martedì 16 settembre 2014

Della Scozia, della Catalogna e del Veneto.

Sull’ esempio della Scozia e della Catalogna anche il Veneto ambisce alla indipendenza dallo Stato Italiano. Forse la vuole anche la Sicilia e già che ci siamo, la Lombardia. Io, personalmente, farei un referendum nazionale in cui chiederei al popolo italiano se desidera tornare  agli Stati esistenti prima dell’unità d’Italia! Le guerre d’Indipendenza? Cancellate!
La Toscana torna ai tempi del Granducato. L’Emilia Romagna (?), le Marche il Lazio etc sotto il Vaticano. In sud  Italia si ripristinano Le Due Sicilie! La Sardegna torna al Piemonte. Se poi qualcuno rivuole le rispettive famiglie reali, si accomodi e  faccia tornare i relativi rampolli, tutti intelligentissimi! Contenti tutti!? Ovvia!
Il Granducato di Toscana batterà moneta, così riavremo il fiorino! Il Veneto o il Lombardo-Veneto eleggerà presidente della nuova Repubblica l’avv. Maroni, agli Esteri ci sarà l’on.le Borghezio …alla Cultura, il figlio di Bossi. Immagino il Cristo e gli Apostoli, mollati i resti dell’Ultima Cena, alla trattoria di Santa Maria delle Grazie, fotografati dal bravo Leonardo, fuggire di notte su un pericolante barcone, remando contro corrente, verso Torino. Il fondo, lì è conservato un  lenzuolo del loro boss!
Nello SCV, Stato Città del Vaticano, ritorna il Potere Temporale, nel senso che pioverà un giorno si ed un giorno no! Targhini e Montanari si rivolteranno nelle tombe! Pazienza.
Il regno o la repubblica delle Due Sicilie potrebbe essere una stella della bandiera americana. Il che porterebbe gli USA, di casa, nel Mediterraneo. Mafia, permettendo. La via principale di Palermo sarà intestata a Luchi Luciano! Occhei!
Se poi  l’Austria volesse ribagnare il suo culo nell’Adriatico si annetterebbe il Veneto in un nano-secondo e  così Luchino Visconti potrebbe girare una nuova versione di Senso: Senso 2! Il problema  irrisolvibile sarebbe quello di trovare un'altra splendida Alida Valli. Vantaggi economici di questo ritorno al passato? Nessuno! Ma, da noi, quello che conta è l’ideale!  L’Italia non avrebbe più un Parlamento nazionale da mantenere, né Torino potrebbe scaricare le sue casse integrazioni, dovute alla grande rapina del secolo, sulle spalle dei Toscani o dei Calabresi, insomma sul resto degli Italiani.
Della globalità, che ne facciamo? Del resto del mondo? O, cos’è, il resto del mondo? Siamo o no gli eredi di Roma “caput Mundi”. Almeno qualcuno di noi avesse letto e capito un po’ di storia. Macché!!!
Credo fermamente in questa brillante soluzione ai problemi dell’Italia nel rapporto con l’Europa che con il resto del Mondo.
Tutti i nostri problemi, sociali ed economici, finiti, risolti. Persino Pompei potrebbe, come ora, crollare in santa pace. Naturalmente con il permesso di Allah!
Perché? Che c’entra Allah? Starete a vedere, perché vedrete che anche lui rivorrà la sua parte!
Tutto risolto e tutti felici. E poi, cosa succederà?
Accadrà che una colossale risata del mondo e dell’universo intero ci seppellirà!


Un morto al giorno.



Sinceramente potrebbero fare di più! Sono in tanti ed hanno, dicono, una cinquantina di ostaggi. Questo centellinare  sgozzamenti a giorni alterni non fa di loro dei perfetti carnefici, ma solo degli artigiani maldestri della morte. Non hanno nemmeno imparato da un loro ex dittatore che gasava interi villaggi, né dal grande loro predecessore, quel mezzo tedesco con baffetti, che  avvelenava i propri nemici a migliaia in apposite e scientifiche camere a gas. Sono dei parvenu del terrore che abbisognano di vestirsi da vendicatori con uno pseudo alone giustificativo religioso. Predicando parole terribilmente intrise nel sangue! Oltretutto sono mele marce. Frutti scaduti, andati a male tra quei radi tentativi di liberazione che ogni popolo ha il diritto di esprimere. Non liberano niente e nessuno. E' indubbio il loro obbiettivo: scatenare una gigantesca guerra contro di loro. Chi ha di queste idee è sempre convinto che vincerà. In effetti, alla fine, perdono sempre. Ma per loro la storia è frutto del demonio! E per di più annunciano come virtù islamica la loro assurda misogenia. In realtà hanno una straordinaria paura delle donne. Ne conoscono la forza e armi alla mano le violentano e le vendono ad altri impotenti come loro, facendone uno squallido mercato. Dal greco mu/iseo- odio e gunè-donna. Odiano le donne, dimostrando così platealmente la loro impaurita sudditanza alla parte più bella del genere umano. Sarà perché nello stesso modo, odiano l’arte, pensando che con questo operare l’uomo voglia eguagliare, se non superare, l’opera di Dio. L’altro aspetto della loro manifesta idiozia sta nel rinnegare, imitando punto per punto, quanto l’uomo occidentale ha fatto e fa per impadronirsi del massimo delle ricchezze altrui. George Orwell aveva visto giusto! Parlandoci, storicamente fuori dai denti, si tratta di una massa di idioti antimoderni che si muovono in nome di una spasmodica cupidigia di potere, alimentati da fazioni fanatiche di altri Stati viciniori che intravedono nelle loro feroci manovre una possibilità diversa di tornaconto economico. Potremmo anche stirarli definitivamente usando il ferro di feroci ed indiscriminati bombardamenti, ma risolveremo poco se non tagliamo alle loro spalle coloro che alimentano i loro conti correnti, coloro che vendono loro armamenti. Sempre che questo non comporti, per gli occidentali, lo spararsi sui piedi! Fa tenerezza, ammettiamolo, ascoltare parole accorate che invitano alla pace, pronunciate, forse, con sincera umanità, senza ricordarsi che quel pulpito ha, anch’esso, una storia talmente feroce da immaginarla incredibile alla luce dell’oggi!  Se ne uscirà patteggiando. Chi oggi uccide sarà ucciso in nome di futuri accomodamenti. La storia si ripeterà con una sua tristissima scadenza, senza come al solito, ridare vita a chi miseramente nel frattempo l’abbia persa.
“ Ascolto con terrore coloro che guidano uomini,  che negli uomini non credono” Era presso a poco il pensiero tragico di Walt Whitman.

















venerdì 12 settembre 2014

Un film dell’orrore


Film su Raitre, in prima serata. Titolo Margin Call. Produzione USA, uscito nel 2008 in Estonia. Categoria: Horror
Nessun avviso agli spettatori. Film non vietato. Storia: come ci si arricchisce vendendo carta straccia, sub prime, mutui ed altre cialtronate. Il succo della storia è “mors tua vita mea”. Obbiettivo “operare da leader nel mondo globale”. Perché nella categoria Horror? Dimostra, con bravura di recitazione, con ottimo testo ed efficace musica e fotografia, l’assoluta inconsistenza di come un lavoratore nella democratica America viene considerato. Un nulla, leggermente meno di un nulla. Indipendentemente dagli anni della sua vita che ha dedicato a quel lavoro, dai suoi progetti, dalla validità del suo apporto allo sviluppo dell’azienda dove lavora. Niente! L’unico protagonista che si salva, a stento, ma si salva, è il dollaro. In mano ad un capo banda, azzimato e truce quanto basta, la storia narra come sia possibile in una società, come quella umana, alberghino belve miliardarie di tale ferocia e stupidità. Non producono niente, non fabbricano nulla; solo, fino ad un certo punto, generano utili immensi per un piccolo gruppo di complici. Dall’alto del loro grattacielo osservano  l’immensità della città sotto di loro, una luminosa New York, che per la loro cupidigia assurda, stanno distruggendo. Il cinismo non c’entra proprio! Non sono cinici, sono al di là di ogni considerazione tal sì che, difficilmente, uno zoo li ospiterebbe. Un medio capetto da due milioni e mezzo di dollari l’anno elenca come spende questa cifra enorme: la metà va al fisco (meno male, da noi…) e poi nell’elenco spuntano ottantamila dollari spesi in puttane. Se, dio ne guardi, viene sfiorato da un sentimento, ci resta stecchito. I latini dicevano “in vino, veritas”. Qui si potrebbe dire: nei film, a volte, c’è verità. Vedendo in questi uffici una marea di monitor accesi giorno e notte, vengono i brividi nella schiena e sorge questa domanda: se questa gente è il pilastro dell’economia di un Paese, con cosa li si può sostituire o cancellare, se loro sono padroni di spostare miliardi di dollari da una parte all’altra del globo… noi che avevamo spensierati nonni che cantavano “se avessi mille lire al mese …” dove stiamo vivendo? In un film dell’orrore?!
E’ questa l’economia del mondo, basata sulla cialtronaggine di questa gente per la quale esiste solo un’esasperata crescita senza alcuna crescita di benessere. Immagino, poi, se a queste bande tornasse utile finanziare fabbriche di guerra, cosa potrebbe succedere in tante aree povere del mondo. Già, a proposito, che non sia esattamente quello che sta succedendo?!


giovedì 11 settembre 2014

11 settembre, chi è stato?



Non tanto chi ne ha portato a termine il progetto, non chi lo ha organizzato, a me piacerebbe proprio sapere chi lo ha pensato, chi lo ha immaginato fino al punto di finanziare una simile operazione. Ipotesi, due fondamentali. La prima, il signor Laden: rampollo di una ricchissima famiglia araba abituata ai più stratosferici contatti internazionali, tant’è che un Laden cadde con il proprio elicottero in un orto della famiglia Bush. E’ stato lui? Un bel giorno questo giovanotto che si fa immortalare come un povero montanaro armato di mitra, ascetico e dedito alla preghiera, si sveglia con l’idea di voler dare una lezione al capitalismo occidentale. Adottando le più stupide motivazioni. Come si sa più sono stupide e più attraggono. Invece di provocare colossali crolli di borsa, dei quali patirebbero anche gli  altri Laden, mette su una banda di personaggi. Li sposta nella patria del demonio dove imparano a pilotare aerei, mantenendoli in America per un sacco di tempo. Finché questi, una volta imparato come si fa, si schiantano chi su un grattacielo, chi per terra chi da altra parte. Oltre ad uccidere senza alcun senso gente qualunque mentre lavora e vive, assolutamente ignara di quanto stava accadendo, il signor Laden provoca e ottiene la vendetta americana. Anzi inizia da qui una catena di massacri che ancora non ha visto la fine. Nessuna utilità sia alla causa anti occidentale né a quella, eventualmente, sperata a favore di uno pseudo misticismo islamico. La seconda ipotesi: la bellezza dell’America, gli USA, è di essere libera e democratica, a tal punto che anche un fastidioso razzista idiota può diventare miliardario e, come tale, è libero di associarsi con altri suoi simili. Insieme sono così stupidamente potenti da crearsi all’interno di strutture ufficiali, per esempio i servizi segreti, una tal compagine di deficienti in grado di organizzare  assassini di  portata mondiale. Solo per il gusto di sedersi su poltrone occupate da altri culi. Inutile dire che successivamente parteciperanno, bagagli ed armi, alla difesa dell’offesa, per loro mano, fatta al loro Paese, esportando ogni ben di dio, democrazie e ridicolaggini comprese! Diversamente, il divertimento dov’è!!! Quello che  a loro interessa è la fabbricazione di bagagli e di armi! Sulla base di questa bella pensata muoiono nel mondo decine di migliaia di esseri umani, interi territori resteranno inquinati per decenni: la gente che non partecipa alla carneficina ne resterà comunque destabilizzata. Al cielo, da ogni altare, si levano preghiere assolutamente inutili. Nessuno infatti. lassù, ha più voglia di ascoltare i lamenti di storici fabbricanti di lamenti.
Allora, chi è stato? Sopra qualsiasi imbecille, a qualunque popolo appartenga, ci sono secoli di educazione civile e religiosa interamente distorcente barlumi di umanità. Falsità inculcate come verità assolute. Verità trasparenti, anche per un neonato, combattute e cancellate in nome di particolari e singoli interessi. Sacrifici di vite umane degni di epoche in cui la barbarie era padrona del mondo richiedono e richiamano vendetta.
Ovunque tu sia io ti ucciderò! Oppure,  io ti  ucciderò solo perché ci sei. Amen!
Chiedo scusa ai miei dieci lettori abituali, di manzoniana memoria: amen, un bel cazzo!!!
Come possiamo  e cosa siamo in grado di fare? Solo una cosa: cercare di capire! 
A proposito, chi è stato?


mercoledì 10 settembre 2014

Del perché dello scrivere.

La domanda fondamentale è questa: perché lo fai? Potrebbe, questa richiesta essere accompagnata, se non vi fosse un insidia pericolosa, da un altra domanda: perché pensi? L'insidia della prima domanda sta in chi la pone; quasi avesse, sia un sotto fondo sarcastico sia, in se, già pronte alcune risposte definitive. La seconda non viene quasi mai posta perché si da per scontato che un essere umano pensi. Non sempre è così. Anzi molto spesso gli umani demandano la faticosa attività del pensare ad altri. Qui i casi sono due: può andarti bene così, anzi meglio; oppure ad un certo punto, quando ti nascono dei famigerati dubbi  uno si ritrova con in mano il solito pugno di mosche. Eccomi! Ad un certo punto della mia vita, direi ad onor del vero, assai prestino, ho aperto il palmo della mano e dentro non c'era che l'ombra di un pugno di mosche! Cominciai a riflettere sui miei genitori: brave e semplici persone, Probabilmente senza domande, oppure se ne formulavano, se ne liberavano subito. Il loro impegno ero io; dovevano scoprire chi sarei stato e darsi da fare perché lo diventassi, Fu così che invece di continuare a leggere per dare esami e far capire che avevo letto e capito bene, cominciai a scrivere dentro di me. Penso di avergli procurato preoccupazione e poca soddisfazione. Comunque sia stato, ci siamo dati lealmente tutto l'amore di cui siamo stati capaci. Ed è stato così che ho iniziato a trasferire i pensieri che il leggere mi suggeriva, dalla penna stilografica alla carta, dalla tastiera di un computer allo schermo. Il leggere, il vedere, il guardare, l'amare, incontrare  personaggi stratosferici, soprattutto del passato..... Un cocktail di immagini, di parole, di intuizioni, di impensabili riflessioni che aprivano scenari d'improvvisa lucida bellezza.
Lo scrivere, il farlo, serve prima di ogni altra considerazione, a leggermi dentro. A capire, dentro di me, se quello che sto comprendendo è la realizzazione di un sogno, o la sua continuazione. Prima ancora di ogni altra considerazione lessicale o stilistica. Prima ancora che un lettore diverso da me potesse essere  messo in grado di leggere le mie parole e conoscermi. Chi ha il vizio o la virtù dello scrivere, qualunque personaggio o situazione e riflessione scriva, ha per oggetto solo se stesso. Scrive di sé! Sia che narri le vicende di Sandokan come di Caterina da Siena, di Pinocchio o della Monaca di Monza. Io, lo scrivente, nel bene come nel male!
Lo scrivere per approfondire la convinzione che noi, gli uomini, dico per essi tutti i viventi, conduciamo la nostra esistenza avvolti nel caos delle falsità con cui abbiamo arredato la nostra vita. E questo porta infelicità, dolore, percorsi di esistenza difficili e tortuosi perché, sempre, fuorvianti. Attribuendo tutti i nostri mali , tutti i nostri pochi beni, ad una visione della realtà così strampalata che per essere creduta necessita di una fede, di una fiducia cieca, muta, e sorda. 
Lo scrivere come una chiave con cui aprire porte nascoste nella coscienza, come una lente d'ingrandimento tale che consenta di vedere dentro, non di moltiplicare i confini delle cose.
Lo scrivere diventa poi una molla che aizza la vanità. Ricordo una bella e giovane signora, al mare d'estate. Incuriosita, forse e magari solo cortese, dopo un mucchio di parole mi chiese di leggere una storia che da poco avevo "pubblicato". La guardavo, da lontano, leggermi! La vedevo assorta ... pensai che con il caldo della bella giornata estiva, si stesse addormentando! Fissai lo sguardo sul mare, al solito bellissimo. Ed ecco una mano accarezzarmi i capelli e la voce di questa giovane signora che sorridendo mi sussurrava un "grazie"! La mia storia l'aveva divertita e commossa.
Le credetti!  
Lo scrivere, da allora, è stato il mio gioco più bello! Nell'ultimo di questi, pubblicato recentemente, con il titolo " I Colloqui del Dotto Mamo" mi propongo l'ennesimo tentativo di smantellare, senza buttar via niente, le confuse sovrastrutture che inaridiscono il nostro vivere. Inizio a prendermela con Lui, che dicono stia lassù. E visto che non credo nell'immagine che di Lui dipingono da millenni, provo a colloquiare per scritto, lamentando il suo assurdo silenzio! I colloqui del mio amico Mamo seguono un percorso che si delinea strada facendo,:intervistando un predecessore di Lui, tal Zeus, ospite di una casa di riposo per vecchi Dei ... La conclusione?! Forse cercare una conclusione è cosa vana, perché non ci sarà quasi mai una conclusione, Vale per vera la risposta che Socrate dava normalmente a chi gli chiedeva se, realmente, lui credesse nelle cose che affermava. Al che il grande Socrate rispondeva che:  si, forse, ma non ne era sicuro!

giovedì 4 settembre 2014

A mia insaputa!

Facciamo così: io sono il Presidente e Dittatore deliberatamente eletto, di uno dei più grandi Paesi del mondo. Non si muove un bacherozzo senza che io o al massimo uno dei miei fedelissimi ministri lo si abbia ordinato. Fatta questa premessa, in una Nazione a noi confinante, un gruppo folto e ben armato di nostri simpatizzanti  occupa, armi alla mano, un intero territorio. I soldati di quella Nazione confinante non stanno lì a guardare e si oppongono a questa azione militare. Non solo, siccome i miei simpatizzanti le stanno buscando, un bel gruppo di miei soldati, con carri armati ed altre quisquilie, entra in quel confine per appoggiare la resistenza e l’invasione. Succede anche, sempre a mia insaputa, che viene preso di mira una aereo per il trasporto civile, abbattuto e uccisi tutti i passeggeri.Chi mi ha simpatico ha anche una buona mira! Uffà!!! Il legittimo governo di quella Nazione chiede aiuto al mondo intero e questo mondo si allarma e si predispone a contrastare i miei amici ed i miei soldati. Io, Presidente e Dittatore, deliberatamente eletto, mi arrabbio ed avverto che con me non si scherza! Ho una fionda potentissima che spacca in due tutti gli atomi! Anche noi, risponde il mondo! Ah, già, dico io! Mi invitano a sedermi intorno ad un tavolo. Ci vado e decido, per il momento, di farla finita. Il ministro della Nazione invasa dai miei amici e dai miei soldati da l’annuncio di una tregua concordata tra di noi. Poi io dico che non  era possibile che io concordassi alcuna tregua perché ne i miei simpatizzanti ne i miei soldati hanno qualcosa a che fare con me, e con quanto mi dicono stia accadendo. Anzi se è vero che stanno facendo tanta confusione, la fanno a mia insaputa! Detta questa bella frase mi aspetto che il mondo intero mi spari una pernacchia derisoria e m’inviti a smettere di fare il buffone … macché! Nessuno obbietta un bel niente! Anzi continuano ad invitarmi a trattare ed io, sempre a mia insaputa, ci vado!!!
C’è, mi dicono, una candidatura libera per un premio Nobel per l’idiozia e l’ipocrisia, per la capacità di far massacrare la gente e per altre banalità … mi si dice che io potrei essere candidato a questo premio Nobel … ci sto pensando e quasi quasi, sempre a mia insaputa, mi propongo per ottenerlo sicuro di ottenerlo. Così mi farò un viaggetto pacifico in Svezia, anzi ad Oslo e stringerò la mano a personaggi che, come me, governano il mondo a loro insaputa. Certo che mi piacerebbe condividere questo premio con altri miei omologhi, anche se qualcuno di loro pretende di essere stato eletto liberamente e sapendo quello che faceva. Incredibile! Non potrei essere in migliore compagnia. Ed il resto dei popoli?
Dove, chi, come, quanti …? Nessuno me ne ha mai parlato!


mercoledì 3 settembre 2014

La grande pioggia



 Nel 1939, dal libro di Louis Bromfield, il regista Clarence Brown trasse un grande film! La Grande Pioggia. A parte Tyrone Power, nella parte di un affascinante medico indiano e Myrna Loy in quella di una lady english, annoiata e pronta a non annoiarsi, recitava un metro e cinquanta di splendida donna, russa, la sessantatreenne Marija Uspenskaja! E per la sua bravura, un Oscar come attrice non protagonista, e per la mano del Brown, interpretando una principessa indiana, esprimeva, con il suo ghigno che emergeva dal cerone, tutta la sua avversione e forzata accettazione nei confronti del colonialismo inglese. Un film strappa lacrime di ottima recitazione hollywodiana, con un grande impatto sul pubblico di tutto il mondo. Oggi, a distanza di quasi cento anni dalle scene così descritte, nella civilissima Italia moderna, può venire giù qualsiasi grande pioggia che i cittadini di campagna, di montagna, di paese e di grande città, non se ne accorgono neppure! Anche perché, ora come allora, molti restano sepolti da frane, affogati in allagamenti, esondazione di ruscelli e di fiumi, privati di ogni loro bene. A differenza di allora i nostri umidi conterranei vengono ripresi dalla televisione che documenta frane, allagamenti, mobili buttati al macero e funzioni funebri in cui, i rimasti vivi, chissà perché, applaudono i morti! Non ci facciamo mancare niente, tant’è che in assenza di un colonialismo inglese opprimente, non ci priviamo del piacere di esprimere il nostro dolore infilzando perline di parole anglosassoni nelle nostre lamentele. Per consolazione ci dicono che il tempo, brutto o bello, sta cambiando le stagioni. In fondo è quello che tutti volevamo: Natale il 15 agosto, con neve calda e sole, le vacanze estive al 31 dicembre facendo il bagno tra le onde del Mediterraneo che bagneranno la coste delle Langhe e del Chianti! Se poi ci sarà da ritenere responsabile qualcuno che ha violentato la natura così a lungo e con tanta ferocia, troveremo senza dubbio un colpevole che non c’entrerà niente con l’accaduto, ma sarà utile per nascondere produttori  dei gas nocivi con cui si continuerà ad avvelenare la terra; per dar modo a questi ultimi di continuare questa nuova forma nostrana di colonialismo in cui tutti noi siamo gli indiani di turno. Oppressi non più dalla dominazione di una sola nazione straniera, ma oppressi dalla nostra stessa ignoranza. Colonizzati dalla nostra idiozia.
Questo ultimo agosto è stato un antipasto, con aperitivo, di ciò che ci verrà servito a pranzo ed a cena.
Oggi 3 settembre 2014 uscendo di casa, nel Chianti, il termometro dell’auto segnava 14 gradi sopra lo zero. Ci siamo ritenuti fortunati. Nello scendere a Firenze siamo saliti  a 18 gradi! Praticamente, novembre!
Di una cosa siamo sicurissimi, che, in omaggio al meteo, un qualche canale televisivo metterà in onda per la duecento millesima volta un bellissimo film: La Grande Pioggia.