martedì 16 dicembre 2014

Olimpiadi 2024

Continuo a leggere confronti tra una Roma/Italia corrotta e la domanda per avere a Roma le Olimpiadi del 2024. Novanta su cento non ci sarò! Visto che ho compiuto ottantanni tre mesi fa! Però mi piacerebbe far notare che, oltre alla generale corruzione, c'è chi fa il suo dovere ed in particolare chi, magistrati e polizie, scoprono sistematicamente i corrotti. I quali non sono degli idioti e continuano con perspicacia la loro attività, così come continuano ad essere scoperti ! La stampa non aiuta certo nell'elogio a questi
 "scopritori" di malefatte che non guardano più in faccia nessuno, Mi piacerebbe che chi nota la corruzione desse una occhiata in giro, per il mondo. Non per sminuire la nostra, per carità, ma, e magari, per non sentirsi soli ! Partiamo dall'alto. Qualcuno pensa che i gentiluomini del club Bilderberg si riuniscano ogni tanto per prendere decisioni a favore dell'umanità? Che i servizi segreti dei Paesi del mondo operino nel rigore delle leggi internazionali? Che le organizzazioni mondiali tutelino i più deboli esseri viventi del pianeta, visto che questo è il loro compito, dagli affamati di tutto il mondo, alle foreste dell'Amazonia, alle balene ...etc? Che famosi e ricchissimi Paesi come il Qatar trattino i loro concittadini come trattano gli operai Nord Coreani che vi lavorano per la costruzione di impianti sportivi? E che di conseguenza il resto del mondo rifiuterà di gareggiare nel Qatar? Che le religioni, nel loro insieme, abbiano operato ed operino per il benessere fisico e spirituale dei loro adepti? Che i signori Putin, Erdogan e compagnia lavorino per il benessere dei loro popoli?
Volete che continui?
Allora dico: può anche darsi che Matteo Renzi non sia Harry Potter e con la bacchetta magica che descrive le cose da fare in Italia, per ora trovi "qualche" difficoltà! Ma diamogli fiducia, in mancanza di serie alternative, con un piccolo applauso alla sua speranza per una Italia ed una Europa migliore almeno tra dieci anni!

venerdì 12 dicembre 2014

15° edizione del Concorso di Narrativa Montecatini Terme

Catin del Monte, forse, domani
La velocità fotonica era al massimo, così il suo rilassamento: un brano di musica, cupo e profondo, eseguito con un violoncello a spalla, lo attendeva nella sua cabina. Le palpebre già sonnolente. La visita al 14° pianeta della terza galassia era stata molto soddisfacente. Le colonie umane si erano perfettamente amalgamate con la vegeto-umanità locale, con qualche piccola eccezione. Proprio per questa lo avevano sbattuto fin lassù. Quando si tratta di sentimenti nascono sempre delle difficoltà: in effetti nessuno di noi avrebbe mai potuto prevedere un innamoramento tra un nostro consulente, un umano, ed un salice. Anzi una salice: in realtà non si trattava di quello che comunemente nella bio-natura del pianeta Terra viene definito salice, dove ne fioriscono una trentina di specie, più o meno tutte uguali. Questa assomigliava singolarmente al tipo “excelsior”. Cosa che, per altro, gli ricordava qualcosa di familiare relativamente al paese di origine dei suoi antichissimi avi. Aveva condiviso l’opinione di quasi tutti: questa curiosa pianta aveva un qualcosa di femminile nel tronco … e poi, nella relazione con cui il graduato di 3°generazione, l’umano in questione, raccontava del suo innamoramento, si leggeva che, quando veniva sollevato dai rami pendenti della sua salice, provava un piacere erotico incredibile e, tra l’altro, non aveva più sofferto di raffreddori e anche il suo intestino aveva ripreso a funzionare egregiamente! Ora, da qui ad arrivare ad un contratto di convivenza, come richiedevano sia l’umano sia la salice excelsior, il passo era decisamente lungo, ma senza ostacoli insormontabili; naturalmente bisognava considerare come a furia di provare piaceri erotico sentimentali di tutti i tipi, la salice non restasse in stato interessante! Gli venne un sospetto a questa prospettiva e se, incinto, fosse rimasto il nostro terrestre?! Vai a sapere! Chi vivrà … un iniziale sorriso gli si spense sulle labbra al pensiero di come poi sarebbe toccato a lui sbrigliare la matassa! Attese un nano-secondo l’apertura della sua cabina; entrandovi pensò che di questi barconi spaziali, oramai superati dai moderni draghi a superlux, quello che era rimasto di bello, erano le cabine per gli ufficiali: ampie, comode e con larghi ed accoglienti letti a due piazze, con bagni da Grand Hotel. Una volta, i suoi antichi colleghi, viaggiavano dentro dei congelatori per evitare di invecchiare troppo, data la durata ultra decennale dei viaggi. Aveva letto il diario di uno di loro. Doveva essere uno strano personaggio se nella sua relazione, al ritorno sul pianeta Terra, dopo un viaggio durato oltre cinquant’anni, l’unica cosa che lamentò fu quella di aver provato un gran freddo! Neppure una parola sul fatto di aver ritrovato suo figlio che, lasciato all’asilo, nel frattempo, era diventato nonno! Altri tempi! Si distese sul lettone ed al pensiero che gli sarebbe piaciuto vedere un vecchio film, gli si illuminò il soffitto della cabina, questo, come il resto, era collegato al suo sistema neuronale, da dove una suadente vocina gli propose la visione di un film non vecchio ma addirittura antico, dal titolo “Avatar”. Roba di un paio di millenni prima! Ne avevano una volta di fantasia, pensò! Andare a scovare questo nome addirittura dall’antico, antichissimo, sanscrito! Nell’accettare la proposta, anche se conosceva a memoria tutta quella storia, allertò la consolle per essere svegliato entro una dozzina di ore terrestri. Aveva una sorta di nostalgia per un passato assolutamente remoto … più che nostalgia, infatti non gli sarebbe mai venuto in mente di provare a “ soffrire per il desiderio di un ritornare” e quindi andare verso un qualcosa che ovviamente non aveva mai potuto, o quasi, aver vissuto! Certamente ne aveva di ricordi, della vita dei suoi antichissimi avi, come fossero una impronta nel suo dna, tanto è vero che la sua consolle era programmata per dargli, insieme alla data del giorno in cui viveva, pur con le mutazioni dovute alla velocità fotonica, anche una curiosa datazione: 29 marzo 2013! Roba di tante tantissime centinaia di anni prima! Non che ci fosse bisogno di ordinare di essere svegliato … Per di più, dopo pochi minuti, ronfava tranquillamente! Il suo problema, se di problema si vuol parlare, era come, in quasi tutte le ore terrestri che dedicava al riposo era “visitato” da un unico e ricorrente sogno. Si trovava in un bosco pieno di bellissimi pini, colline piene di verde e sempre … da quel posto, veniva con violenza rapito … Tentò anche quella volta di resistere al rapimento … In realtà la cosa che più lo turbava era che per parlare dei suoi sogni bisognava ogni volta che fosse sveglio! E lo svegliarsi equivaleva all’oblio! In realtà avevano inventato una macchina, un registratore di sogni, che avrebbe dovuto permetterti di rivedere su uno schermo il sogno appena sognato. Ma si diceva non funzionasse: se il sogno era limpido e bello, tipo un quadro di Raffaello, la sua registrazione proiettava immagini così confuse che sembrava un quadro di Mirò. Per la gente normale era la stessa cosa, non capivano ne l’uno ne l’altro: solo l’applauso era garantito! Calderon de la Barca l’aveva scritto con ragione: i sogni, sogno sono! Quando la sua splendida assistente, l’unica che avesse il permesso di entrare nella sua cabina senza annunciarsi, lo scosse leggermente. Era desiderato nell’ufficio dell’ammiraglio. Dette un’occhiata alla consolle, aveva dormito pochissimo, il soffitto era spento e la giovane, vicina al suo letto, era bellissima! Sospirò. Peccato che Ph14 non fosse umana! Cioè, in parte lo era, compresa quella parte a cui, in quel momento, gli sarebbe piaciuto sia fare una carezza che una visitina, ma come avrebbero detto i suoi antichi avi, e come ben sapeva, la fanciulla era in “similpelle”! E poi, non si sa per quale strano capriccio, questo modello era stato stampato con un leggero disegno da coccodrillo! Sempre meglio di una salice excelsior, pensò tra se! Inoltre l’ammiragliato imponeva, a quelle strane creature adibite, anzi a completa e totale disposizione degli ufficiali, imponeva abiti con gonne cortissime, su gambe scultoree. Si supponeva che tale abbigliamento servisse per ricordare, ai responsabili maschi dei vari servizi delle astronavi, di essere uomini e di non perderne l’esercizio durante i lunghi trasferimenti. Si vestì con cura, in fondo un colloquio con l’ammiraglio per uno come lui, non captava in tutti i viaggi. Dopo che, dalla sua Ph14, fu massaggiato dolcemente sotto la doccia ad aria liquida, fu anche, dal momento che lei aveva passato una mezza era al servizio dell’ammiraglio, consigliato a cospargersi il corpo con una profumazione di particolare intensità, al Vetiver di muschio blu! In fondo l’ammiraglio era una umana, di quelle vere. Decise di andare a questo colloquio facendo quattro passi nei corridoi anziché salire sul solito disintegratore rotante. Curiosamente questo aggeggio gli dava un gran prurito! Salutò molti suoi colleghi, ammirò molte Ph che veloci e gentili correvano qua e là. L’equipaggio umano femminile era, purtroppo, ridotto al minimo a causa di un vertiginoso calo demografico che aveva destato grande preoccupazione. Così dopo un oretta di camminamenti, scale e passaggi aperti su meravigliose galassie luminose, orti botanici che riproducevano fiori e faune di una miriade di pianeti, arrivò davanti agli appartamenti dell’ammiragliato. Bellissimo, la sua prima impressione! i Non ricordava di esserci mai stato. E non poté non stupirsi, osservando la struttura di questi locali che erano stati costruiti, come diceva una targa esplicativa, minuziosamente in ogni particolare, riproducendo la residenza cinquecentesca del doge Giovanni Mocenigo di Venezia. Scelta perché si diceva che questo antico capo popolo fosse stato, nel 1480 dell’era cattolica, “homo dolce et onesto”. Così che sembra non avesse mai voluto particolari sfarzi nella sua residenza, tranne statue ed altri orpelli in pietra un po’ da per tutto! Inserì il suo bottone d’identità nell’apposita feritoia dalla quale uscì un suono melodioso che annunciò l’arrivo dell’addetta al ricevimento. Si trattava di un ufficiale di grado superiore al suo, così mise istantaneamente la mano sul cuore in segno di ossequio; fu uno smagliante sorriso di questa splendida creatura umana e femminile, con divisa da Capitano di vascello, ad accoglierlo. Per tutti i motori fotonici, esclamò dentro di se, questa si che è una femmina bellissima! L’ufficiale superiore si fermò di colpo e con un amabile e sorprendente dolcezza lo apostrofò chiamandolo per grado, nome e cognome:
Tenente O’missam O’nirbalacs, le ricordo che non è consentito emettere onde cerebrali di tale impertinenza!” Dopo questo rimbrotto l’ufficiale superiore lo affidò graziosamente ad un'altra incantevole giovane-in-similpelle che lo introdusse nelle studiolo privato dell’ammiraglio. Studiolo, pensò!! In tanti decenni di navigazione era la prima volta che vi entrava. Ne aveva sentito parlare, ma non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in un boudoir degno della più incredibile donna di piacere! Fu un attimo: gli specchi, i tendaggi, i divani rosa pallido, quella strana aria un po’ frou frou, tutto si dissolse in una nebbiolina profumata ed apparvero monitor di tutti i tipi, lampeggianti ed illuminati che davano la completa visione dell’astronave in ogni più piccolo particolare, sia all’interno che all’ esterno e, incredibilmente, per 6,36 parsec. Solo l’ammiraglio restò com’era, in babbucce sormontate da un pompom rosa, una vestaglia lunga e fluttuante, leggermente trasparente, sotto vi si intravedeva una guepiere color carne … teneva stretto in mano una sorta di scettro pieno di lucine e tasti lampeggianti, dal quale avrebbe potuto scatenare, solo a voce, senza neppure muovere un dito, guerre intergalattiche. La signora ammiraglio, una donna un tempo bellissima, alta, con un corpo ancora interessante, nonostante i suoi cento settanta anni: di lei si diceva avesse adottato quel principio che sostiene come sia meglio essere vecchi meno a lungo che esser vecchi prima. Lo accolse con un freddo e formale sorriso. Dopo aver espresso il più deferente dei saluti fu invitato a sedersi su un panchetto scomodissimo. L’argomento, fulminante, in tre parole: trovare un posto sul pianeta Terra in grado di garantire una tranquilla vacanza ai trentaseimila membri del suo equipaggio. Punto e basta. Gli fu data una nano-settimana di spazio-tempo per scegliere questa località e proporla, dopo di che avrebbe avuto altre istruzioni in merito. Grazie. E si ritrovò un attimo dopo nello stesso luminoso corridoio da cui era transitato mezz’ora prima, vicino ad un laghetto pieno di piccole oche dalle penne a quadretti bianche e rosse. Non aveva aperto bocca. Non aveva potuto chiedere niente! Tornò con una punta di amarezza nella sua cabina meravigliandosi di trovare sul più grande dei suoi monitor una quantità incredibile di dati personali di ognuno dei membri dell’equipaggio. Trentaseimila umani da accontentare! Gli tornarono in mente i suoi studi classici: secondo Marco Tullio Varrone, amato e criticato da Agostino di Ippona, erano proprio trentaseimila gli dei che popolavano tutti gli Olimpo del mediterraneo! Niente in confronto agli oltre trenta milioni di divinità dell’ antico induismo, salvo che, dai saggi dell’epoca, ognuna di queste era interpretata come uno scalino di quella conoscenza che avrebbe dovuto portare l’uomo ad individuare la unicità del Creatore … di cui, il nostro tenente aveva cercato, inutilmente, tracce dell’esistenza in lungo ed in largo in giro per le galassie. Aspetti poetici di epoche di strane domande senza risposte scientifiche!
Nel suo studio, accanto alla sua Ph14, altre dieci bellissime Ph, tutte pronte ad aiutarlo per una selezione in cui erano previsti tutti gli indici possibili. Sesso, età, stato civile, grado, preferenze, attitudini, passioni più o meno segrete, hobbi’s e gusti per l’abbigliamento e la nutrizione, scarsissime le preferenze culturali. Nient’altro? Pensò a bassa voce, dentro di se. Scorse, leggendone rapidamente, in percentuale, i vari indici. La richiesta più vaga, ed in sintesi minore, era rivolta in genere alla cultura … sempre che con questo termine fosse possibile indicare un qualcosa di preciso. Tuttavia questa era già una indicazione, anche se di non facile suggerimento: infatti, era difficile trovare tra i vari posti - bellissimi - su questo pianeta, la Terra, luoghi in cui la cosiddetta cultura non facesse parte del dna della popolazione. Quindi era quasi improbabile trovarne, perché ovunque e poi non solo sulla Terra, da centinaia di secoli, si era capita l’importanza della creatività culturale, come unica via alla conoscenza di se stessi e dei territori. D’altro canto, oggi, 29 marzo dell’anno 4013 dell’era fotonica, non era proprio facile trovare un posto che potesse soddisfare i gusti di ben trentaseimila umani, di cui il meno istruito aveva due lauree, una di tipo tecnico spaziale ed una matematico- umano-galattico, compresi coloro che erano addetti ai lavori più semplici! A questo c’era da aggiungere, e qui gli venne da sorridere, che questa era tutta gente abituata a … viaggiare ed a vederne e goderne di tutti i tipi! Vero che tra loro c’erano anche degli anziani, ma molti erano nel fiore degli anni, sui coetanei, intorno ai centovent’anni. Un bel problema! Passò diverse ore, contornato dalla sue bellissime Ph, a sfogliare interi siti di promozione turistica, ripassando più volte tutti i continenti, le isole, i più famosi luoghi di vacanze del pianeta Terra. Ovunque c’erano festival, spettacoli di balletti, gare di teatranti e di poeti … ovunque! Non parliamo poi di musica, non era facile trovare un posto dove ancora non avessero capito la forza attrattiva della cosiddetta cultura musicale. Perché poi il pianeta Terra? Oramai lo conoscevano un po’ tutti. Tutti erano stati da per tutto! Ogni luogo era così ben reclamizzato che anche se non ci fossero stati fisicamente ne avevano visto e goduto immagini fino alla noia. Questa parola, noia, gli dette un suggerimento. Ordinò che la ricerca fosse orientata verso luoghi già molto anticamente obsoleti, con la speranza che ne fosse rimasto qualcuno talmente fermo nel suo tempo da costituire una novità … proporre un tuffo nel passato, ma in un passato talmente remoto che non potesse venire in mente a nessuno di andare a passarci un’ora di vacanza!
Ora – disse- innervosito alle sue Ph - sono passati quattro micro-giorni di spazio tempo ed analizzando luoghi alla velocità prossima a quella della luce, non vi è riuscito di trovare il nome di un posto così impervio da poter essere preso in esame?!!”
Minacciò di disattivarle. Non era facile per le Ph piangere, ma la delusione del tenente era tale che ne ebbero timore. Abituate a simulare piacere si confusero, poverine, a questa nuova sensazione! L’ufficiale avvertì il loro innocente disagio e per tirarle su di morale e rallegrarle promise che le avrebbe invitate tutte a casa sua, una volta eventualmente arrivati sulla Terra. A casa sua?! Fu come se l’avesse colpito un fulmine!! Casa sua! Quanti nano – secoli era che non ci metteva più piede?! Gli era quasi tornata in mente poco prima, perché era toccato a lui organizzare la faccenda del colono innamorato di una salice di tipo excelsior?! E questo “ excelsior” non gli aveva rievocato un qualcosa che apparteneva al suo più lontano passato … suo? Per modo di dire! Essendo un cultore di storie di famiglia, ricordava, della sua, qualcosa che gli appariva confusamente nella memoria: excelsior? Eccolo là! Era un palazzo dove si organizzavano strani incontri tra gli abitanti … no, non solo, ma soprattutto tra gli uomini e l’acqua. L’acqua? Una delle Ph gli venne in aiuto: forse l’aveva trovato, le era parso di aver letto che esistevano acque miracolose che aiutavano a bloccare il passare del tempo; ma non ci aveva fatto caso! Com’era oggi quel palazzo, c’erano state delle trasformazioni, qualcosa di assolutamente rilevante? Ricostruzioni, cambiamenti o quant’altro! No, il palazzo era sempre lo stesso, un bell’esempio di architettura … del tipo … “belle epoque”, roba di oltre due millenni fa; le acque miracolosamente salutari, servivano anche per digerire gli alimenti. Aspettate! Mi segnalano … vi andava, in questo posto, un grande personaggio, un musicista … che si chiamava … si chiamava …. Eccolo, qua! Si chiamava Viale, di nome e Verdi di cognome! Ma, millenni addietro! Non vorrai mica che lo ricordino ancora? Intervenne un’altra Ph: sembra che di personaggi importanti ci sia andato solo questo Viale Verdi. Non ricordano che lui. Da controllare il nome, cortesemente, Viale non è nome umano!! Se, quello che sembra essere questo posto, fosse vero, potremo andarci anche noi, nonostante non si sia del tutto umane, ci farebbe un gran bene … Forse anche i nostri più famosi “ phmeccanodoctor” non conoscono l’esistenza di questo posto! Al che Ph7 lanciò una curiosa esclamazione. Avevo visto in tenretni, un antichissimo sistema di archivio dati geografici, da cui emergeva l’ esistenza di una specie di stivale in mezzo al mare,
Tutto verde e blu: bellissimo!” - aveva esclamato.
O’nirbalacs si avvicinò al grande monitor e riconobbe subito di che stivale si trattava! L’area geografica da cui provenivano i suoi avi, e si chiamava … si chiamava … “ Ausonia! Ecco! Macchè, Ausonia!! Il suo nome, aspettate, care Ph, veniva dal nome di un animale che vi era allevato e si chiamava, se la memoria non mi tradisce, viteliu, ed proprio per ciò che questa terra ebbe un primo monarca, insomma un grande capo, che si chiamava Italo!
Bimbe – esclamò entusiasta il tenente O’missam O’nirbalacs - quello stivale, ne sono sicuro è l’Italia! Ora, tornate su tenretni, andate indietro di diverse ere e digitate le due parole “ acqua ed excelsior”, vediamo che ne esce!”
Restarono ammutoliti! Una immagine che risaliva talmente dalla notte dei tempi da non sembrare attuale. Eppure non erano ruderi o rovine di un antica città … digitarono antiquagooglemaps ed un splendido paesaggio si animò sotto i loro occhi! Ma, mai possibile - si chiesero subito - che nessuno conosca questo posto meraviglioso! Che nessuno ne parli … cercate meglio, forse è disabitato, non c’è né popolazione, né governo … solo questi incredibili giardini! Attivate l’atmosferometro! Ma … sentite che aria pulita! Facciamoci un giro di ricognizione con il telehubble … a che distanza siamo? Ph5 si attivò immediatamente e dopo un attimo comunicò che si trovavano a circa un parsec dal pianeta Terra. Il tenente O’nirbalacs si avvicinò a Ph5 e le disse sibilando di non farlo più! Che voleva dire con “circa un parsec”? Sapeva o no, quel genio di Ph5, cosa voleva dire “circa”? Poi pensò che queste ragazze così simili agli umani ne stavano acquisendo tutta la superficialità! 3.26 anni luce non sono una gran distanza, ma definirla con un circa … Ph5 arrossì di vergogna … la sua similpelle aveva reazioni molto curiose! Con un fil di voce chiese se poteva dire ancora due parole. O’nirbalacs la guardò sorridendo, e l’autorizzò a parlare.
Se atterriamo nel deserto del Sael tra sei giorni terrestri, se non ci sono tempeste solari di disturbo, traslare l’equipaggio su questa località lo si può fare in 18 nano secondi e tre decimi” Aveva imparato la lezione! “Verificate ancora meglio questa località, scoprite il suo nome e vedete che giorno è, oggi, da loro; analizzate la possibilità di ospitare tutto l’equipaggio dell’astronave, a seconda delle singole responsabilità e … guardate se potete trovare delle notizie sulle possibilità di svago, di divertimenti e quant’altro. Attente però, se fosse un posto dove vi si desse troppa importanza alla cultura con teatri, concerti, balletti e, peggio, concorsi letterari … ditemelo subito che cerchiamo qualcos’altro!
Il tenente O’missam O’mirbalacs si sdraiò sul suo grandissimo letto, sorridendo sotto i baffi. Avrebbe mai rivisto lo splendido paese dei suoi avi? Rivisto! Lui non ci aveva quasi mai vissuto, forse da piccolo, ma roba di cento dieci anni fa! Un leggero bussare alla porta … entrate! Come un nugolo di ballerine le sue Ph sfilarono davanti ai suoi occhi. Ed ecco le loro scoperte, fatte intervistando nel loro sonno, gli abitanti.

Ph1: il posto ha una prestigiosa storia antica …. di questa storia gli abitanti non ne sanno quasi niente. E’ un territorio tra i più belli, sulla Terra.
Ph2: Lo chiamano Catin del Monte, al centro di una valle che prende il nome dalle nuvole, o forse peggio, dalla nebbia. Sembra che il suo nome nasca da una storica battaglia tra due eserciti. Il capo di uno di loro, sconfitto, se ne andò a morire su un delizioso colle che sovrasta la città. Costui si chiamava Catilina, da cui Catin del Monte. Mi si dice che un tal Leopoldino di Toscana, bonificasse, parecchio tempo dopo questa guerra, il territorio e già da allora, come da tanti millenni prima, c’erano delle fonti di acque miracolose, del cui valore pochi, oggi, ne sanno, ma che lui, questo Leopoldino, ne avesse subito capito il fantastico valore.
Ph3: Non se ne capisce il perché, ma ancora oggi esiste una grande attrezzatura per l’ospitalità, la chiamano “alberghi” e che potrebbe facilmente accogliere tutto l’equipaggio, anche perché è in gran parte inutilizzata … magari andrebbe rinfrescata.
PH4: Il paese potrebbe vivere sulla ricchezza dei pozzi del suo territorio, ma sembra che gli abitanti locali o non ci credano o se ne siano dimenticati, o pensano, dicono le cronache, che meglio sarebbe farne, di tutto il paese, un luna park … chiedo scusa, ma non so cosa sia un luna park! Intanto, forse per cominciare, hanno piazzato una giostra nella piazza principale, che già di per se, senza la vecchia chiesa, così mi hanno detto, non è più bella come prima. Così mi dicono!
Ph5: Contraddico! Ecco il risultato della mia indagine: molti di loro sono coscienti della loro ricchezza, ma per farla tornare su dai pozzi, bisognerebbe che questi fossero conosciuti in tutto il mondo per i loro grandi benefici curativi. E loro, gli abitanti, o ne sono gelosissimi, oppure non hanno la più pallida idea su come fare, o far fare. Aspettate! C’è una … una … come si chiamano? Ah! Si, una fotografia, anzi due! La prima ritrae un uomo e una donna che fanno un pediluvio seduti su delle sedie dentro una bellissima vasca azzurra, e l’altra ritrae una giovane femmina umana che mostra il sedere, stando in piedi su due ruote in un giardino! Che avranno voluto dire?! Non credo volessero comunicare qualcosa circa i benefici dei pozzi!!
Ph6: Ho interpellato un anziano, che credo sia un doctor, come i nostri phmeccanodoctors, sembra che queste acque rallentino il passare del tempo ringiovanendo le funzioni pietrificate dei corpi umani. Sembra che, chi dovrebbe occuparsene, abbia perso la strada per informarne l’umanità. Non solo ma, interrogato, questo vecchio doctor, durante il sonno, raccontava che nelle scuole di medicina non insegnano più, ai futuri doctor, i benefici delle acque dei pozzi. Vi riporto la sua denuncia, ma non so dirvi cosa si voglia significare con la parola “medicina”.
Ph7: C’è da stare tranquilli, non ci sono attività cosiddette culturali di non nessun tipo, anzi sembra che tutto si congelasse secoli fa, quando ad una particolare proposta, forse di creatività culturale, un membro del governo si dichiarasse stufo di tali iniziative e proponesse d’invitare una famosa donnetta che faceva buffo e penosissimo spettacolo di una sua farfalla! C’è solo, a proposito, un qualcosa che riguarda la bellezza delle donne, una cosa così vecchia che sembra fosse già obsoleta quando nacque e già da allora non interessasse a nessuno. Scusate! Un particolare: questa cosa non veniva realizzata senza grandi costi, che sembra nel tempo non rendessero niente. C’è da segnalare che c’erano e ci sono anche tante ipocrisie, invidie e cattiverie, in giro!
Ph8.: Ho letto la cronaca di ieri su un monitor che si chiama “thenation”: sembra che il governo locale discutesse, nell’ultima riunione, su come eliminare la linea della ferrovia – non so cosa sia- questa linea divide in due il paese. Discussione troncata dall’osservazione di un vecchissimo abitante che, presente alla riunione, informò, seduta stante, il governo che il cosiddetto treno non esisteva più da diversi secoli, tra le risate generali.
Ph9: C’è comunque da stare sereni, è un posto ideale per una vacanza, tra un viaggio intergalattico e l’altro! Ho scoperto infatti che anche quando viene fatto qualcosa di bellissimo, ad esempio un concerto con una grande orchestra, una straordinaria mostra, la realizzazione di una permanente d’arte d’interesse cittadino, gli abitanti, gelosissimi, come si diceva, non lo dicono a nessuno! Non informano né la stampa terrestre né quella del loro sistema solare. Forse sembra ignorino, per nostra fortuna, l’importanza della comunicazione.
Ph10: Signor Tenente O’nirbalacs, a noi sembra il posto più bello del mondo! L’unico guaio è che dovremo trasportare le nostre piscine perché la loro, ad oggi 29 marzo 4013 dell’era fotonica, è ancora in costruzione! In compenso ci sono colline meravigliose, paesaggi bellissimi e fantastici campi da tennis! Però non so cosa sia, il tennis!
Ph14: Di positivo c’è che questa città è stata la prima ad inventarsi, più di duemila anni fa, sembra per iniziativa di un famoso doctor di allora, una zona franca dai rumori, in certe ore del giorno e della notte, tanto che anche le rare mosche svolazzavano con il silenziatore. Va notato che alcuni secoli fa rinunciarono a tante spese superflue … tra le più famose rinunce fu quella di erigere, per esporla solo una settimana, una copia della Torre Eiffel, o di una ballerina grande come una torre, nella piazza centrale e spesero la stessa cifra per progettare un corridoio sotterraneo per far attraversare tutta la città, in largo ed in lungo, a quelle.. quelle.. come le chiamavano? Ah! Si, automobili!
Signor Tenente! Mi auguro che lei sia soddisfatto del nostro lavoro! Qui può riposare in santa pace e, tutto l’ equipaggio, ritrovare lo star bene con se stessi, noi Ph comprese!

Grazie, ragazze! Avete fatto un buon lavoro. Vi farò da guida, portandovi in giro per meravigliosi castelli! Degni anche dei trentaseimila di Marco Tullio Varrone, e di tutte le divinità della Terra! D’accordo, proporrò all’Ammiraglio una vacanza per tutto l’equipaggio in questo inalterato e splendido luogo … come avete detto che si chiama? Ah! Si! Catin del Monte … ma … e le fonti? Ci sono ancora, vero?! Gli cambierei nome per presentarlo meglio … lo chiamerò,
Montecatini Terme!







mercoledì 12 novembre 2014

un incredibile successo

Un successo incredibile per tutta l’umanità! Riepilogo: aver pensato una cosa del genere, averla progettata, aver trovato i finanziamenti per realizzarla … forse vent’anni fa! Quindi aver studiato la strategia, per me che sono un ignorante, la strategia balistica. L’obbiettivo “colpire” un sasso di ghiaccio, vagante per l’universo, centrandolo con delicatezza per farci posare un aggeggio che raccontasse cosa diavolo fosse quel sasso su cui si era posato! La strada da percorrere era di soli 6 miliardi di chilometri, in un tempo di circa dieci anni. Detto fatto! Dopo un volo di dieci anni è stato mandato verso questo aggeggio alla distanza dalla terra di 550 milioni di chilometri un “segnale radio” che desse l’ordine, ad un coso grande come una lavatrice, di posarsi su quel sasso! Il segnale ha percorso i 550 milioni di chilometri in 20 secondi.
Raccapricciante, veramente raccapricciante!
Non ciò che ho semplicemente descritto in queste poche righe, ma raccapricciante il fatto che, tranne quei pochi umani che hanno fatto tutto ciò, il resto dell’umanità sia così rincoglionita da sopportare se stessa, così com’è. Con le sue religioni assassine, con le sue folli economie, con i suoi capi instupiditi dal potere, con i suoi ideali fasulli, con le sue morali che non resistono al venticello di un peto, tutto  costruito apposta per essere tradito e procurare folli sofferenze. Con le sue ive, i bilanci, i debiti inestinguibili, le sue banche d’affari, i suoi soloni inascoltabili, i pensionati che non ce la fanno, le bambine in India violentate … insomma con tutto il male che siamo capaci di tirarci addosso!

Abbiamo la capacità di guardare il cielo stellato sopra di noi, di navigare lì dentro alla scoperta della vita e … stasera i tg, prima mi faranno sentire il parere di  tali Brunetta o Gasparri, o di chiunque altro, oppure cosa ha deciso un ex ufficiale del KGB o un qualche altro grande luminare del nulla e poi, brevemente, mi parleranno di Rosetta!

domenica 9 novembre 2014

Raccontino di primavera!





Ho incontrato un mio vecchissimo amico! Seduto su una panchina, si stava riscaldando ad un tiepido sole. Mi ha riconosciuto lui per primo, chiamandomi per nome! Sei te, vero?! Accidenti! Ma come stai? Quanto tempo è che non ci vedevamo! Mi sono seduto accanto a lui. Guardandolo bene in faccia m’è subito venuto di complimentarmi per il suo aspetto. Poche rughe, volto disteso, bel sorriso, mani ferme e curate; direi elegante e misurato, come sempre!
Allora, vecchio mio? Vecchio sarai te, visto che siamo coetanei! Ridacchiamo, chiacchieriamo riprendendo fili di discorsi e di ragionamenti, come se ci fossimo visti due giorni fa. A proposito, mi dice, visto che ti ostini a crederti uno scrittore, mi puoi dare un consiglio?! La prima tentazione è quella di dargli un sicuro indirizzo su dove farsi mandare. Sono o non sono un bravo scrittore! Ridacchiamo, e poi, bonariamente gli dico, spara. Mi chiede se ricordo la sua vita, la sua compagna, i suoi figli, l’amore che lo lega a loro. Tutto e bene, sostengo … quindi?
Quindi, detto in termini di comune comprensione, mi sono innamorato! La cosa non mi meraviglia tanto, conoscendolo bene: so per certo che in passato s’innamorava ogni cinque minuti! E per fortuna, restava innamorato giusto cinque o sei minuti. Glielo dico e ne sorridiamo insieme.
Continua a sorridere, lui da solo, con un velo di tristezza. Lo guardo. E, allora? Allora, un bel piffero! Cioè, gli chiedo. Si tratta di una fanciulla … Lo interrompo: una fanciulla? Si, a conti fatti se sua nonna avesse generato giovanissima sua mamma e così questa anche lei, mamma lo  fosse diventata, la fanciulla in questione potrebbe essere mia nipote! Ti basta, mi chiede!
A me?!  E di cosa ti sei innamorato? Magari è una gran bella figliola!
Una volta mi sarebbe bastato che fosse solo quello. Aiutami, se sei uno scrittore: sono alla ricerca di una parola, di una immagine, di un concetto che superi tutte le espressioni che normalmente si usano per esprimere questa sensazione che mi genera questo magnifico sentimento.
Addirittura un sentimento … con o senza  desiderio?
Bella domanda! Che comprenda anche il desiderio, che in questo caso, ti assicuro,  sarebbe fratello gemello dell’utopia. Mi hai capito?
No! Comunque tentiamo. Si tratta semplicemente di “amore”?
Ma?! Si e no! Amore esprime un concetto troppo preciso, troppo coinvolgente e nel contempo troppo vago. Non occorre rivestire questa parola con mantelli che ne mascherino l’identità e neppure mandarla nel mio cervello nuda e cruda. E’ un'altra cosa. Una cosa che mi affascina, mi fa desiderare anche solo il vederla, il sentirla parlare … per sentirmi bene, per essere a mio agio, oserei dire, essere felice!
Però! Deve essere molto bella!
Insisti, eh! Si e no! Lo è, ma non c’entra nulla! Insomma, tranne per qualche forma meravigliosa di particolari intelligenze! Ha per di più una facoltà che mi entusiasma. Spesso, e se ti dico spesso, mi sorprende! Come se mi si accendesse una luce improvvisa. Hai capito?
No!
Ma con chi sto parlando, io?! Se tu dovessi scrivere di me che seduto sulla mia vita,  ti racconto di lei e ti dico che l’ammiro e la guardo … cosa scriveresti!?

Scriverei … scriverei che ti sei imbattuto e stai vivendo attraverso di lei in una eterna primavera di vita. Lei ti è primavera di vita! 


martedì 14 ottobre 2014

Della Cina e della Gina



Tempo fa parlavo con un direttore generale di una emergente ed importante azienda, questa era la sua qualifica, in procinto di partire per la Cina alla conquista di quel mercato. Dopo qualche battuta mi resi conto che sarebbe stato bene lo avessi informato che la Cina, o la Gina, come pronunciava lui il nome di questo grande Paese, era leggermente più in là di Scandicci. Dentro di me nasceva un grande stupore nel constatare come questa azienda spedisse questo pover’uomo così lontano, quasi senza informarlo sul mondo che andava ad incontrare, ne che lui si fosse dato la pena di saperne un po’ di più. Cosa certamente non facile e tra l’altro  anche io non è che ne sapessi molto di più di lui, rispetto a quello che penso si debba sapere. Leggo ieri sulla Domenica de IlSole24ore un bell’articolo su un signore cinese di vasta cultura mondiale e di tanti denari, che tornato in Cina ha aperto, con il consenso del governo comunista, una Accademia per lo studio del confucianesimo, del taoismo e del buddhismo. Mi sarebbe piaciuto poter consigliare al quel sopracitato signore, in procinto di partire per la Gina,  di iniziare a conoscere la mentalità di quel popolo prima d’imbarcarsi per una avventura che poi finì, come prevedibile, nel nulla.
I cinesi di Cina sono talmente impregnati nel loro dna della loro cultura profondissima attraverso la quale sono riusciti, come si dice, a cinesizzare qualunque ideologia, costume o interpretazione di civiltà che abbia varcato la loro frontiera. I seguaci di Mao Tse Tung ci hanno messo un po’ di anni per capire la necessità di dover tornare sui propri passi! Leggevo, anni fa, la relazione di Francesco Saverio e del gesuita Intorcetta che scrivono alla fine del 1600 la loro meraviglia nell’aver trovato un popolo governato da un sistema teocratico, pur ignorando nella storia della loro civiltà. la figura del Dio unico! Tant’è che Matteo Ricci, oltre un secolo prima, non riuscendo a tradurre in cinese né il concetto né la parola Dio,  l’adatta al termine Tao, che ha ben altro significato. Per chi ha avuto la fortuna di leggere “Primavera ed autunno” di Mo e Confucio (detto all’italiana) si rende conto di come il senso dell’autorità, non dell’autoritarismo, dello Stato, sia gran parte della cosiddetta “ religione cinese”. Andando poi al Tao Te Ching, al Chuang Tsu ed al famoso ed altrettanto non capito e parafrasato, Libro dei Mutamenti, ci si può rendere conto di dove e come la filosofia cinese, che personalmente definirei di tipo sociale, abbia avuto una straordinaria influenza nel mondo antico greco e “palestinese” fino ad influenzare, secondo una mia paradossale pensata, l’illuminismo francese! Oggi sguazziamo in internet ed a velocità assurde ci spostiamo con il pensiero e le immagini, nel nostro mondo e se ci fosse qualcuno ad ascoltarci anche nel nostro universo. Due o tre mila anni fa le idee viaggiavano a dorso di cammello, riportate da carovane di mercanti e di profughi, lentissimamente, ma viaggiavano! E quando arrivavano su terreni fertili ma impoveriti da filosofie stranianti la vera natura dell’umanità, fiorivano con straordinaria ricchezza! Per quanto la riflessione sulla natura dell’uomo facesse fiorire ricchissimi germogli anche in occidente, da Parmenide a Lucrezio. Può darsi che il concetto della “compassione” e quello “dell’amare il nemico” siano piovuti come una manna dal cielo, provenienti da nuvole che abbiano scaricato la loro pioggia prima in oriente e centinaia di anni dopo sulle rive del mediterraneo. Oppure abbiano viaggiato dal Tao Te Ching al Buddhismo, percepite da tal Aristocle e tradotte da Matteo che parlava da una montagna!
Non riuscirò mai ad andare in Cina! Certo se ci andassi, andrei alla ricerca di Lao Tse o di altri illuminatissimi pensatori del passato, tenendo aperto sul tavolo sia la descrizione della Lunga Marcia di Edgar Snow, e quella dello stesso Mao, dando una occhiata al Libro dei Mutamenti ed anche al fantastico Viaggio in Occidente di Wu Ch’eng-en, pubblicato nel 1590, un ironico meraviglioso viaggio di un dotto taoista alla ricerca del Buddha!
Altro che mandare un “ direttore generale” in Gina!!! Però, buon per lui, almeno qualcuno ce l’ha mandato!


lunedì 6 ottobre 2014

Sulle parole 2, Da verginità a crescita.

Sulle parole 2

Verginità e prostituzione

Di derivazione latina, verginitas. Oggi, un inutile orpello di cui giustamente le giovani cercano di liberarsene. Tempo fa, in occidente, un mito. In molti altri Paese una patente di purezza. In realtà, un “sistema” inventato dai maschi, per due ragioni di puro opportunismo. La  prima, antichissima per cui le femmine in età di proliferare, durante le grandi migrazioni, non dovevano avere rapporti con i maschi. Incinte e partorienti avrebbero ritardato il cammino della carovana. La seconda, non c’è cosa che spaventi un maschio come il confronto con un altro maschio. Meglio evitare.
Forse dal primo caso nasce anche la prostituzione: donne non più in grado di proliferare servivano per il riposo del guerriero. Ancora oggi una giornalista, direttrice di un giornale, sostiene che la prostituzione va incontro ai bisogni dei maschi … Ergo, le femmine non hanno bisogni?!

La prostituzione.

 Datemi trecento anni di sicura scolarizzazione e la prostituzione scompare, senza divieti, senza obblighi, con l’unica arma dell’educazione. Se poi una donna o un uomo hanno dei bisogni, l’educazione detterà loro il sistema migliore per soddisfarli, senza bisogno di vendere il proprio corpo. L’idea non nuova di tassare le prostitute, far fare loro una denuncia dei redditi, isolarle in case particolari, trovo sia un nuovo inizio di barbarie civili, Assistere queste persone, uomini e donne, da un punto di vista sanitario, è un obbligo per ogni società civile. Disatteso ma tale resta. Assisterle nel campo dell’educazione è molto più difficile. Non solo mancano le strutture necessarie. Manca aver educato l’educatore. Poi manca la possibilità di un reintegro d’incasso. In trecento anni si può fare!

Intelligenza.

Scegliere tra. Ligere intra. L’università di Parma sta studiando un sistema, basato su visori che consentiranno a qualsiasi automobile di parcheggiarsi sa sola! Fine di un tormento. Se poi l’auto è elettrica gli si potrà dire di andare da sola a farsi caricare le batterie e tornare, sempre da sola, a riprenderci. Non importerà nemmeno fischiare. Ovviamente se al posto di guida si metterà un intruso, l’auto riconoscerà il culo diverso e lo espellerà dal finestrino o dal tetto!
Il veicolo spaziale indiano è arrivato a destinazione, in quasi assenza di traffico. Dopo venti anni dal lancio una navetta destinata a meteorizzare, vale a dire atterrare  su una meteora, è arrivata a destinazione, incrociando con precisione millimetrica il suo obbiettivo. Vent’anni dopo! Osservatori cosmici in sud America hanno percepito un primo vagito del nostro universo. Il che fa supporre tra l’altro, l’esistenza di altri universi. Con singole leggi fisiche, singole esistenze ed altre forme d’intelligenza. Morale: affidare il governo di questo mondo alla scienza, cancellando, con tranquillità, tutto ciò che non lo è.

Nudo

 Dal sanscrito: nagda. Volevo scrivere qualcosa sul concetto di “nudo”. Sono andato a cercarne una immagine ed ho scoperto il selfnudo. Vale a dire giovani donne che si fotografano e mettono le loro immagini su you tube. Scattano immagini dei seni, delle loro intimità, da ogni lato. Spesso accompagnate con immagini del proprio sorriso, quello con le labbra della bocca. Tanto per essere precisi. Dopo averne passate in rassegna un congruo numero, mi sono chiesto cosa le spinge a fotografarsi. Se fosse solo pubblicità di se stesse, sarebbe ingenuità. Se fosse vanità, sarebbe talmente plateale e così senza veli da non far scattare nessuna fantasia. Se fosse un prodotto in vendita mancherebbe di dati essenziali, quali prezzo, indirizzo, elenco prestazioni orari e chi più ce ne ha, più ce ne metta! Se fosse solo una povera idiozia! Mah!



Crescita

Mi domando fino a quando  è lecito al corpo umano il crescere? E così ad un filo d’erba, ad un gatto, ad un albero. Ogni albero aspira a diventare un enorme baobab? E caso mai ogni albero ci riuscisse, riterrebbe di avere un potere esclusivo su alberi più piccoli? Tutto il mondo è economicamente impegnato nella " crescita" di se stesso. Fino a quando è produttiva la crescita? Possono centomila fabbriche di scarpe crescere più della possibilità di fabbricare e vendere tante paia di scarpe da calzare, e per quante volte, tutti gli umani? Forse il concetto di crescita ha bisogno urgente di nuove dimensioni!





mercoledì 1 ottobre 2014

il senso delle parole



Duro.

Quando io ero piccino si usava questa parola per indicare un  qualcuno che lo fosse di comprendonio.
Sempre in quella   epoca c’erano quelli di menta.
A volte lo diventava il pane.
Se battevo la testa da qualche parte, trovavo sempre qualcuno che mi chiedeva, sorridendo, se il muro, lo scalino o qualcosa d’altro in cui mi fossi imbattuto, era duro.
Nella  adolescenza mi divinizzava la frequenza con cui per un nonnulla mi diventava duro.
Partita di tennis femminile a Pechino. Una austriaca contro una danese … il suo rovescio è stato molto duro!
Oggi, duro, lo può essere la qualunque: un atteggiamento, una risposta, una critica, un politico, un bombardamento, una immagine, un rovescio al tennis … praticamente il termine duro sostituisce qualsiasi altro termine esplicativo. Duro lo è chiunque e la qualunque. Sarcastico, ironico, lucido, veritiero, sferzante, sicuro di sé,  tattico, ben giocato, maleducato, pungente, tagliente … oggi tutto è duro! Siamo tornati a quand’ero piccino!

Crisi

Dal latino “crisis” e poi dal greco “krinein” = separare, cambiare sia in bene che in male. Non dico mai  che sono in crisi, se sto bene, se mi sono innamorato, se ho vinto al superenalotto venti milioni di euro … lo dico quando sto male, quando è passato troppo tempo dall’ultimo innamoramento e soprattutto se non vinco mai al superenalotto. Dalla stessa radice della parola “critica”. In questo caso “krinein” si traduce con criticare, giudicare. Oramai la parola critica indica una negatività, il giudizio, quasi, mai. Parole a senso doppio sono diventate a senso unico.


Sport

Dall’inglese sport: forma aferetica dell’antico disport. In italiano si direbbe “diporto”. Per i TG Rai e non Rai, se dici sport dici “calcio”.
Nessuna notizia sul campionato mondiale di ginnastica ritmica femminile. Tranne un servizio su Raisport1, dove due ciarlieri commentatori ciaccolano del più e del meno, impedendo l’ascolto delle note al cui ritmo le ginnaste si muovono. Ragazzine che si allenano per tempi infiniti, per esibirsi con altrettanta graziosa abilità, confrontandosi tra di loro,  davanti ad un pubblico attento e ben educato. Quasi o del tutto gratuitamente. L’informazione strombazza ai quattro venti che un calciante trentottenne, multi milionario, ha tirato un pallone dentro una rete.

Stupro

Origine incerta del termine. Significato certissimo: costringere con violenza ad un atto carnale un essere umano. Ma non per tutti. Per alcuni c’è stupro e stupro. Anzi stuprino e stupretto, Se la vittima non si difende abbastanza, se la vittima non urla a squarciagola, se la vittima si è vestita come diavolo ha voluto ed ha avuto un comportamento provocatorio. Insomma se, se l’era voluta, la idiozia dello stupratore non causa una colpa grave. Anche l’idiozia di chi lo giudica non costituisce colpa grave. Chi invece l’avesse subita, si porta questa storia addosso per tutta la vita.

Arrivederci

Un saluto gentile che presuppone il piacere di un vederci di nuovo. Detto al telefono non ha il minimo senso. Per ora. Anche la voce automatica di un casello autostradale mi dice arrivederci. Gli sarò piaciuto!

Arileggermi!


martedì 16 settembre 2014

Della Scozia, della Catalogna e del Veneto.

Sull’ esempio della Scozia e della Catalogna anche il Veneto ambisce alla indipendenza dallo Stato Italiano. Forse la vuole anche la Sicilia e già che ci siamo, la Lombardia. Io, personalmente, farei un referendum nazionale in cui chiederei al popolo italiano se desidera tornare  agli Stati esistenti prima dell’unità d’Italia! Le guerre d’Indipendenza? Cancellate!
La Toscana torna ai tempi del Granducato. L’Emilia Romagna (?), le Marche il Lazio etc sotto il Vaticano. In sud  Italia si ripristinano Le Due Sicilie! La Sardegna torna al Piemonte. Se poi qualcuno rivuole le rispettive famiglie reali, si accomodi e  faccia tornare i relativi rampolli, tutti intelligentissimi! Contenti tutti!? Ovvia!
Il Granducato di Toscana batterà moneta, così riavremo il fiorino! Il Veneto o il Lombardo-Veneto eleggerà presidente della nuova Repubblica l’avv. Maroni, agli Esteri ci sarà l’on.le Borghezio …alla Cultura, il figlio di Bossi. Immagino il Cristo e gli Apostoli, mollati i resti dell’Ultima Cena, alla trattoria di Santa Maria delle Grazie, fotografati dal bravo Leonardo, fuggire di notte su un pericolante barcone, remando contro corrente, verso Torino. Il fondo, lì è conservato un  lenzuolo del loro boss!
Nello SCV, Stato Città del Vaticano, ritorna il Potere Temporale, nel senso che pioverà un giorno si ed un giorno no! Targhini e Montanari si rivolteranno nelle tombe! Pazienza.
Il regno o la repubblica delle Due Sicilie potrebbe essere una stella della bandiera americana. Il che porterebbe gli USA, di casa, nel Mediterraneo. Mafia, permettendo. La via principale di Palermo sarà intestata a Luchi Luciano! Occhei!
Se poi  l’Austria volesse ribagnare il suo culo nell’Adriatico si annetterebbe il Veneto in un nano-secondo e  così Luchino Visconti potrebbe girare una nuova versione di Senso: Senso 2! Il problema  irrisolvibile sarebbe quello di trovare un'altra splendida Alida Valli. Vantaggi economici di questo ritorno al passato? Nessuno! Ma, da noi, quello che conta è l’ideale!  L’Italia non avrebbe più un Parlamento nazionale da mantenere, né Torino potrebbe scaricare le sue casse integrazioni, dovute alla grande rapina del secolo, sulle spalle dei Toscani o dei Calabresi, insomma sul resto degli Italiani.
Della globalità, che ne facciamo? Del resto del mondo? O, cos’è, il resto del mondo? Siamo o no gli eredi di Roma “caput Mundi”. Almeno qualcuno di noi avesse letto e capito un po’ di storia. Macché!!!
Credo fermamente in questa brillante soluzione ai problemi dell’Italia nel rapporto con l’Europa che con il resto del Mondo.
Tutti i nostri problemi, sociali ed economici, finiti, risolti. Persino Pompei potrebbe, come ora, crollare in santa pace. Naturalmente con il permesso di Allah!
Perché? Che c’entra Allah? Starete a vedere, perché vedrete che anche lui rivorrà la sua parte!
Tutto risolto e tutti felici. E poi, cosa succederà?
Accadrà che una colossale risata del mondo e dell’universo intero ci seppellirà!


Un morto al giorno.



Sinceramente potrebbero fare di più! Sono in tanti ed hanno, dicono, una cinquantina di ostaggi. Questo centellinare  sgozzamenti a giorni alterni non fa di loro dei perfetti carnefici, ma solo degli artigiani maldestri della morte. Non hanno nemmeno imparato da un loro ex dittatore che gasava interi villaggi, né dal grande loro predecessore, quel mezzo tedesco con baffetti, che  avvelenava i propri nemici a migliaia in apposite e scientifiche camere a gas. Sono dei parvenu del terrore che abbisognano di vestirsi da vendicatori con uno pseudo alone giustificativo religioso. Predicando parole terribilmente intrise nel sangue! Oltretutto sono mele marce. Frutti scaduti, andati a male tra quei radi tentativi di liberazione che ogni popolo ha il diritto di esprimere. Non liberano niente e nessuno. E' indubbio il loro obbiettivo: scatenare una gigantesca guerra contro di loro. Chi ha di queste idee è sempre convinto che vincerà. In effetti, alla fine, perdono sempre. Ma per loro la storia è frutto del demonio! E per di più annunciano come virtù islamica la loro assurda misogenia. In realtà hanno una straordinaria paura delle donne. Ne conoscono la forza e armi alla mano le violentano e le vendono ad altri impotenti come loro, facendone uno squallido mercato. Dal greco mu/iseo- odio e gunè-donna. Odiano le donne, dimostrando così platealmente la loro impaurita sudditanza alla parte più bella del genere umano. Sarà perché nello stesso modo, odiano l’arte, pensando che con questo operare l’uomo voglia eguagliare, se non superare, l’opera di Dio. L’altro aspetto della loro manifesta idiozia sta nel rinnegare, imitando punto per punto, quanto l’uomo occidentale ha fatto e fa per impadronirsi del massimo delle ricchezze altrui. George Orwell aveva visto giusto! Parlandoci, storicamente fuori dai denti, si tratta di una massa di idioti antimoderni che si muovono in nome di una spasmodica cupidigia di potere, alimentati da fazioni fanatiche di altri Stati viciniori che intravedono nelle loro feroci manovre una possibilità diversa di tornaconto economico. Potremmo anche stirarli definitivamente usando il ferro di feroci ed indiscriminati bombardamenti, ma risolveremo poco se non tagliamo alle loro spalle coloro che alimentano i loro conti correnti, coloro che vendono loro armamenti. Sempre che questo non comporti, per gli occidentali, lo spararsi sui piedi! Fa tenerezza, ammettiamolo, ascoltare parole accorate che invitano alla pace, pronunciate, forse, con sincera umanità, senza ricordarsi che quel pulpito ha, anch’esso, una storia talmente feroce da immaginarla incredibile alla luce dell’oggi!  Se ne uscirà patteggiando. Chi oggi uccide sarà ucciso in nome di futuri accomodamenti. La storia si ripeterà con una sua tristissima scadenza, senza come al solito, ridare vita a chi miseramente nel frattempo l’abbia persa.
“ Ascolto con terrore coloro che guidano uomini,  che negli uomini non credono” Era presso a poco il pensiero tragico di Walt Whitman.

















venerdì 12 settembre 2014

Un film dell’orrore


Film su Raitre, in prima serata. Titolo Margin Call. Produzione USA, uscito nel 2008 in Estonia. Categoria: Horror
Nessun avviso agli spettatori. Film non vietato. Storia: come ci si arricchisce vendendo carta straccia, sub prime, mutui ed altre cialtronate. Il succo della storia è “mors tua vita mea”. Obbiettivo “operare da leader nel mondo globale”. Perché nella categoria Horror? Dimostra, con bravura di recitazione, con ottimo testo ed efficace musica e fotografia, l’assoluta inconsistenza di come un lavoratore nella democratica America viene considerato. Un nulla, leggermente meno di un nulla. Indipendentemente dagli anni della sua vita che ha dedicato a quel lavoro, dai suoi progetti, dalla validità del suo apporto allo sviluppo dell’azienda dove lavora. Niente! L’unico protagonista che si salva, a stento, ma si salva, è il dollaro. In mano ad un capo banda, azzimato e truce quanto basta, la storia narra come sia possibile in una società, come quella umana, alberghino belve miliardarie di tale ferocia e stupidità. Non producono niente, non fabbricano nulla; solo, fino ad un certo punto, generano utili immensi per un piccolo gruppo di complici. Dall’alto del loro grattacielo osservano  l’immensità della città sotto di loro, una luminosa New York, che per la loro cupidigia assurda, stanno distruggendo. Il cinismo non c’entra proprio! Non sono cinici, sono al di là di ogni considerazione tal sì che, difficilmente, uno zoo li ospiterebbe. Un medio capetto da due milioni e mezzo di dollari l’anno elenca come spende questa cifra enorme: la metà va al fisco (meno male, da noi…) e poi nell’elenco spuntano ottantamila dollari spesi in puttane. Se, dio ne guardi, viene sfiorato da un sentimento, ci resta stecchito. I latini dicevano “in vino, veritas”. Qui si potrebbe dire: nei film, a volte, c’è verità. Vedendo in questi uffici una marea di monitor accesi giorno e notte, vengono i brividi nella schiena e sorge questa domanda: se questa gente è il pilastro dell’economia di un Paese, con cosa li si può sostituire o cancellare, se loro sono padroni di spostare miliardi di dollari da una parte all’altra del globo… noi che avevamo spensierati nonni che cantavano “se avessi mille lire al mese …” dove stiamo vivendo? In un film dell’orrore?!
E’ questa l’economia del mondo, basata sulla cialtronaggine di questa gente per la quale esiste solo un’esasperata crescita senza alcuna crescita di benessere. Immagino, poi, se a queste bande tornasse utile finanziare fabbriche di guerra, cosa potrebbe succedere in tante aree povere del mondo. Già, a proposito, che non sia esattamente quello che sta succedendo?!


giovedì 11 settembre 2014

11 settembre, chi è stato?



Non tanto chi ne ha portato a termine il progetto, non chi lo ha organizzato, a me piacerebbe proprio sapere chi lo ha pensato, chi lo ha immaginato fino al punto di finanziare una simile operazione. Ipotesi, due fondamentali. La prima, il signor Laden: rampollo di una ricchissima famiglia araba abituata ai più stratosferici contatti internazionali, tant’è che un Laden cadde con il proprio elicottero in un orto della famiglia Bush. E’ stato lui? Un bel giorno questo giovanotto che si fa immortalare come un povero montanaro armato di mitra, ascetico e dedito alla preghiera, si sveglia con l’idea di voler dare una lezione al capitalismo occidentale. Adottando le più stupide motivazioni. Come si sa più sono stupide e più attraggono. Invece di provocare colossali crolli di borsa, dei quali patirebbero anche gli  altri Laden, mette su una banda di personaggi. Li sposta nella patria del demonio dove imparano a pilotare aerei, mantenendoli in America per un sacco di tempo. Finché questi, una volta imparato come si fa, si schiantano chi su un grattacielo, chi per terra chi da altra parte. Oltre ad uccidere senza alcun senso gente qualunque mentre lavora e vive, assolutamente ignara di quanto stava accadendo, il signor Laden provoca e ottiene la vendetta americana. Anzi inizia da qui una catena di massacri che ancora non ha visto la fine. Nessuna utilità sia alla causa anti occidentale né a quella, eventualmente, sperata a favore di uno pseudo misticismo islamico. La seconda ipotesi: la bellezza dell’America, gli USA, è di essere libera e democratica, a tal punto che anche un fastidioso razzista idiota può diventare miliardario e, come tale, è libero di associarsi con altri suoi simili. Insieme sono così stupidamente potenti da crearsi all’interno di strutture ufficiali, per esempio i servizi segreti, una tal compagine di deficienti in grado di organizzare  assassini di  portata mondiale. Solo per il gusto di sedersi su poltrone occupate da altri culi. Inutile dire che successivamente parteciperanno, bagagli ed armi, alla difesa dell’offesa, per loro mano, fatta al loro Paese, esportando ogni ben di dio, democrazie e ridicolaggini comprese! Diversamente, il divertimento dov’è!!! Quello che  a loro interessa è la fabbricazione di bagagli e di armi! Sulla base di questa bella pensata muoiono nel mondo decine di migliaia di esseri umani, interi territori resteranno inquinati per decenni: la gente che non partecipa alla carneficina ne resterà comunque destabilizzata. Al cielo, da ogni altare, si levano preghiere assolutamente inutili. Nessuno infatti. lassù, ha più voglia di ascoltare i lamenti di storici fabbricanti di lamenti.
Allora, chi è stato? Sopra qualsiasi imbecille, a qualunque popolo appartenga, ci sono secoli di educazione civile e religiosa interamente distorcente barlumi di umanità. Falsità inculcate come verità assolute. Verità trasparenti, anche per un neonato, combattute e cancellate in nome di particolari e singoli interessi. Sacrifici di vite umane degni di epoche in cui la barbarie era padrona del mondo richiedono e richiamano vendetta.
Ovunque tu sia io ti ucciderò! Oppure,  io ti  ucciderò solo perché ci sei. Amen!
Chiedo scusa ai miei dieci lettori abituali, di manzoniana memoria: amen, un bel cazzo!!!
Come possiamo  e cosa siamo in grado di fare? Solo una cosa: cercare di capire! 
A proposito, chi è stato?


mercoledì 10 settembre 2014

Del perché dello scrivere.

La domanda fondamentale è questa: perché lo fai? Potrebbe, questa richiesta essere accompagnata, se non vi fosse un insidia pericolosa, da un altra domanda: perché pensi? L'insidia della prima domanda sta in chi la pone; quasi avesse, sia un sotto fondo sarcastico sia, in se, già pronte alcune risposte definitive. La seconda non viene quasi mai posta perché si da per scontato che un essere umano pensi. Non sempre è così. Anzi molto spesso gli umani demandano la faticosa attività del pensare ad altri. Qui i casi sono due: può andarti bene così, anzi meglio; oppure ad un certo punto, quando ti nascono dei famigerati dubbi  uno si ritrova con in mano il solito pugno di mosche. Eccomi! Ad un certo punto della mia vita, direi ad onor del vero, assai prestino, ho aperto il palmo della mano e dentro non c'era che l'ombra di un pugno di mosche! Cominciai a riflettere sui miei genitori: brave e semplici persone, Probabilmente senza domande, oppure se ne formulavano, se ne liberavano subito. Il loro impegno ero io; dovevano scoprire chi sarei stato e darsi da fare perché lo diventassi, Fu così che invece di continuare a leggere per dare esami e far capire che avevo letto e capito bene, cominciai a scrivere dentro di me. Penso di avergli procurato preoccupazione e poca soddisfazione. Comunque sia stato, ci siamo dati lealmente tutto l'amore di cui siamo stati capaci. Ed è stato così che ho iniziato a trasferire i pensieri che il leggere mi suggeriva, dalla penna stilografica alla carta, dalla tastiera di un computer allo schermo. Il leggere, il vedere, il guardare, l'amare, incontrare  personaggi stratosferici, soprattutto del passato..... Un cocktail di immagini, di parole, di intuizioni, di impensabili riflessioni che aprivano scenari d'improvvisa lucida bellezza.
Lo scrivere, il farlo, serve prima di ogni altra considerazione, a leggermi dentro. A capire, dentro di me, se quello che sto comprendendo è la realizzazione di un sogno, o la sua continuazione. Prima ancora di ogni altra considerazione lessicale o stilistica. Prima ancora che un lettore diverso da me potesse essere  messo in grado di leggere le mie parole e conoscermi. Chi ha il vizio o la virtù dello scrivere, qualunque personaggio o situazione e riflessione scriva, ha per oggetto solo se stesso. Scrive di sé! Sia che narri le vicende di Sandokan come di Caterina da Siena, di Pinocchio o della Monaca di Monza. Io, lo scrivente, nel bene come nel male!
Lo scrivere per approfondire la convinzione che noi, gli uomini, dico per essi tutti i viventi, conduciamo la nostra esistenza avvolti nel caos delle falsità con cui abbiamo arredato la nostra vita. E questo porta infelicità, dolore, percorsi di esistenza difficili e tortuosi perché, sempre, fuorvianti. Attribuendo tutti i nostri mali , tutti i nostri pochi beni, ad una visione della realtà così strampalata che per essere creduta necessita di una fede, di una fiducia cieca, muta, e sorda. 
Lo scrivere come una chiave con cui aprire porte nascoste nella coscienza, come una lente d'ingrandimento tale che consenta di vedere dentro, non di moltiplicare i confini delle cose.
Lo scrivere diventa poi una molla che aizza la vanità. Ricordo una bella e giovane signora, al mare d'estate. Incuriosita, forse e magari solo cortese, dopo un mucchio di parole mi chiese di leggere una storia che da poco avevo "pubblicato". La guardavo, da lontano, leggermi! La vedevo assorta ... pensai che con il caldo della bella giornata estiva, si stesse addormentando! Fissai lo sguardo sul mare, al solito bellissimo. Ed ecco una mano accarezzarmi i capelli e la voce di questa giovane signora che sorridendo mi sussurrava un "grazie"! La mia storia l'aveva divertita e commossa.
Le credetti!  
Lo scrivere, da allora, è stato il mio gioco più bello! Nell'ultimo di questi, pubblicato recentemente, con il titolo " I Colloqui del Dotto Mamo" mi propongo l'ennesimo tentativo di smantellare, senza buttar via niente, le confuse sovrastrutture che inaridiscono il nostro vivere. Inizio a prendermela con Lui, che dicono stia lassù. E visto che non credo nell'immagine che di Lui dipingono da millenni, provo a colloquiare per scritto, lamentando il suo assurdo silenzio! I colloqui del mio amico Mamo seguono un percorso che si delinea strada facendo,:intervistando un predecessore di Lui, tal Zeus, ospite di una casa di riposo per vecchi Dei ... La conclusione?! Forse cercare una conclusione è cosa vana, perché non ci sarà quasi mai una conclusione, Vale per vera la risposta che Socrate dava normalmente a chi gli chiedeva se, realmente, lui credesse nelle cose che affermava. Al che il grande Socrate rispondeva che:  si, forse, ma non ne era sicuro!

giovedì 4 settembre 2014

A mia insaputa!

Facciamo così: io sono il Presidente e Dittatore deliberatamente eletto, di uno dei più grandi Paesi del mondo. Non si muove un bacherozzo senza che io o al massimo uno dei miei fedelissimi ministri lo si abbia ordinato. Fatta questa premessa, in una Nazione a noi confinante, un gruppo folto e ben armato di nostri simpatizzanti  occupa, armi alla mano, un intero territorio. I soldati di quella Nazione confinante non stanno lì a guardare e si oppongono a questa azione militare. Non solo, siccome i miei simpatizzanti le stanno buscando, un bel gruppo di miei soldati, con carri armati ed altre quisquilie, entra in quel confine per appoggiare la resistenza e l’invasione. Succede anche, sempre a mia insaputa, che viene preso di mira una aereo per il trasporto civile, abbattuto e uccisi tutti i passeggeri.Chi mi ha simpatico ha anche una buona mira! Uffà!!! Il legittimo governo di quella Nazione chiede aiuto al mondo intero e questo mondo si allarma e si predispone a contrastare i miei amici ed i miei soldati. Io, Presidente e Dittatore, deliberatamente eletto, mi arrabbio ed avverto che con me non si scherza! Ho una fionda potentissima che spacca in due tutti gli atomi! Anche noi, risponde il mondo! Ah, già, dico io! Mi invitano a sedermi intorno ad un tavolo. Ci vado e decido, per il momento, di farla finita. Il ministro della Nazione invasa dai miei amici e dai miei soldati da l’annuncio di una tregua concordata tra di noi. Poi io dico che non  era possibile che io concordassi alcuna tregua perché ne i miei simpatizzanti ne i miei soldati hanno qualcosa a che fare con me, e con quanto mi dicono stia accadendo. Anzi se è vero che stanno facendo tanta confusione, la fanno a mia insaputa! Detta questa bella frase mi aspetto che il mondo intero mi spari una pernacchia derisoria e m’inviti a smettere di fare il buffone … macché! Nessuno obbietta un bel niente! Anzi continuano ad invitarmi a trattare ed io, sempre a mia insaputa, ci vado!!!
C’è, mi dicono, una candidatura libera per un premio Nobel per l’idiozia e l’ipocrisia, per la capacità di far massacrare la gente e per altre banalità … mi si dice che io potrei essere candidato a questo premio Nobel … ci sto pensando e quasi quasi, sempre a mia insaputa, mi propongo per ottenerlo sicuro di ottenerlo. Così mi farò un viaggetto pacifico in Svezia, anzi ad Oslo e stringerò la mano a personaggi che, come me, governano il mondo a loro insaputa. Certo che mi piacerebbe condividere questo premio con altri miei omologhi, anche se qualcuno di loro pretende di essere stato eletto liberamente e sapendo quello che faceva. Incredibile! Non potrei essere in migliore compagnia. Ed il resto dei popoli?
Dove, chi, come, quanti …? Nessuno me ne ha mai parlato!


mercoledì 3 settembre 2014

La grande pioggia



 Nel 1939, dal libro di Louis Bromfield, il regista Clarence Brown trasse un grande film! La Grande Pioggia. A parte Tyrone Power, nella parte di un affascinante medico indiano e Myrna Loy in quella di una lady english, annoiata e pronta a non annoiarsi, recitava un metro e cinquanta di splendida donna, russa, la sessantatreenne Marija Uspenskaja! E per la sua bravura, un Oscar come attrice non protagonista, e per la mano del Brown, interpretando una principessa indiana, esprimeva, con il suo ghigno che emergeva dal cerone, tutta la sua avversione e forzata accettazione nei confronti del colonialismo inglese. Un film strappa lacrime di ottima recitazione hollywodiana, con un grande impatto sul pubblico di tutto il mondo. Oggi, a distanza di quasi cento anni dalle scene così descritte, nella civilissima Italia moderna, può venire giù qualsiasi grande pioggia che i cittadini di campagna, di montagna, di paese e di grande città, non se ne accorgono neppure! Anche perché, ora come allora, molti restano sepolti da frane, affogati in allagamenti, esondazione di ruscelli e di fiumi, privati di ogni loro bene. A differenza di allora i nostri umidi conterranei vengono ripresi dalla televisione che documenta frane, allagamenti, mobili buttati al macero e funzioni funebri in cui, i rimasti vivi, chissà perché, applaudono i morti! Non ci facciamo mancare niente, tant’è che in assenza di un colonialismo inglese opprimente, non ci priviamo del piacere di esprimere il nostro dolore infilzando perline di parole anglosassoni nelle nostre lamentele. Per consolazione ci dicono che il tempo, brutto o bello, sta cambiando le stagioni. In fondo è quello che tutti volevamo: Natale il 15 agosto, con neve calda e sole, le vacanze estive al 31 dicembre facendo il bagno tra le onde del Mediterraneo che bagneranno la coste delle Langhe e del Chianti! Se poi ci sarà da ritenere responsabile qualcuno che ha violentato la natura così a lungo e con tanta ferocia, troveremo senza dubbio un colpevole che non c’entrerà niente con l’accaduto, ma sarà utile per nascondere produttori  dei gas nocivi con cui si continuerà ad avvelenare la terra; per dar modo a questi ultimi di continuare questa nuova forma nostrana di colonialismo in cui tutti noi siamo gli indiani di turno. Oppressi non più dalla dominazione di una sola nazione straniera, ma oppressi dalla nostra stessa ignoranza. Colonizzati dalla nostra idiozia.
Questo ultimo agosto è stato un antipasto, con aperitivo, di ciò che ci verrà servito a pranzo ed a cena.
Oggi 3 settembre 2014 uscendo di casa, nel Chianti, il termometro dell’auto segnava 14 gradi sopra lo zero. Ci siamo ritenuti fortunati. Nello scendere a Firenze siamo saliti  a 18 gradi! Praticamente, novembre!
Di una cosa siamo sicurissimi, che, in omaggio al meteo, un qualche canale televisivo metterà in onda per la duecento millesima volta un bellissimo film: La Grande Pioggia. 

domenica 31 agosto 2014

Che ci sia vita nell'universo?



Cosa cambia per me se la risposta a questa domanda fosse positiva o fosse negativa? Mi pongo una seconda questione: la vita su questo pianeta, che chiamiamo Terra, potrebbe essere considerata tale se ne fosse osservato il “modus vivendi di alcuni viventi”, in particolare dell’umanità, da un'altra galassia? Noi umani visti da lontano come potremmo essere considerati? Un esempio extra galattico di vita… un brulichio incessante di strani esserini … oppure, data la nostra brevissima esistenza, potremmo essere visti come delle curiose ed evanescenti flatulenze. Vero è che abbiamo spedito oltre il confine del nostro sistema solare un disco d’oro o di platino con incise tracce della nostra civiltà, come fossimo dei naufraghi che in una vecchia bottiglia  parlano di se stessi, sperando di essere letti e magari salvati. Forse un giorno, girando e rigirando per l’universo, questo dischetto ricadrà su questa terra, tra tante di quelle migliaia di anni che, una volta raccolto e letto, farà gridare al miracolo perché verrà interpretato come una prova dell’esistenza di un certo tipo di vita nell’universo! E’ giusto indagare ed investire in questa ricerca. Più giusto ancora se, nel farlo, riuscissimo a scrollarci di dosso tutto quel guardaroba di falsità che ci opprimono. Mettiamo il caso che riuscissimo a scoprire che esiste una pianeta abitato da viventi di tipo umano che abitano una terra ricchissima di tutto quello che noi consideriamo fonte di ricchezza. Loro non ne fanno uso perché per essere felici, e la felicità è il loro obbiettivo, non abbiano bisogno di sfruttare quelle tante ricchezze. Vivono serenamente e il loro più straordinario spettacolo è applaudire al sorgere del loro sole e l’apparire delle loro sette lune. Mi domando: in quanto tempo saremmo capaci di distruggere il loro pianeta? In quanto tempo ridurremo in schiavitù quella gente felice? In quanto tempo cercheremo di arruolarli in una delle nostre religioni? Ora fantastichiamo insieme al capitano Kirk … “la nostra etica ci impedisce di intrometterci nelle vita di altri esseri viventi” dice lui.
Credo che non impiegheremmo più di un nano secondo per impadronirci delle ricchezze altrui. Noi siamo “grandi potenze” nel nostro sistema solare. Dominiamo di qui a Giove ed anche oltre. Ci avviciniamo ad essere premiati come i bipedi più idioti di tutto il sistema solare. E ce ne facciamo un vanto!
Forse qualcuno qualcosa sa! Oppure fa trapelare una mezza informazione sull’esistenza di altre vite altrove. Sostenendo che meno la gente comune ne sa e meglio sta. Poi, in realtà, meno ne sa e più sopporta chi sostiene di saperne di più. Un ipotesi interessante e futuribile è quella che auspica una visita al nostro pianeta da altri esseri viventi a tal punto più progrediti di noi da poter viaggiare per l’universo ovunque li porti la loro curiosità. La nostra ricerca scientifica più avanzata sostiene che noi umani vediamo cose e diamo loro nomi differenti in virtù del fatto che cervello ed occhi immaginano, da centinaia di migliaia di anni, di vedere un albero la dove non c’è che un mucchio di atomi che girano a velocità diverse in spazi diversi tali da farsi distinguere da un papavero che gira ... … e se, i cosiddetti alieni avessero altri sistemi, altri cervelli ed occhi per vedere le cose, potrebbero non vederci! Giudicando il nostro pianeta abitato da strane nebbioline in perenne movimento, praticamente delle flatulenze! E questo potrebbe essere la loro salvezza! Il nostro dramma è che crediamo di essere ciò che non riusciremo mai ad essere!