Un
pensiero dietro l'altro: lo 'Zibaldino'!
Ho
iniziato tre anni fa. Con molta titubanza, dovuta al fatto che mai
avevo scritto e pubblicato 'in diretta' commenti a ciò che accadeva
sotto i miei occhi. Oltretutto l'idea di farlo non mi aveva fino ad
allora sfiorato neppure da lontano. Detto fatto: ecco creato il mio
blog! Acronimo di 'web log' che, tradotto, diventa 'diario di bordo
sul web', inventato da Jorn Barger. nel 1997. Mi suggerivano,
alcuni amici, ed in particolare una di loro che mi è cara, di
provare a scriverci, visto che avevo già pubblicato alcune mie
raccolte di racconti più o meno lunghi. Inoltre, mi dicevano, i tuoi
racconti non sono storie di assoluta fantasia ma sono, insistevano,
metafore della tua e della nostra realtà. Ho cominciato così per
gioco e poi il gioco mi è piaciuto! Soprattutto perché ho visto che
pur non chiedendo ad eventuali lettori di esprimere i loro pareri, i
miei commenti venivano letti ed ogni tanto apprezzati. Non solo ma,
mirabile visu, sconosciuti lettori acquistavano on line i miei libri!
Così ho iniziato a scrivere articoli sul mio blog: a volte ogni
giorno, a volte saltando intere settimane. Mi sono ispirato alla
realtà del vivere, per quello che potevo percepirne, osservando quel
poco che ne vedevo dal mondo, ed anche ispirato da quella speranza
che la stessa realtà potesse prendere, seppur lentamente, coscienza
di se, avviandosi ad una diversa sostanza ed apparenza. Cosa
quest'ultima talmente lenta, sempre che accada, che non mi capiterà,
oramai più, di osservarla! Come si sa, lo sperarlo, continuerà ad
esistere ben dopo di me. Una spinta a continuare questa piacevole
attività m'è venuta anche dagli incontri, con persone sconosciute,
in piccole conferenze. Le più volte su invito di Assessorati alla
Cultura ed in un paio di occasioni, organizzate da me allo scopo di
presentare un mio nuovo libro. (La gente è buona e mi ascolta!) Dopo
tre anni di 'produzione', sempre la mia cara amica, suggeriva di
raccogliere tutti questi 'articoli ' e farne un libro. Intanto,
questo suggerimento, mi ha dato l'occasione per rileggermi! E, vanità
delle vanità, essendo tutto assoluta vanità... mi sono piaciuto!
Chiunque scriva sa che non è facile dare un titolo che al meglio
possibile sintetizzi il proprio lavoro.
Per
puro caso mi è capitato di acquistare (sono un patito bibliofilo) in
un mercatino di antiquariato, tre piccoli volumi editi nel 1921 dalla
UTET. Mi ha spinto all'acquisto, per altro con pochi euro, non solo
la grandezza dell'autore e del testo, ma la data di questa edizione
che, nella seconda di copertina, riportava ancora il suo vecchio e
famoso nome: 'Edizioni Pomba-Torino'. Inoltre il commentatore di
queste edizioni era Ettore Allodoli, che ricordavo aver conosciuto
al liceo Michelangelo a Firenze! I tre libri, i Paralipomeni ed in
due volumi lo Zibaldone... devo dire chi ne era l'autore!!? Una
premessa da 'mea culpa'. Mea... non del tutto! Nella mia vita di
liceale e poi da adulto lettore ho sempre cordialmente odiato questo
grandissimo della filosofia e della letteratura italiana! Autentica
antipatia dovuta all'immagine distorta che ne ricevetti all'inizio,
medie e liceo compreso: quella di un poeta debilitato fisicamente,
autore di versi malinconici e pessimisti... di grande tristezza., più
o meno come il suo "ermo colle"! Nessuno mi aveva spiegato,
ne mi aveva 'ordinato' di leggere e studiare le Operette Morali, i
Paralipomeni e tanto meno le Zibaldone. Né me ne ero, di mia
iniziativa, interessato.
Cosa
che feci anni fa scoprendo l'ironia, il sarcasmo, la filosofia di
questo grande pensatore e la sua continua critica alla politica dei
terribili anni del primo 1800, in cui l'Italia intravide quella forma
unitaria che fu definita solo sessant'anni dopo.
Anch'io
avevo per oltre tre anni 'zibaldineggiato'! Per di più il primo
volume dell'edizione UTET del 1921 riportava la copia del foglietto
con cui il Leopardi, di suo pugno naturalmente, dava inizio alla
scrittura dello Zibaldone nel luglio del 1827 in Firenze. Da qui,
anch'io da Firenze, per una rima con il mio cognome, davo, chiedendo
perdono al grande Giacomo, come titolo d questa raccolta:
Zibaldino
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