domenica 6 settembre 2015

Una poesia di Giuseppe Giusti, scritta ieri, oggi o domani?

Il papato di Papa Piero di Giuseppe Giusti (1845)

Prete Piero è un buon cristiano/ lieto semplice alla mano/vive e lascia vivere. Si rassegna, si tien corto/colla rendita di un orto/sbarca il lunario. Or m'accadde di sognare/ che quest'uomo singolare/ diventò Pontefice. Sulla cattedra di Piero/ sopraffatto dal pensiero/di pagare i debiti. Si serbò l'ultimo piano/ e del resto al Vaticano/ messe l'Appigionasi. Abolì la Dateria, lasciò fare un'osteria/ di Castel Sant'Angelo. E sbrogliato il Quirinale ci fè scrivere: Spedale/ per i preti idrofobi. Decimò frati e prelati/ licenziò birri e Legati/ Gabellieri e Svizzeri. E quel vil servitorame/ spugna canchero e letame/ del romano ergastolo. Promettendo che lo Stato, ripurgato e sdebitato/ ricadrebbe al popolo. Fece poi su i Cardinali/ mille cose originali/ dello stesso genere. Diè di frego agli ignoranti/e rimesse tutti quanti/ a fare il parroco. Del pensier d'ogni pastoja/ abolì per man del boja/ fece bruciare l'Indice. E tagliato a perdonare/ dove stava a confessare/ scrisse: Datur Omnibus. Poi, veduto che gli eccessi/ son ridicoli a se stessi/anzi che si toccano/ nella sua greggia umana/ non ci volle carne cristiana/ Angioli nè Diavoli.Vale a dire volle che l'uomo/ fosse un uomo e un galantuomo/ e del resto transeat. Bacchettoni e libertini/mascolini e femminini/ messe in contumacia ...in un luogo segregato/ che per celia fu chiamato/ Il ghetto cattolico. Parimenti i miscredente/ senza prenderli per i denti/ chiuse tra gli invalidi. E tappò ne' pazzerelli/ i riunti cristianelli/ rifritture d'ateo. Proibì di ristacciare/ i puntigli del collare/ pena la scomunica. Nel vedere quell'armeggio/ fosse il sogno o che so io/ mi parea di scorgere che quel Papa/ a chiare note risorgesse il sacerdote/ e sparisse il Principe. Vo per mettermi in ginocchio/ quando a un tratto volto l'occhio/ a una voce esotica. E ti veggio in un cantone/ una fitta di corone/ strette a conciliabolo. Arringava il concistoro, un figuro, uno di loro/ dolce come un istrice. No, dicea, non va lasciato questo Papa spiritato/ che vuol far l'Apostolo: Ripescare in pro del Cielo/colle reti del Vangelo/ pesci che ci scappano. Questo è un Papa in buona fede: è un Papaccio che ci crede/ diamogli l'arsenico.