegandone la realizzazione ad un limitatissimo periodo di vita.
Sena bisogno di citare Einstein e la sua certezza circa l'inesistenza del tempo, limitandoci a dare significati totalmente diversi alla cosa più bella del nostro vivere: la vita! Ho voluto esprimere questa idea attraverso la narrazioni di episodi di vita, in venitre piccoli racconti, quasi fossero metafore del vivere futuro! Il tutto raccolto per i tipi delle Edizioni Simple, dal titolo:
" Riflessioni sul tempo nell'amore."

Questo mio ultimo libro è acquistabile presso l'editore oppure, on line, i tutte le case editrici on line.