Continuo a leggere confronti tra una Roma/Italia corrotta e la domanda per avere a Roma le Olimpiadi del 2024. Novanta su cento non ci sarò! Visto che ho compiuto ottantanni tre mesi fa! Però mi piacerebbe far notare che, oltre alla generale corruzione, c'è chi fa il suo dovere ed in particolare chi, magistrati e polizie, scoprono sistematicamente i corrotti. I quali non sono degli idioti e continuano con perspicacia la loro attività, così come continuano ad essere scoperti ! La stampa non aiuta certo nell'elogio a questi
"scopritori" di malefatte che non guardano più in faccia nessuno, Mi piacerebbe che chi nota la corruzione desse una occhiata in giro, per il mondo. Non per sminuire la nostra, per carità, ma, e magari, per non sentirsi soli ! Partiamo dall'alto. Qualcuno pensa che i gentiluomini del club Bilderberg si riuniscano ogni tanto per prendere decisioni a favore dell'umanità? Che i servizi segreti dei Paesi del mondo operino nel rigore delle leggi internazionali? Che le organizzazioni mondiali tutelino i più deboli esseri viventi del pianeta, visto che questo è il loro compito, dagli affamati di tutto il mondo, alle foreste dell'Amazonia, alle balene ...etc? Che famosi e ricchissimi Paesi come il Qatar trattino i loro concittadini come trattano gli operai Nord Coreani che vi lavorano per la costruzione di impianti sportivi? E che di conseguenza il resto del mondo rifiuterà di gareggiare nel Qatar? Che le religioni, nel loro insieme, abbiano operato ed operino per il benessere fisico e spirituale dei loro adepti? Che i signori Putin, Erdogan e compagnia lavorino per il benessere dei loro popoli?
Volete che continui?
Allora dico: può anche darsi che Matteo Renzi non sia Harry Potter e con la bacchetta magica che descrive le cose da fare in Italia, per ora trovi "qualche" difficoltà! Ma diamogli fiducia, in mancanza di serie alternative, con un piccolo applauso alla sua speranza per una Italia ed una Europa migliore almeno tra dieci anni!
martedì 16 dicembre 2014
venerdì 12 dicembre 2014
15° edizione del Concorso di Narrativa Montecatini Terme
Catin del Monte,
forse, domani
La
velocità fotonica era al massimo, così il suo rilassamento: un
brano di musica, cupo e profondo, eseguito con un violoncello a
spalla, lo attendeva nella sua cabina. Le palpebre già sonnolente.
La visita al 14° pianeta della terza galassia era stata molto
soddisfacente. Le colonie umane si erano perfettamente amalgamate con
la vegeto-umanità locale, con qualche piccola eccezione. Proprio
per questa lo avevano sbattuto fin lassù. Quando si tratta di
sentimenti nascono sempre delle difficoltà: in effetti nessuno di
noi avrebbe mai potuto prevedere un innamoramento tra un nostro
consulente, un umano, ed un salice. Anzi una salice: in realtà non
si trattava di quello che comunemente nella bio-natura del pianeta
Terra viene definito salice, dove ne fioriscono una trentina di
specie, più o meno tutte uguali. Questa assomigliava singolarmente
al tipo “excelsior”. Cosa che, per altro, gli ricordava qualcosa
di familiare relativamente al paese di origine dei suoi antichissimi
avi. Aveva condiviso l’opinione di quasi tutti: questa curiosa
pianta aveva un qualcosa di femminile nel tronco … e poi, nella
relazione con cui il graduato di 3°generazione, l’umano in
questione, raccontava del suo innamoramento, si leggeva che, quando
veniva sollevato dai rami pendenti della sua salice, provava un
piacere erotico incredibile e, tra l’altro, non aveva più sofferto
di raffreddori e anche il suo intestino aveva ripreso a funzionare
egregiamente! Ora, da qui ad arrivare ad un contratto di convivenza,
come richiedevano sia l’umano sia la salice excelsior, il passo era
decisamente lungo, ma senza ostacoli insormontabili; naturalmente
bisognava considerare come a furia di provare piaceri erotico
sentimentali di tutti i tipi, la salice non restasse in stato
interessante! Gli venne un sospetto a questa prospettiva e se,
incinto, fosse rimasto il nostro terrestre?! Vai a sapere! Chi vivrà
… un iniziale sorriso gli si spense sulle labbra al pensiero di
come poi sarebbe toccato a lui sbrigliare la matassa! Attese un
nano-secondo l’apertura della sua cabina; entrandovi pensò che di
questi barconi spaziali, oramai superati dai moderni draghi a
superlux, quello che era rimasto di bello, erano le cabine per gli
ufficiali: ampie, comode e con larghi ed accoglienti letti a due
piazze, con bagni da Grand Hotel. Una volta, i suoi antichi colleghi,
viaggiavano dentro dei congelatori per evitare di invecchiare troppo,
data la durata ultra decennale dei viaggi. Aveva letto il diario di
uno di loro. Doveva essere uno strano personaggio se nella sua
relazione, al ritorno sul pianeta Terra, dopo un viaggio durato oltre
cinquant’anni, l’unica cosa che lamentò fu quella di aver
provato un gran freddo! Neppure una parola sul fatto di aver
ritrovato suo figlio che, lasciato all’asilo, nel frattempo, era
diventato nonno! Altri tempi! Si distese sul lettone ed al pensiero
che gli sarebbe piaciuto vedere un vecchio film, gli si illuminò il
soffitto della cabina, questo, come il resto, era collegato al suo
sistema neuronale, da dove una suadente vocina gli propose la visione
di un film non vecchio ma addirittura antico, dal titolo “Avatar”.
Roba di un paio di millenni prima! Ne avevano una volta di fantasia,
pensò! Andare a scovare questo nome addirittura dall’antico,
antichissimo, sanscrito! Nell’accettare la proposta, anche se
conosceva a memoria tutta quella storia, allertò la consolle per
essere svegliato entro una dozzina di ore terrestri. Aveva una sorta
di nostalgia per un passato assolutamente remoto … più che
nostalgia, infatti non gli sarebbe mai venuto in mente di provare a “
soffrire per il desiderio di un ritornare” e quindi andare verso un
qualcosa che ovviamente non aveva mai potuto, o quasi, aver vissuto!
Certamente ne aveva di ricordi, della vita dei suoi antichissimi avi,
come fossero una impronta nel suo dna, tanto è vero che la sua
consolle era programmata per dargli, insieme alla data del giorno in
cui viveva, pur con le mutazioni dovute alla velocità fotonica,
anche una curiosa datazione: 29 marzo 2013! Roba di tante tantissime
centinaia di anni prima! Non che ci fosse bisogno di ordinare di
essere svegliato … Per di più, dopo pochi minuti, ronfava
tranquillamente! Il suo problema, se di problema si vuol parlare, era
come, in quasi tutte le ore terrestri che dedicava al riposo era
“visitato” da un unico e ricorrente sogno. Si trovava in un bosco
pieno di bellissimi pini, colline piene di verde e sempre … da
quel posto, veniva con violenza rapito … Tentò anche quella volta
di resistere al rapimento … In realtà la cosa che più lo turbava
era che per parlare dei suoi sogni bisognava ogni volta che fosse
sveglio! E lo svegliarsi equivaleva all’oblio! In realtà avevano
inventato una macchina, un registratore di sogni, che avrebbe dovuto
permetterti di rivedere su uno schermo il sogno appena sognato. Ma si
diceva non funzionasse: se il sogno era limpido e bello, tipo un
quadro di Raffaello, la sua registrazione proiettava immagini così
confuse che sembrava un quadro di Mirò. Per la gente normale era la
stessa cosa, non capivano ne l’uno ne l’altro: solo l’applauso
era garantito! Calderon de la Barca l’aveva scritto con ragione: i
sogni, sogno sono! Quando la sua splendida assistente, l’unica che
avesse il permesso di entrare nella sua cabina senza annunciarsi, lo
scosse leggermente. Era desiderato nell’ufficio dell’ammiraglio.
Dette un’occhiata alla consolle, aveva dormito pochissimo, il
soffitto era spento e la giovane, vicina al suo letto, era
bellissima! Sospirò. Peccato che Ph14 non fosse umana! Cioè, in
parte lo era, compresa quella parte a cui, in quel momento, gli
sarebbe piaciuto sia fare una carezza che una visitina, ma come
avrebbero detto i suoi antichi avi, e come ben sapeva, la fanciulla
era in “similpelle”! E poi, non si sa per quale strano capriccio,
questo modello era stato stampato con un leggero disegno da
coccodrillo! Sempre meglio di una salice excelsior, pensò tra se!
Inoltre l’ammiragliato imponeva, a quelle strane creature adibite,
anzi a completa e totale disposizione degli ufficiali, imponeva abiti
con gonne cortissime, su gambe scultoree. Si supponeva che tale
abbigliamento servisse per ricordare, ai responsabili maschi dei
vari servizi delle astronavi, di essere uomini e di non perderne
l’esercizio durante i lunghi trasferimenti. Si vestì con cura, in
fondo un colloquio con l’ammiraglio per uno come lui, non captava
in tutti i viaggi. Dopo che, dalla sua Ph14, fu massaggiato
dolcemente sotto la doccia ad aria liquida, fu anche, dal momento che
lei aveva passato una mezza era al servizio dell’ammiraglio,
consigliato a cospargersi il corpo con una profumazione di
particolare intensità, al Vetiver di muschio blu! In fondo
l’ammiraglio era una umana, di quelle vere. Decise di andare a
questo colloquio facendo quattro passi nei corridoi anziché salire
sul solito disintegratore rotante. Curiosamente questo aggeggio gli
dava un gran prurito! Salutò molti suoi colleghi, ammirò molte Ph
che veloci e gentili correvano qua e là. L’equipaggio umano
femminile era, purtroppo, ridotto al minimo a causa di un vertiginoso
calo demografico che aveva destato grande preoccupazione. Così dopo
un oretta di camminamenti, scale e passaggi aperti su meravigliose
galassie luminose, orti botanici che riproducevano fiori e faune di
una miriade di pianeti, arrivò davanti agli appartamenti
dell’ammiragliato. Bellissimo, la sua prima impressione! i Non
ricordava di esserci mai stato. E non poté non stupirsi, osservando
la struttura di questi locali che erano stati costruiti, come diceva
una targa esplicativa, minuziosamente in ogni particolare,
riproducendo la residenza cinquecentesca del doge Giovanni Mocenigo
di Venezia. Scelta perché si diceva che questo antico capo popolo
fosse stato, nel 1480 dell’era cattolica, “homo dolce et
onesto”. Così che sembra non avesse mai voluto particolari sfarzi
nella sua residenza, tranne statue ed altri orpelli in pietra un po’
da per tutto! Inserì il suo bottone d’identità nell’apposita
feritoia dalla quale uscì un suono melodioso che annunciò l’arrivo
dell’addetta al ricevimento. Si trattava di un ufficiale di grado
superiore al suo, così mise istantaneamente la mano sul cuore in
segno di ossequio; fu uno smagliante sorriso di questa splendida
creatura umana e femminile, con divisa da Capitano di vascello, ad
accoglierlo. Per tutti i motori fotonici, esclamò dentro di se,
questa si che è una femmina bellissima! L’ufficiale superiore si
fermò di colpo e con un amabile e sorprendente dolcezza lo apostrofò
chiamandolo per grado, nome e cognome:
“
Tenente O’missam
O’nirbalacs, le ricordo che non è consentito emettere onde
cerebrali di tale impertinenza!” Dopo questo rimbrotto l’ufficiale
superiore lo affidò graziosamente ad un'altra incantevole
giovane-in-similpelle che lo introdusse nelle studiolo privato
dell’ammiraglio. Studiolo, pensò!! In tanti decenni di navigazione
era la prima volta che vi entrava. Ne aveva sentito parlare, ma non
si sarebbe mai aspettato di trovarsi in un
boudoir degno della
più incredibile donna di piacere! Fu un attimo: gli specchi, i
tendaggi, i divani rosa pallido, quella strana aria un po’ frou
frou, tutto si dissolse in una nebbiolina profumata ed apparvero
monitor di tutti i tipi, lampeggianti ed illuminati che davano la
completa visione dell’astronave in ogni più piccolo particolare,
sia all’interno che all’ esterno e, incredibilmente, per 6,36
parsec.
Solo l’ammiraglio restò com’era, in babbucce sormontate da un
pompom rosa, una vestaglia lunga e fluttuante, leggermente
trasparente, sotto vi si intravedeva una guepiere color carne …
teneva stretto in mano una sorta di scettro pieno di lucine e tasti
lampeggianti, dal quale avrebbe potuto scatenare, solo a voce, senza
neppure muovere un dito, guerre intergalattiche. La signora
ammiraglio, una donna un tempo bellissima, alta, con un corpo ancora
interessante, nonostante i suoi cento settanta anni: di lei si diceva
avesse adottato quel principio che sostiene come sia meglio essere
vecchi meno a lungo che esser vecchi prima. Lo accolse con un freddo
e formale sorriso. Dopo aver espresso il più deferente dei saluti fu
invitato a sedersi su un panchetto scomodissimo. L’argomento,
fulminante, in tre parole: trovare un posto sul pianeta Terra in
grado di garantire una tranquilla vacanza ai trentaseimila membri del
suo equipaggio. Punto e basta. Gli fu data una nano-settimana di
spazio-tempo per scegliere questa località e proporla, dopo di che
avrebbe avuto altre istruzioni in merito. Grazie. E si ritrovò un
attimo dopo nello stesso luminoso corridoio da cui era transitato
mezz’ora prima, vicino ad un laghetto pieno di piccole oche dalle
penne a quadretti bianche e rosse. Non aveva aperto bocca. Non aveva
potuto chiedere niente! Tornò con una punta di amarezza nella sua
cabina meravigliandosi di trovare sul più grande dei suoi monitor
una quantità incredibile di dati personali di ognuno dei membri
dell’equipaggio. Trentaseimila umani da accontentare! Gli
tornarono in mente i suoi studi classici: secondo Marco Tullio
Varrone, amato e criticato da Agostino di Ippona, erano proprio
trentaseimila gli dei che popolavano tutti gli Olimpo del
mediterraneo! Niente in confronto agli oltre trenta milioni di
divinità dell’ antico induismo, salvo che, dai saggi dell’epoca,
ognuna di queste era interpretata come uno scalino di quella
conoscenza che avrebbe dovuto portare l’uomo ad individuare la
unicità del Creatore … di cui, il nostro tenente aveva cercato,
inutilmente, tracce dell’esistenza in lungo ed in largo in giro per
le galassie. Aspetti poetici di epoche di strane domande senza
risposte scientifiche!
Nel
suo studio, accanto alla sua Ph14, altre dieci bellissime Ph, tutte
pronte ad aiutarlo per una selezione in cui erano previsti tutti gli
indici possibili. Sesso, età, stato civile, grado, preferenze,
attitudini, passioni più o meno segrete, hobbi’s e gusti per
l’abbigliamento e la nutrizione, scarsissime le preferenze
culturali. Nient’altro? Pensò a bassa voce, dentro di se. Scorse,
leggendone rapidamente, in percentuale, i vari indici. La richiesta
più vaga, ed in sintesi minore, era rivolta in genere alla cultura …
sempre che con questo termine fosse possibile indicare un qualcosa di
preciso. Tuttavia questa era già una indicazione, anche se di non
facile suggerimento: infatti, era difficile trovare tra i vari
posti - bellissimi - su questo pianeta, la Terra, luoghi in cui la
cosiddetta cultura non facesse parte del dna della popolazione.
Quindi era quasi improbabile trovarne, perché ovunque e poi non solo
sulla Terra, da centinaia di secoli, si era capita l’importanza
della creatività culturale, come unica via alla conoscenza di se
stessi e dei territori. D’altro canto, oggi, 29 marzo dell’anno
4013 dell’era fotonica, non era proprio facile trovare un posto che
potesse soddisfare i gusti di ben trentaseimila umani, di cui il meno
istruito aveva due lauree, una di tipo tecnico spaziale ed una
matematico- umano-galattico, compresi coloro che erano addetti ai
lavori più semplici! A questo c’era da aggiungere, e qui gli venne
da sorridere, che questa era tutta gente abituata a … viaggiare ed
a vederne e goderne di tutti i tipi! Vero che tra loro c’erano
anche degli anziani, ma molti erano nel fiore degli anni, sui
coetanei, intorno ai centovent’anni. Un bel problema! Passò
diverse ore, contornato dalla sue bellissime Ph, a sfogliare interi
siti di promozione turistica, ripassando più volte tutti i
continenti, le isole, i più famosi luoghi di vacanze del pianeta
Terra. Ovunque c’erano festival, spettacoli di balletti, gare di
teatranti e di poeti … ovunque! Non parliamo poi di musica, non era
facile trovare un posto dove ancora non avessero capito la forza
attrattiva della cosiddetta cultura musicale. Perché poi il pianeta
Terra? Oramai lo conoscevano un po’ tutti. Tutti erano stati da
per tutto! Ogni luogo era così ben reclamizzato che anche se non ci
fossero stati fisicamente ne avevano visto e goduto immagini fino
alla noia. Questa parola, noia, gli dette un suggerimento. Ordinò
che la ricerca fosse orientata verso luoghi già molto anticamente
obsoleti, con la speranza che ne fosse rimasto qualcuno talmente
fermo nel suo tempo da costituire una novità … proporre un tuffo
nel passato, ma in un passato talmente remoto che non potesse venire
in mente a nessuno di andare a passarci un’ora di vacanza!
“Ora
– disse- innervosito alle sue Ph - sono passati quattro
micro-giorni di spazio tempo ed analizzando luoghi alla velocità
prossima a quella della luce, non vi è riuscito di trovare il nome
di un posto così impervio da poter essere preso in esame?!!”
Minacciò di disattivarle. Non
era facile per le Ph piangere, ma la delusione del tenente era tale
che ne ebbero timore. Abituate a simulare piacere si confusero,
poverine, a questa nuova sensazione! L’ufficiale avvertì il loro
innocente disagio e per tirarle su di morale e rallegrarle promise
che le avrebbe invitate tutte a casa sua, una volta eventualmente
arrivati sulla Terra. A casa sua?! Fu come se l’avesse colpito un
fulmine!! Casa sua! Quanti nano – secoli era che non ci metteva più
piede?! Gli era quasi tornata in mente poco prima, perché era
toccato a lui organizzare la faccenda del colono innamorato di una
salice di tipo excelsior?! E questo “ excelsior” non gli aveva
rievocato un qualcosa che apparteneva al suo più lontano passato …
suo? Per modo di dire! Essendo un cultore di storie di famiglia,
ricordava, della sua, qualcosa che gli appariva confusamente nella
memoria: excelsior? Eccolo là! Era un palazzo dove si organizzavano
strani incontri tra gli abitanti … no, non solo, ma soprattutto tra
gli uomini e l’acqua. L’acqua? Una delle Ph gli venne in aiuto:
forse l’aveva trovato, le era parso di aver letto che esistevano
acque miracolose che aiutavano a bloccare il passare del tempo; ma
non ci aveva fatto caso! Com’era oggi quel palazzo, c’erano state
delle trasformazioni, qualcosa di assolutamente rilevante?
Ricostruzioni, cambiamenti o quant’altro! No, il palazzo era sempre
lo stesso, un bell’esempio di architettura … del tipo … “belle
epoque”, roba di oltre due millenni fa; le acque miracolosamente
salutari, servivano anche per digerire gli alimenti. Aspettate! Mi
segnalano … vi andava, in questo posto, un grande personaggio, un
musicista … che si chiamava … si chiamava …. Eccolo, qua! Si
chiamava Viale, di nome e Verdi di cognome! Ma, millenni addietro!
Non vorrai mica che lo ricordino ancora? Intervenne un’altra Ph:
sembra che di personaggi importanti ci sia andato solo questo Viale
Verdi. Non ricordano che lui. Da controllare il nome, cortesemente,
Viale non è nome umano!! Se, quello che sembra essere questo posto,
fosse vero, potremo andarci anche noi, nonostante non si sia del
tutto umane, ci farebbe un gran bene … Forse anche i nostri più
famosi “ phmeccanodoctor” non conoscono l’esistenza di questo
posto! Al che Ph7 lanciò una curiosa esclamazione. Avevo visto in
tenretni,
un antichissimo sistema di archivio dati geografici, da cui emergeva
l’ esistenza di una specie di stivale in mezzo al mare,
“
Tutto verde e blu:
bellissimo!” - aveva esclamato.
O’nirbalacs si avvicinò al
grande monitor e riconobbe subito di che stivale si trattava! L’area
geografica da cui provenivano i suoi avi, e si chiamava … si
chiamava … “ Ausonia! Ecco! Macchè, Ausonia!! Il suo nome,
aspettate, care Ph, veniva dal nome di un animale che vi era allevato
e si chiamava, se la memoria non mi tradisce, viteliu,
ed proprio per ciò
che questa terra ebbe un primo monarca, insomma un grande capo, che
si chiamava Italo!
“
Bimbe – esclamò entusiasta
il tenente O’missam O’nirbalacs - quello stivale, ne sono sicuro
è l’Italia! Ora, tornate su
tenretni, andate
indietro di diverse ere e digitate le due parole “ acqua ed
excelsior”, vediamo che ne esce!”
Restarono
ammutoliti! Una immagine che risaliva talmente dalla notte dei tempi
da non sembrare attuale. Eppure non erano ruderi o rovine di un
antica città … digitarono antiquagooglemaps
ed un splendido
paesaggio si animò sotto i loro occhi! Ma, mai possibile - si
chiesero subito - che nessuno conosca questo posto meraviglioso! Che
nessuno ne parli … cercate meglio, forse è disabitato, non c’è
né popolazione, né governo … solo questi incredibili giardini!
Attivate l’atmosferometro! Ma … sentite che aria pulita!
Facciamoci un giro di ricognizione con il telehubble … a che
distanza siamo? Ph5 si attivò immediatamente e dopo un attimo
comunicò che si trovavano a circa un parsec dal pianeta Terra. Il
tenente O’nirbalacs si avvicinò a Ph5 e le disse sibilando di non
farlo più! Che voleva dire con “circa un parsec”? Sapeva o no,
quel genio di Ph5, cosa voleva dire “circa”? Poi pensò che
queste ragazze così simili agli umani ne stavano acquisendo tutta la
superficialità! 3.26 anni luce non sono una gran distanza, ma
definirla con un circa … Ph5 arrossì di vergogna … la sua
similpelle aveva reazioni molto curiose! Con un fil di voce chiese se
poteva dire ancora due parole. O’nirbalacs la guardò sorridendo, e
l’autorizzò a parlare.
“Se
atterriamo nel deserto del Sael tra sei giorni terrestri, se non ci
sono tempeste solari di disturbo, traslare l’equipaggio su questa
località lo si può fare in 18 nano secondi e tre decimi” Aveva
imparato la lezione! “Verificate ancora meglio questa località,
scoprite il suo nome e vedete che giorno è, oggi, da loro;
analizzate la possibilità di ospitare tutto l’equipaggio
dell’astronave, a seconda delle singole responsabilità e …
guardate se potete trovare delle notizie sulle possibilità di svago,
di divertimenti e quant’altro. Attente però, se fosse un posto
dove vi si desse troppa importanza alla cultura con teatri, concerti,
balletti e, peggio, concorsi letterari … ditemelo subito che
cerchiamo qualcos’altro!
Il
tenente O’missam O’mirbalacs si sdraiò sul suo grandissimo
letto, sorridendo sotto i baffi. Avrebbe mai rivisto lo splendido
paese dei suoi avi? Rivisto! Lui non ci aveva quasi mai vissuto,
forse da piccolo, ma roba di cento dieci anni fa! Un leggero bussare
alla porta … entrate! Come un nugolo di ballerine le sue Ph
sfilarono davanti ai suoi occhi. Ed ecco le loro scoperte, fatte
intervistando nel loro sonno, gli abitanti.
Ph1:
il posto ha una prestigiosa storia antica …. di questa storia gli
abitanti non ne sanno quasi niente. E’ un territorio tra i più
belli, sulla Terra.
Ph2:
Lo chiamano Catin del Monte, al centro di una valle che prende il
nome dalle nuvole, o forse peggio, dalla nebbia. Sembra che il suo
nome nasca da una storica battaglia tra due eserciti. Il capo di uno
di loro, sconfitto, se ne andò a morire su un delizioso colle che
sovrasta la città. Costui si chiamava Catilina, da cui Catin del
Monte. Mi si dice che un tal Leopoldino di Toscana, bonificasse,
parecchio tempo dopo questa guerra, il territorio e già da allora,
come da tanti millenni prima, c’erano delle fonti di acque
miracolose, del cui valore pochi, oggi, ne sanno, ma che lui, questo
Leopoldino, ne avesse subito capito il fantastico valore.
Ph3:
Non se ne capisce il perché, ma ancora oggi esiste una grande
attrezzatura per l’ospitalità, la chiamano “alberghi” e che
potrebbe facilmente accogliere tutto l’equipaggio, anche perché è
in gran parte inutilizzata … magari andrebbe rinfrescata.
PH4:
Il paese potrebbe vivere sulla ricchezza dei pozzi del suo
territorio, ma sembra che gli abitanti locali o non ci credano o se
ne siano dimenticati, o pensano, dicono le cronache, che meglio
sarebbe farne, di tutto il paese, un luna park … chiedo scusa, ma
non so cosa sia un luna park! Intanto, forse per cominciare, hanno
piazzato una giostra nella piazza principale, che già di per se,
senza la vecchia chiesa, così mi hanno detto, non è più bella come
prima. Così mi dicono!
Ph5:
Contraddico! Ecco il risultato della mia indagine: molti di loro
sono coscienti della loro ricchezza, ma per farla tornare su dai
pozzi, bisognerebbe che questi fossero conosciuti in tutto il mondo
per i loro grandi benefici curativi. E loro, gli abitanti, o ne sono
gelosissimi, oppure non hanno la più pallida idea su come fare, o
far fare. Aspettate! C’è una … una … come si chiamano? Ah! Si,
una fotografia, anzi due! La prima ritrae un uomo e una donna che
fanno un pediluvio seduti su delle sedie dentro una bellissima vasca
azzurra, e l’altra ritrae una giovane femmina umana che mostra il
sedere, stando in piedi su due ruote in un giardino! Che avranno
voluto dire?! Non credo volessero comunicare qualcosa circa i
benefici dei pozzi!!
Ph6:
Ho interpellato un anziano, che credo sia un doctor, come i nostri
phmeccanodoctors, sembra che queste acque rallentino il passare del
tempo ringiovanendo le funzioni pietrificate dei corpi umani. Sembra
che, chi dovrebbe occuparsene, abbia perso la strada per informarne
l’umanità. Non solo ma, interrogato, questo vecchio doctor,
durante il sonno, raccontava che nelle scuole di medicina non
insegnano più, ai futuri doctor, i benefici delle acque dei pozzi.
Vi riporto la sua denuncia, ma non so dirvi cosa si voglia
significare con la parola “medicina”.
Ph7:
C’è da stare tranquilli, non ci sono attività cosiddette
culturali di non nessun tipo, anzi sembra che tutto si congelasse
secoli fa, quando ad una particolare proposta, forse di creatività
culturale, un membro del governo si dichiarasse stufo di tali
iniziative e proponesse d’invitare una famosa donnetta che faceva
buffo e penosissimo spettacolo di una sua farfalla! C’è solo, a
proposito, un qualcosa che riguarda la bellezza delle donne, una cosa
così vecchia che sembra fosse già obsoleta quando nacque e già da
allora non interessasse a nessuno. Scusate! Un particolare: questa
cosa non veniva realizzata senza grandi costi, che sembra nel tempo
non rendessero niente. C’è da segnalare che c’erano e ci sono
anche tante ipocrisie, invidie e cattiverie, in giro!
Ph8.:
Ho letto la cronaca di ieri su un monitor che si chiama “thenation”:
sembra che il governo locale discutesse, nell’ultima riunione, su
come eliminare la linea della ferrovia – non so cosa sia- questa
linea divide in due il paese. Discussione troncata dall’osservazione
di un vecchissimo abitante che, presente alla riunione, informò,
seduta stante, il governo che il cosiddetto treno non esisteva più
da diversi secoli, tra le risate generali.
Ph9:
C’è comunque da stare sereni, è un posto ideale per una vacanza,
tra un viaggio intergalattico e l’altro! Ho scoperto infatti che
anche quando viene fatto qualcosa di bellissimo, ad esempio un
concerto con una grande orchestra, una straordinaria mostra, la
realizzazione di una permanente d’arte d’interesse cittadino, gli
abitanti, gelosissimi, come si diceva, non lo dicono a nessuno! Non
informano né la stampa terrestre né quella del loro sistema solare.
Forse sembra ignorino, per nostra fortuna, l’importanza della
comunicazione.
Ph10:
Signor Tenente O’nirbalacs, a noi sembra il posto più bello del
mondo! L’unico guaio è che dovremo trasportare le nostre piscine
perché la loro, ad oggi 29 marzo 4013 dell’era fotonica, è ancora
in costruzione! In compenso ci sono colline meravigliose, paesaggi
bellissimi e fantastici campi da tennis! Però non so cosa sia, il
tennis!
Ph14:
Di positivo c’è che questa città è stata la prima ad inventarsi,
più di duemila anni fa, sembra per iniziativa di un famoso doctor di
allora, una zona franca dai rumori, in certe ore del giorno e della
notte, tanto che anche le rare mosche svolazzavano con il
silenziatore. Va notato che alcuni secoli fa rinunciarono a tante
spese superflue … tra le più famose rinunce fu quella di erigere,
per esporla solo una settimana, una copia della Torre Eiffel, o di
una ballerina grande come una torre, nella piazza centrale e spesero
la stessa cifra per progettare un corridoio sotterraneo per far
attraversare tutta la città, in largo ed in lungo, a quelle..
quelle.. come le chiamavano? Ah! Si, automobili!
Signor Tenente! Mi auguro che
lei sia soddisfatto del nostro lavoro! Qui può riposare in santa
pace e, tutto l’ equipaggio, ritrovare lo star bene con se stessi,
noi Ph comprese!
Grazie,
ragazze! Avete fatto un buon lavoro. Vi farò da guida, portandovi in
giro per meravigliosi castelli! Degni anche dei trentaseimila di
Marco Tullio Varrone, e di tutte le divinità della Terra! D’accordo,
proporrò all’Ammiraglio una vacanza per tutto l’equipaggio in
questo inalterato e splendido luogo … come avete detto che si
chiama? Ah! Si! Catin del Monte … ma … e le fonti? Ci sono
ancora, vero?! Gli cambierei nome per presentarlo meglio … lo
chiamerò,
Montecatini Terme!
mercoledì 12 novembre 2014
un incredibile successo
Un successo incredibile per tutta l’umanità!
Riepilogo: aver pensato una cosa del genere, averla progettata, aver trovato i
finanziamenti per realizzarla … forse vent’anni fa! Quindi aver studiato la
strategia, per me che sono un ignorante, la strategia balistica. L’obbiettivo
“colpire” un sasso di ghiaccio, vagante per l’universo, centrandolo con
delicatezza per farci posare un aggeggio che raccontasse cosa diavolo fosse
quel sasso su cui si era posato! La strada da percorrere era di soli 6 miliardi
di chilometri, in un tempo di circa dieci anni. Detto fatto! Dopo un volo di
dieci anni è stato mandato verso questo aggeggio alla distanza dalla terra di
550 milioni di chilometri un “segnale radio” che desse l’ordine, ad un coso
grande come una lavatrice, di posarsi su quel sasso! Il segnale ha percorso i
550 milioni di chilometri in 20 secondi.
Raccapricciante, veramente raccapricciante!
Non ciò che ho semplicemente descritto in queste
poche righe, ma raccapricciante il fatto che, tranne quei pochi umani che hanno
fatto tutto ciò, il resto dell’umanità sia così rincoglionita da sopportare se
stessa, così com’è. Con le sue religioni assassine, con le sue folli economie,
con i suoi capi instupiditi dal potere, con i suoi ideali fasulli, con le sue
morali che non resistono al venticello di un peto, tutto costruito apposta per essere tradito e
procurare folli sofferenze. Con le sue ive, i bilanci, i debiti inestinguibili,
le sue banche d’affari, i suoi soloni inascoltabili, i pensionati che non ce la
fanno, le bambine in India violentate … insomma con tutto il male che siamo capaci
di tirarci addosso!
Abbiamo la capacità di guardare il cielo stellato
sopra di noi, di navigare lì dentro alla scoperta della vita e … stasera i tg,
prima mi faranno sentire il parere di
tali Brunetta o Gasparri, o di chiunque altro, oppure cosa ha deciso un
ex ufficiale del KGB o un qualche altro grande luminare del nulla e poi,
brevemente, mi parleranno di Rosetta!
domenica 9 novembre 2014
Raccontino di primavera!
Ho incontrato un mio vecchissimo amico! Seduto su
una panchina, si stava riscaldando ad un tiepido sole. Mi ha riconosciuto lui
per primo, chiamandomi per nome! Sei te, vero?! Accidenti! Ma come stai? Quanto
tempo è che non ci vedevamo! Mi sono seduto accanto a lui. Guardandolo bene in
faccia m’è subito venuto di complimentarmi per il suo aspetto. Poche rughe,
volto disteso, bel sorriso, mani ferme e curate; direi elegante e misurato,
come sempre!
Allora, vecchio mio? Vecchio sarai te, visto che
siamo coetanei! Ridacchiamo, chiacchieriamo riprendendo fili di discorsi e di
ragionamenti, come se ci fossimo visti due giorni fa. A proposito, mi dice,
visto che ti ostini a crederti uno scrittore, mi puoi dare un consiglio?! La
prima tentazione è quella di dargli un sicuro indirizzo su dove farsi mandare.
Sono o non sono un bravo scrittore! Ridacchiamo, e poi, bonariamente gli dico,
spara. Mi chiede se ricordo la sua vita, la sua compagna, i suoi figli, l’amore
che lo lega a loro. Tutto e bene, sostengo … quindi?
Quindi, detto in termini di comune comprensione, mi
sono innamorato! La cosa non mi meraviglia tanto, conoscendolo bene: so per
certo che in passato s’innamorava ogni cinque minuti! E per fortuna, restava
innamorato giusto cinque o sei minuti. Glielo dico e ne sorridiamo insieme.
Continua a sorridere, lui da solo, con un velo di
tristezza. Lo guardo. E, allora? Allora, un bel piffero! Cioè, gli chiedo. Si
tratta di una fanciulla … Lo interrompo: una fanciulla? Si, a conti fatti se sua
nonna avesse generato giovanissima sua mamma e così questa anche lei, mamma
lo fosse diventata, la fanciulla in
questione potrebbe essere mia nipote! Ti basta, mi chiede!
A me?! E di
cosa ti sei innamorato? Magari è una gran bella figliola!
Una volta mi sarebbe bastato che fosse solo quello.
Aiutami, se sei uno scrittore: sono alla ricerca di una parola, di una
immagine, di un concetto che superi tutte le espressioni che normalmente si
usano per esprimere questa sensazione che mi genera questo magnifico sentimento.
Addirittura un sentimento … con o senza desiderio?
Bella domanda! Che comprenda anche il desiderio,
che in questo caso, ti assicuro, sarebbe
fratello gemello dell’utopia. Mi hai capito?
No! Comunque tentiamo. Si tratta semplicemente di “amore”?
Ma?! Si e no! Amore esprime un concetto troppo
preciso, troppo coinvolgente e nel contempo troppo vago. Non occorre rivestire questa parola con
mantelli che ne mascherino l’identità e neppure mandarla nel mio cervello nuda
e cruda. E’ un'altra cosa. Una cosa che mi affascina, mi fa desiderare anche
solo il vederla, il sentirla parlare … per sentirmi bene, per essere a mio
agio, oserei dire, essere felice!
Però! Deve essere molto bella!
Insisti, eh! Si e no! Lo è, ma non c’entra nulla!
Insomma, tranne per qualche forma meravigliosa di particolari intelligenze! Ha
per di più una facoltà che mi entusiasma. Spesso, e se ti dico spesso, mi
sorprende! Come se mi si accendesse una luce improvvisa. Hai capito?
No!
Ma con chi sto parlando, io?! Se tu dovessi scrivere
di me che seduto sulla mia vita, ti
racconto di lei e ti dico che l’ammiro e la guardo … cosa scriveresti!?
Scriverei … scriverei che ti sei imbattuto e stai
vivendo attraverso di lei in una eterna primavera di vita. Lei ti è primavera
di vita!
martedì 14 ottobre 2014
Della Cina e della Gina
Tempo fa parlavo con un direttore generale di una
emergente ed importante azienda, questa era la sua qualifica, in procinto di partire per la
Cina alla conquista di quel mercato. Dopo qualche battuta mi resi conto che
sarebbe stato bene lo avessi informato che la Cina, o la Gina, come pronunciava
lui il nome di questo grande Paese, era leggermente più in là di Scandicci.
Dentro di me nasceva un grande stupore nel constatare come questa azienda
spedisse questo pover’uomo così lontano, quasi senza informarlo sul mondo che
andava ad incontrare, ne che lui si fosse dato la pena di saperne un po’ di
più. Cosa certamente non facile e tra l’altro
anche io non è che ne sapessi molto di più di lui, rispetto a quello che
penso si debba sapere. Leggo ieri sulla Domenica de IlSole24ore un bell’articolo
su un signore cinese di vasta cultura mondiale e di tanti denari, che tornato
in Cina ha aperto, con il consenso del governo comunista, una Accademia per lo
studio del confucianesimo, del taoismo e del buddhismo. Mi sarebbe piaciuto
poter consigliare al quel sopracitato signore, in procinto di partire per la Gina, di iniziare a
conoscere la mentalità di quel popolo prima d’imbarcarsi per una avventura che
poi finì, come prevedibile, nel nulla.
I cinesi di Cina sono talmente impregnati nel loro
dna della loro cultura profondissima attraverso la quale sono riusciti, come si
dice, a cinesizzare qualunque ideologia, costume o interpretazione di civiltà
che abbia varcato la loro frontiera. I seguaci di Mao Tse Tung ci hanno messo
un po’ di anni per capire la necessità di dover tornare sui propri passi!
Leggevo, anni fa, la relazione di Francesco Saverio e del gesuita Intorcetta
che scrivono alla fine del 1600 la loro meraviglia nell’aver trovato un popolo
governato da un sistema teocratico, pur ignorando nella storia della loro civiltà. la figura del Dio unico!
Tant’è che Matteo Ricci, oltre un secolo prima, non riuscendo a tradurre in
cinese né il concetto né la parola Dio, l’adatta al termine Tao, che ha ben altro
significato. Per chi ha avuto la fortuna di leggere “Primavera ed autunno” di
Mo e Confucio (detto all’italiana) si rende conto di come il senso
dell’autorità, non dell’autoritarismo, dello Stato, sia gran parte della
cosiddetta “ religione cinese”. Andando poi al Tao Te Ching, al Chuang Tsu ed al
famoso ed altrettanto non capito e parafrasato, Libro dei Mutamenti, ci si può
rendere conto di dove e come la filosofia cinese, che personalmente definirei
di tipo sociale, abbia avuto una straordinaria influenza nel mondo antico greco
e “palestinese” fino ad influenzare, secondo una mia paradossale pensata,
l’illuminismo francese! Oggi sguazziamo in internet ed a velocità assurde ci
spostiamo con il pensiero e le immagini, nel nostro mondo e se ci fosse
qualcuno ad ascoltarci anche nel nostro universo. Due o tre mila anni fa le
idee viaggiavano a dorso di cammello, riportate da carovane di mercanti e di
profughi, lentissimamente, ma viaggiavano! E quando arrivavano su terreni
fertili ma impoveriti da filosofie stranianti la vera natura dell’umanità,
fiorivano con straordinaria ricchezza! Per quanto la riflessione sulla natura
dell’uomo facesse fiorire ricchissimi germogli anche in occidente, da Parmenide
a Lucrezio. Può darsi che il concetto della “compassione” e quello “dell’amare
il nemico” siano piovuti come una manna dal cielo, provenienti da nuvole che
abbiano scaricato la loro pioggia prima in oriente e centinaia di anni dopo
sulle rive del mediterraneo. Oppure abbiano viaggiato dal Tao Te Ching al
Buddhismo, percepite da tal Aristocle e tradotte da Matteo che parlava da una
montagna!
Non riuscirò mai ad andare in Cina! Certo se ci
andassi, andrei alla ricerca di Lao Tse o di altri illuminatissimi pensatori del
passato, tenendo aperto sul tavolo sia la descrizione della Lunga Marcia di
Edgar Snow, e quella dello stesso Mao, dando una occhiata al Libro dei
Mutamenti ed anche al fantastico Viaggio in Occidente di Wu Ch’eng-en,
pubblicato nel 1590, un ironico meraviglioso viaggio di un dotto taoista alla
ricerca del Buddha!
Altro che mandare un “ direttore generale” in
Gina!!! Però, buon per lui, almeno qualcuno ce l’ha mandato!
lunedì 6 ottobre 2014
Sulle parole 2, Da verginità a crescita.
Sulle parole 2
Verginità e prostituzione
Di derivazione latina, verginitas. Oggi, un inutile
orpello di cui giustamente le giovani cercano di liberarsene. Tempo fa, in
occidente, un mito. In molti altri Paese una patente di purezza. In realtà, un “sistema”
inventato dai maschi, per due ragioni di puro opportunismo. La prima, antichissima per cui le femmine in età
di proliferare, durante le grandi migrazioni, non dovevano avere rapporti con i
maschi. Incinte e partorienti avrebbero ritardato il cammino della carovana. La
seconda, non c’è cosa che spaventi un maschio come il confronto con un altro
maschio. Meglio evitare.
Forse dal primo caso nasce anche la prostituzione:
donne non più in grado di proliferare servivano per il riposo del guerriero.
Ancora oggi una giornalista, direttrice di un giornale, sostiene che la
prostituzione va incontro ai bisogni dei maschi … Ergo, le femmine non hanno
bisogni?!
La prostituzione.
Datemi
trecento anni di sicura scolarizzazione e la prostituzione scompare, senza
divieti, senza obblighi, con l’unica arma dell’educazione. Se poi una donna o
un uomo hanno dei bisogni, l’educazione detterà loro il sistema migliore per
soddisfarli, senza bisogno di vendere il proprio corpo. L’idea non nuova di
tassare le prostitute, far fare loro una denuncia dei redditi, isolarle in case
particolari, trovo sia un nuovo inizio di barbarie civili, Assistere queste
persone, uomini e donne, da un punto di vista sanitario, è un obbligo per ogni
società civile. Disatteso ma tale resta. Assisterle nel campo dell’educazione è
molto più difficile. Non solo mancano le strutture necessarie. Manca aver
educato l’educatore. Poi manca la possibilità di un reintegro d’incasso. In
trecento anni si può fare!
Intelligenza.
Scegliere tra. Ligere intra. L’università di Parma
sta studiando un sistema, basato su visori che consentiranno a qualsiasi automobile
di parcheggiarsi sa sola! Fine di un tormento. Se poi l’auto è elettrica gli si
potrà dire di andare da sola a farsi caricare le batterie e tornare, sempre da
sola, a riprenderci. Non importerà nemmeno fischiare. Ovviamente se al posto di
guida si metterà un intruso, l’auto riconoscerà il culo diverso e lo espellerà
dal finestrino o dal tetto!
Il veicolo spaziale indiano è arrivato a
destinazione, in quasi assenza di traffico. Dopo venti anni dal lancio una
navetta destinata a meteorizzare, vale a dire atterrare su una meteora, è arrivata a destinazione,
incrociando con precisione millimetrica il suo obbiettivo. Vent’anni dopo!
Osservatori cosmici in sud America hanno percepito un primo vagito del nostro
universo. Il che fa supporre tra l’altro, l’esistenza di altri universi. Con
singole leggi fisiche, singole esistenze ed altre forme d’intelligenza. Morale:
affidare il governo di questo mondo alla scienza, cancellando, con tranquillità,
tutto ciò che non lo è.
Nudo
Dal sanscrito:
nagda. Volevo scrivere qualcosa sul concetto di “nudo”. Sono andato a cercarne
una immagine ed ho scoperto il selfnudo. Vale a dire giovani donne che si
fotografano e mettono le loro immagini su you tube. Scattano immagini dei seni,
delle loro intimità, da ogni lato. Spesso accompagnate con immagini del proprio
sorriso, quello con le labbra della bocca. Tanto per essere precisi. Dopo
averne passate in rassegna un congruo numero, mi sono chiesto cosa le spinge a
fotografarsi. Se fosse solo pubblicità di se stesse, sarebbe ingenuità. Se
fosse vanità, sarebbe talmente plateale e così senza veli da non far scattare
nessuna fantasia. Se fosse un prodotto in vendita mancherebbe di dati essenziali,
quali prezzo, indirizzo, elenco prestazioni orari e chi più ce ne ha, più ce ne
metta! Se fosse solo una povera idiozia! Mah!
Crescita
Mi domando fino a quando è lecito al corpo umano il crescere? E così
ad un filo d’erba, ad un gatto, ad un albero. Ogni albero aspira a diventare un
enorme baobab? E caso mai ogni albero ci riuscisse, riterrebbe di avere un
potere esclusivo su alberi più piccoli? Tutto il mondo è economicamente impegnato nella " crescita" di se stesso. Fino a quando è produttiva la crescita? Possono centomila fabbriche di scarpe crescere più della possibilità di fabbricare e vendere tante paia di scarpe da calzare, e per quante volte, tutti gli umani? Forse il concetto di crescita ha bisogno urgente di nuove dimensioni!
mercoledì 1 ottobre 2014
il senso delle parole
Quando io ero piccino si usava questa parola per
indicare un qualcuno che lo fosse di
comprendonio.
Sempre in quella epoca c’erano quelli di menta.
A volte lo diventava il pane.
Se battevo la testa da qualche parte, trovavo
sempre qualcuno che mi chiedeva, sorridendo, se il muro, lo scalino o qualcosa
d’altro in cui mi fossi imbattuto, era duro.
Nella adolescenza mi divinizzava la frequenza con
cui per un nonnulla mi diventava duro.
Partita di tennis femminile a Pechino. Una
austriaca contro una danese … il suo rovescio è stato molto duro!
Oggi, duro, lo può essere la qualunque: un
atteggiamento, una risposta, una critica, un politico, un bombardamento, una
immagine, un rovescio al tennis … praticamente il termine duro sostituisce
qualsiasi altro termine esplicativo. Duro lo è chiunque e la qualunque.
Sarcastico, ironico, lucido, veritiero, sferzante, sicuro di sé, tattico, ben giocato, maleducato, pungente,
tagliente … oggi tutto è duro! Siamo tornati a quand’ero piccino!
Crisi
Dal latino “crisis” e poi dal greco “krinein” =
separare, cambiare sia in bene che in male. Non dico mai che sono in crisi, se sto bene, se mi sono
innamorato, se ho vinto al superenalotto venti milioni di euro … lo dico quando
sto male, quando è passato troppo tempo dall’ultimo innamoramento e soprattutto
se non vinco mai al superenalotto. Dalla stessa radice della parola “critica”.
In questo caso “krinein” si traduce con criticare, giudicare. Oramai la parola
critica indica una negatività, il giudizio, quasi, mai. Parole a senso doppio
sono diventate a senso unico.
Sport
Dall’inglese sport: forma aferetica dell’antico
disport. In italiano si direbbe “diporto”. Per i TG Rai e non Rai, se dici
sport dici “calcio”.
Nessuna notizia sul campionato mondiale di
ginnastica ritmica femminile. Tranne un servizio su Raisport1, dove due
ciarlieri commentatori ciaccolano del più e del meno, impedendo l’ascolto delle
note al cui ritmo le ginnaste si muovono. Ragazzine che si allenano per tempi
infiniti, per esibirsi con altrettanta graziosa abilità, confrontandosi tra di
loro, davanti ad un pubblico attento e ben educato. Quasi o del tutto
gratuitamente. L’informazione strombazza ai quattro venti che un calciante trentottenne, multi milionario,
ha tirato un pallone dentro una rete.
Stupro
Origine incerta del termine. Significato
certissimo: costringere con violenza ad un atto carnale un essere umano. Ma non
per tutti. Per alcuni c’è stupro e stupro. Anzi stuprino e stupretto, Se la
vittima non si difende abbastanza, se la vittima non urla a squarciagola, se la
vittima si è vestita come diavolo ha voluto ed ha avuto un comportamento provocatorio.
Insomma se, se l’era voluta, la idiozia dello stupratore non causa una colpa
grave. Anche l’idiozia di chi lo giudica non costituisce colpa grave. Chi
invece l’avesse subita, si porta questa storia addosso per tutta la vita.
Arrivederci
Un saluto gentile che presuppone il piacere di un
vederci di nuovo. Detto al telefono non ha il minimo senso. Per ora. Anche la
voce automatica di un casello autostradale mi dice arrivederci. Gli sarò
piaciuto!
Arileggermi!
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martedì 16 settembre 2014
Della Scozia, della Catalogna e del Veneto.
Sull’ esempio della Scozia e della Catalogna anche
il Veneto ambisce alla indipendenza dallo Stato Italiano. Forse la vuole anche
la Sicilia e già che ci siamo, la Lombardia. Io, personalmente, farei un
referendum nazionale in cui chiederei al popolo italiano se desidera tornare agli Stati esistenti prima dell’unità
d’Italia! Le guerre d’Indipendenza? Cancellate!
La Toscana torna ai tempi del Granducato. L’Emilia
Romagna (?), le Marche il Lazio etc sotto il Vaticano. In sud Italia si ripristinano Le Due Sicilie! La Sardegna torna al Piemonte. Se poi qualcuno rivuole le rispettive
famiglie reali, si accomodi e faccia
tornare i relativi rampolli, tutti intelligentissimi! Contenti tutti!? Ovvia!
Il Granducato di Toscana batterà moneta, così
riavremo il fiorino! Il Veneto o il Lombardo-Veneto eleggerà presidente della
nuova Repubblica l’avv. Maroni, agli Esteri ci sarà l’on.le Borghezio …alla Cultura,
il figlio di Bossi. Immagino il Cristo e gli Apostoli, mollati i resti dell’Ultima
Cena, alla trattoria di Santa Maria delle Grazie, fotografati dal bravo Leonardo,
fuggire di notte su un pericolante barcone, remando contro corrente, verso
Torino. Il fondo, lì è conservato un lenzuolo del loro boss!
Nello SCV, Stato Città del Vaticano, ritorna il
Potere Temporale, nel senso che pioverà un giorno si ed un giorno no! Targhini
e Montanari si rivolteranno nelle tombe! Pazienza.
Il regno o la repubblica delle Due Sicilie potrebbe
essere una stella della bandiera americana. Il che porterebbe gli USA, di casa,
nel Mediterraneo. Mafia, permettendo. La via principale di Palermo sarà
intestata a Luchi Luciano! Occhei!
Se poi l’Austria
volesse ribagnare il suo culo nell’Adriatico si annetterebbe il Veneto in un
nano-secondo e così Luchino Visconti
potrebbe girare una nuova versione di Senso: Senso 2! Il problema irrisolvibile sarebbe quello di trovare un'altra
splendida Alida Valli. Vantaggi economici di questo ritorno al passato?
Nessuno! Ma, da noi, quello che conta è l’ideale! L’Italia non avrebbe più un Parlamento
nazionale da mantenere, né Torino potrebbe scaricare le sue casse integrazioni,
dovute alla grande rapina del secolo, sulle spalle dei Toscani o dei Calabresi,
insomma sul resto degli Italiani.
Della globalità, che ne facciamo? Del resto del
mondo? O, cos’è, il resto del mondo? Siamo o no gli eredi di Roma “caput Mundi”.
Almeno qualcuno di noi avesse letto e capito un po’ di storia. Macché!!!
Credo fermamente in questa brillante soluzione ai
problemi dell’Italia nel rapporto con l’Europa che con il resto del Mondo.
Tutti i nostri problemi, sociali ed economici,
finiti, risolti. Persino Pompei potrebbe, come ora, crollare in santa pace. Naturalmente
con il permesso di Allah!
Perché? Che c’entra Allah? Starete a vedere, perché
vedrete che anche lui rivorrà la sua parte!
Tutto risolto e tutti felici. E poi, cosa succederà?
Accadrà che una colossale risata del mondo e dell’universo
intero ci seppellirà!
Un morto al giorno.
Sinceramente potrebbero fare di più! Sono in tanti
ed hanno, dicono, una cinquantina di ostaggi. Questo centellinare sgozzamenti a giorni alterni non fa di loro
dei perfetti carnefici, ma solo degli artigiani maldestri della morte. Non
hanno nemmeno imparato da un loro ex dittatore che gasava interi villaggi, né
dal grande loro predecessore, quel mezzo tedesco con baffetti, che avvelenava i propri nemici a migliaia in
apposite e scientifiche camere a gas. Sono dei parvenu del terrore che
abbisognano di vestirsi da vendicatori con uno pseudo alone giustificativo
religioso. Predicando parole terribilmente intrise nel sangue! Oltretutto sono
mele marce. Frutti scaduti, andati a male tra quei radi tentativi di liberazione
che ogni popolo ha il diritto di esprimere. Non liberano niente e nessuno. E' indubbio il loro obbiettivo: scatenare una gigantesca guerra contro di loro. Chi ha di queste idee è sempre convinto che vincerà. In effetti, alla fine, perdono sempre. Ma per loro la storia è frutto del demonio! E
per di più annunciano come virtù islamica la loro assurda misogenia. In realtà hanno una
straordinaria paura delle donne. Ne conoscono la forza e armi alla mano le
violentano e le vendono ad altri impotenti come loro, facendone uno squallido
mercato. Dal greco mu/iseo- odio e gunè-donna. Odiano le donne, dimostrando
così platealmente la loro impaurita sudditanza alla parte più bella del genere
umano. Sarà perché nello stesso modo, odiano l’arte, pensando che con questo
operare l’uomo voglia eguagliare, se non superare, l’opera di Dio. L’altro
aspetto della loro manifesta idiozia sta nel rinnegare, imitando punto per
punto, quanto l’uomo occidentale ha fatto e fa per impadronirsi del massimo
delle ricchezze altrui. George Orwell aveva visto giusto! Parlandoci,
storicamente fuori dai denti, si tratta di una massa di idioti antimoderni che
si muovono in nome di una spasmodica cupidigia di potere, alimentati da fazioni
fanatiche di altri Stati viciniori che intravedono nelle loro feroci manovre
una possibilità diversa di tornaconto economico. Potremmo anche stirarli
definitivamente usando il ferro di feroci ed indiscriminati bombardamenti, ma
risolveremo poco se non tagliamo alle loro spalle coloro che alimentano i loro
conti correnti, coloro che vendono loro armamenti. Sempre che questo non
comporti, per gli occidentali, lo spararsi sui piedi! Fa tenerezza, ammettiamolo,
ascoltare parole accorate che invitano alla pace, pronunciate, forse, con
sincera umanità, senza ricordarsi che quel pulpito ha, anch’esso, una storia
talmente feroce da immaginarla incredibile alla luce dell’oggi! Se ne uscirà patteggiando. Chi oggi uccide
sarà ucciso in nome di futuri accomodamenti. La storia si ripeterà con una sua
tristissima scadenza, senza come al solito, ridare vita a chi miseramente nel
frattempo l’abbia persa.
“ Ascolto con terrore coloro che guidano uomini, che negli uomini non credono” Era presso a poco il pensiero tragico di Walt Whitman.
venerdì 12 settembre 2014
Un film dell’orrore
Film su Raitre, in prima serata. Titolo Margin
Call. Produzione USA, uscito nel 2008 in Estonia. Categoria: Horror
Nessun avviso agli spettatori. Film non vietato.
Storia: come ci si arricchisce vendendo carta straccia, sub prime, mutui ed
altre cialtronate. Il succo della storia è “mors tua vita mea”. Obbiettivo “operare
da leader nel mondo globale”. Perché nella categoria Horror? Dimostra, con
bravura di recitazione, con ottimo testo ed efficace musica e fotografia,
l’assoluta inconsistenza di come un lavoratore nella democratica America viene
considerato. Un nulla, leggermente meno di un nulla. Indipendentemente dagli
anni della sua vita che ha dedicato a quel lavoro, dai suoi progetti, dalla
validità del suo apporto allo sviluppo dell’azienda dove lavora. Niente!
L’unico protagonista che si salva, a stento, ma si salva, è il dollaro. In mano
ad un capo banda, azzimato e truce quanto basta, la storia narra come sia
possibile in una società, come quella umana, alberghino belve miliardarie di
tale ferocia e stupidità. Non producono niente, non fabbricano nulla; solo,
fino ad un certo punto, generano utili immensi per un piccolo gruppo di
complici. Dall’alto del loro grattacielo osservano l’immensità della città sotto di loro, una
luminosa New York, che per la loro cupidigia assurda, stanno distruggendo. Il
cinismo non c’entra proprio! Non sono cinici, sono al di là di ogni
considerazione tal sì che, difficilmente, uno zoo li ospiterebbe. Un medio
capetto da due milioni e mezzo di dollari l’anno elenca come spende questa
cifra enorme: la metà va al fisco (meno male, da noi…) e poi nell’elenco
spuntano ottantamila dollari spesi in puttane. Se, dio ne guardi, viene
sfiorato da un sentimento, ci resta stecchito. I latini dicevano “in vino,
veritas”. Qui si potrebbe dire: nei film, a volte, c’è verità. Vedendo in
questi uffici una marea di monitor accesi giorno e notte, vengono i brividi
nella schiena e sorge questa domanda: se questa gente è il pilastro
dell’economia di un Paese, con cosa li si può sostituire o cancellare, se loro
sono padroni di spostare miliardi di dollari da una parte all’altra del globo…
noi che avevamo spensierati nonni che cantavano “se avessi mille lire al mese
…” dove stiamo vivendo? In un film dell’orrore?!
E’ questa l’economia del mondo, basata sulla
cialtronaggine di questa gente per la quale esiste solo un’esasperata crescita
senza alcuna crescita di benessere. Immagino, poi, se a queste bande tornasse
utile finanziare fabbriche di guerra, cosa potrebbe succedere in tante aree
povere del mondo. Già, a proposito, che non sia esattamente quello che sta
succedendo?!
giovedì 11 settembre 2014
11 settembre, chi è stato?
Non tanto chi ne ha portato a termine il progetto, non
chi lo ha organizzato, a me piacerebbe proprio sapere chi lo ha pensato, chi lo
ha immaginato fino al punto di finanziare una simile operazione. Ipotesi, due fondamentali. La prima, il signor Laden: rampollo di una ricchissima famiglia
araba abituata ai più stratosferici contatti internazionali, tant’è che un
Laden cadde con il proprio elicottero in un orto della famiglia Bush. E’ stato
lui? Un bel giorno questo giovanotto che si fa immortalare come un povero
montanaro armato di mitra, ascetico e dedito alla preghiera, si sveglia con
l’idea di voler dare una lezione al capitalismo occidentale. Adottando le più
stupide motivazioni. Come si sa più sono stupide e più attraggono. Invece di
provocare colossali crolli di borsa, dei quali patirebbero anche gli altri Laden, mette su una banda di personaggi.
Li sposta nella patria del demonio dove imparano a pilotare aerei, mantenendoli
in America per un sacco di tempo. Finché questi, una volta imparato come si fa,
si schiantano chi su un grattacielo, chi per terra chi da altra parte. Oltre ad
uccidere senza alcun senso gente qualunque mentre lavora e vive,
assolutamente ignara di quanto stava accadendo, il signor Laden provoca e
ottiene la vendetta americana. Anzi inizia da qui una catena di massacri che
ancora non ha visto la fine. Nessuna utilità sia alla causa anti occidentale né
a quella, eventualmente, sperata a favore di uno pseudo misticismo islamico. La
seconda ipotesi: la bellezza dell’America, gli USA, è di essere libera e
democratica, a tal punto che anche un fastidioso razzista idiota può diventare
miliardario e, come tale, è libero di associarsi con altri suoi simili. Insieme
sono così stupidamente potenti da crearsi all’interno di strutture ufficiali,
per esempio i servizi segreti, una tal compagine di deficienti in grado di
organizzare assassini di portata mondiale. Solo per il gusto di sedersi
su poltrone occupate da altri culi. Inutile dire che successivamente
parteciperanno, bagagli ed armi, alla difesa dell’offesa, per loro mano, fatta al
loro Paese, esportando ogni ben di dio, democrazie e ridicolaggini comprese! Diversamente, il divertimento dov’è!!! Quello che a
loro interessa è la fabbricazione di bagagli e di armi! Sulla base di questa
bella pensata muoiono nel mondo decine di migliaia di esseri umani, interi
territori resteranno inquinati per decenni: la gente che non partecipa alla
carneficina ne resterà comunque destabilizzata. Al cielo, da ogni altare, si
levano preghiere assolutamente inutili. Nessuno infatti. lassù, ha più
voglia di ascoltare i lamenti di storici fabbricanti di lamenti.
Allora, chi è stato? Sopra qualsiasi imbecille, a
qualunque popolo appartenga, ci sono secoli di educazione civile e religiosa
interamente distorcente barlumi di umanità. Falsità inculcate come verità
assolute. Verità trasparenti, anche per un neonato, combattute e cancellate in
nome di particolari e singoli interessi. Sacrifici di vite umane degni di
epoche in cui la barbarie era padrona del mondo richiedono e richiamano
vendetta.
Ovunque tu sia io ti ucciderò! Oppure, io ti ucciderò solo perché ci sei. Amen!
Chiedo scusa ai miei dieci lettori abituali, di
manzoniana memoria: amen, un bel cazzo!!!
Come possiamo
e cosa siamo in grado di fare? Solo una cosa: cercare di capire!
A
proposito, chi è stato?
mercoledì 10 settembre 2014
Del perché dello scrivere.
La domanda fondamentale è questa: perché lo fai? Potrebbe, questa richiesta essere accompagnata, se non vi fosse un insidia pericolosa, da un altra domanda: perché pensi? L'insidia della prima domanda sta in chi la pone; quasi avesse, sia un sotto fondo sarcastico sia, in se, già pronte alcune risposte definitive. La seconda non viene quasi mai posta perché si da per scontato che un essere umano pensi. Non sempre è così. Anzi molto spesso gli umani demandano la faticosa attività del pensare ad altri. Qui i casi sono due: può andarti bene così, anzi meglio; oppure ad un certo punto, quando ti nascono dei famigerati dubbi uno si ritrova con in mano il solito pugno di mosche. Eccomi! Ad un certo punto della mia vita, direi ad onor del vero, assai prestino, ho aperto il palmo della mano e dentro non c'era che l'ombra di un pugno di mosche! Cominciai a riflettere sui miei genitori: brave e semplici persone, Probabilmente senza domande, oppure se ne formulavano, se ne liberavano subito. Il loro impegno ero io; dovevano scoprire chi sarei stato e darsi da fare perché lo diventassi, Fu così che invece di continuare a leggere per dare esami e far capire che avevo letto e capito bene, cominciai a scrivere dentro di me. Penso di avergli procurato preoccupazione e poca soddisfazione. Comunque sia stato, ci siamo dati lealmente tutto l'amore di cui siamo stati capaci. Ed è stato così che ho iniziato a trasferire i pensieri che il leggere mi suggeriva, dalla penna stilografica alla carta, dalla tastiera di un computer allo schermo. Il leggere, il vedere, il guardare, l'amare, incontrare personaggi stratosferici, soprattutto del passato..... Un cocktail di immagini, di parole, di intuizioni, di impensabili riflessioni che aprivano scenari d'improvvisa lucida bellezza.
Lo scrivere, il farlo, serve prima di ogni altra considerazione, a leggermi dentro. A capire, dentro di me, se quello che sto comprendendo è la realizzazione di un sogno, o la sua continuazione. Prima ancora di ogni altra considerazione lessicale o stilistica. Prima ancora che un lettore diverso da me potesse essere messo in grado di leggere le mie parole e conoscermi. Chi ha il vizio o la virtù dello scrivere, qualunque personaggio o situazione e riflessione scriva, ha per oggetto solo se stesso. Scrive di sé! Sia che narri le vicende di Sandokan come di Caterina da Siena, di Pinocchio o della Monaca di Monza. Io, lo scrivente, nel bene come nel male!
Lo scrivere per approfondire la convinzione che noi, gli uomini, dico per essi tutti i viventi, conduciamo la nostra esistenza avvolti nel caos delle falsità con cui abbiamo arredato la nostra vita. E questo porta infelicità, dolore, percorsi di esistenza difficili e tortuosi perché, sempre, fuorvianti. Attribuendo tutti i nostri mali , tutti i nostri pochi beni, ad una visione della realtà così strampalata che per essere creduta necessita di una fede, di una fiducia cieca, muta, e sorda.
Lo scrivere come una chiave con cui aprire porte nascoste nella coscienza, come una lente d'ingrandimento tale che consenta di vedere dentro, non di moltiplicare i confini delle cose.
Lo scrivere diventa poi una molla che aizza la vanità. Ricordo una bella e giovane signora, al mare d'estate. Incuriosita, forse e magari solo cortese, dopo un mucchio di parole mi chiese di leggere una storia che da poco avevo "pubblicato". La guardavo, da lontano, leggermi! La vedevo assorta ... pensai che con il caldo della bella giornata estiva, si stesse addormentando! Fissai lo sguardo sul mare, al solito bellissimo. Ed ecco una mano accarezzarmi i capelli e la voce di questa giovane signora che sorridendo mi sussurrava un "grazie"! La mia storia l'aveva divertita e commossa.
Le credetti!
Le credetti!
Lo scrivere, da allora, è stato il mio gioco più bello! Nell'ultimo di questi, pubblicato recentemente, con il titolo " I Colloqui del Dotto Mamo" mi propongo l'ennesimo tentativo di smantellare, senza buttar via niente, le confuse sovrastrutture che inaridiscono il nostro vivere. Inizio a prendermela con Lui, che dicono stia lassù. E visto che non credo nell'immagine che di Lui dipingono da millenni, provo a colloquiare per scritto, lamentando il suo assurdo silenzio! I colloqui del mio amico Mamo seguono un percorso che si delinea strada facendo,:intervistando un predecessore di Lui, tal Zeus, ospite di una casa di riposo per vecchi Dei ... La conclusione?! Forse cercare una conclusione è cosa vana, perché non ci sarà quasi mai una conclusione, Vale per vera la risposta che Socrate dava normalmente a chi gli chiedeva se, realmente, lui credesse nelle cose che affermava. Al che il grande Socrate rispondeva che: si, forse, ma non ne era sicuro!
giovedì 4 settembre 2014
A mia insaputa!
Facciamo così: io sono il Presidente e Dittatore
deliberatamente eletto, di uno dei più grandi Paesi del mondo. Non si muove un
bacherozzo senza che io o al massimo uno dei miei fedelissimi ministri lo si
abbia ordinato. Fatta questa premessa, in una Nazione a noi confinante, un
gruppo folto e ben armato di nostri simpatizzanti occupa, armi alla mano, un intero territorio. I
soldati di quella Nazione confinante non stanno lì a guardare e si oppongono a
questa azione militare. Non solo, siccome i miei simpatizzanti le stanno
buscando, un bel gruppo di miei soldati, con carri armati ed altre quisquilie,
entra in quel confine per appoggiare la resistenza e l’invasione. Succede
anche, sempre a mia insaputa, che viene preso di mira una aereo per il
trasporto civile, abbattuto e uccisi tutti i passeggeri.Chi mi ha simpatico ha anche una buona mira! Uffà!!! Il legittimo
governo di quella Nazione chiede aiuto al mondo intero e questo mondo si
allarma e si predispone a contrastare i miei amici ed i miei soldati. Io,
Presidente e Dittatore, deliberatamente eletto, mi arrabbio ed avverto che con
me non si scherza! Ho una fionda potentissima che spacca in due tutti gli
atomi! Anche noi, risponde il mondo! Ah, già, dico io! Mi invitano a sedermi
intorno ad un tavolo. Ci vado e decido, per il momento, di farla finita. Il
ministro della Nazione invasa dai miei amici e dai miei soldati da l’annuncio
di una tregua concordata tra di noi. Poi io dico che non era possibile che io concordassi alcuna tregua
perché ne i miei simpatizzanti ne i miei soldati hanno qualcosa a che fare con
me, e con quanto mi dicono stia accadendo. Anzi se è vero che stanno facendo tanta confusione, la fanno a mia insaputa!
Detta questa bella frase mi aspetto che il mondo intero mi spari una pernacchia
derisoria e m’inviti a smettere di fare il buffone … macché! Nessuno obbietta
un bel niente! Anzi continuano ad invitarmi a trattare ed io, sempre a mia
insaputa, ci vado!!!
C’è, mi dicono, una candidatura libera per un
premio Nobel per l’idiozia e l’ipocrisia, per la capacità di far massacrare la
gente e per altre banalità … mi si dice che io potrei essere candidato a questo
premio Nobel … ci sto pensando e quasi quasi, sempre a mia insaputa, mi
propongo per ottenerlo sicuro di ottenerlo. Così mi farò un viaggetto pacifico
in Svezia, anzi ad Oslo e stringerò la mano a personaggi che, come me, governano
il mondo a loro insaputa. Certo che mi piacerebbe condividere questo premio con
altri miei omologhi, anche se qualcuno di loro pretende di essere stato eletto
liberamente e sapendo quello che faceva. Incredibile! Non potrei essere in migliore
compagnia. Ed il resto dei popoli?
Dove, chi, come, quanti …? Nessuno me ne ha mai
parlato!
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mercoledì 3 settembre 2014
La grande pioggia
Nel 1939,
dal libro di Louis Bromfield, il regista Clarence Brown trasse un grande film!
La Grande Pioggia. A parte Tyrone Power, nella parte di un affascinante medico
indiano e Myrna Loy in quella di una lady english, annoiata e pronta a non
annoiarsi, recitava un metro e cinquanta di splendida donna, russa, la sessantatreenne Marija Uspenskaja! E per la sua bravura, un Oscar come attrice non
protagonista, e per la mano del Brown, interpretando una principessa indiana,
esprimeva, con il suo ghigno che emergeva dal cerone, tutta la sua avversione e forzata accettazione nei confronti del colonialismo inglese. Un film strappa lacrime di ottima recitazione
hollywodiana, con un grande impatto sul pubblico di tutto il mondo. Oggi, a
distanza di quasi cento anni dalle scene così descritte, nella civilissima
Italia moderna, può venire giù qualsiasi grande pioggia che i cittadini di
campagna, di montagna, di paese e di grande città, non se ne accorgono neppure!
Anche perché, ora come allora, molti restano sepolti da frane, affogati in
allagamenti, esondazione di ruscelli e di fiumi, privati di ogni loro bene. A differenza di allora i nostri umidi
conterranei vengono ripresi dalla televisione che documenta frane, allagamenti,
mobili buttati al macero e funzioni funebri in cui, i rimasti vivi, chissà
perché, applaudono i morti! Non ci facciamo mancare niente, tant’è che in
assenza di un colonialismo inglese opprimente, non ci priviamo del piacere di
esprimere il nostro dolore infilzando perline di parole anglosassoni nelle
nostre lamentele. Per consolazione ci dicono che il tempo, brutto o bello, sta
cambiando le stagioni. In fondo è quello che tutti volevamo: Natale il 15
agosto, con neve calda e sole, le vacanze estive al 31 dicembre facendo il
bagno tra le onde del Mediterraneo che bagneranno la coste delle Langhe e del
Chianti! Se poi ci sarà da ritenere responsabile qualcuno che ha violentato la
natura così a lungo e con tanta ferocia, troveremo senza dubbio un colpevole
che non c’entrerà niente con l’accaduto, ma sarà utile per nascondere
produttori dei gas nocivi con cui si continuerà
ad avvelenare la terra; per dar modo a questi ultimi di continuare questa nuova
forma nostrana di colonialismo in cui tutti noi siamo gli indiani di turno.
Oppressi non più dalla dominazione di una sola nazione straniera, ma oppressi dalla
nostra stessa ignoranza. Colonizzati dalla nostra idiozia.
Questo ultimo agosto è stato un antipasto, con
aperitivo, di ciò che ci verrà servito a pranzo ed a cena.
Oggi 3 settembre 2014 uscendo di casa, nel Chianti,
il termometro dell’auto segnava 14 gradi sopra lo zero. Ci siamo ritenuti
fortunati. Nello scendere a Firenze siamo saliti a 18 gradi! Praticamente, novembre!
Di una cosa siamo sicurissimi, che, in omaggio al
meteo, un qualche canale televisivo metterà in onda per la duecento millesima volta
un bellissimo film: La Grande Pioggia.
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domenica 31 agosto 2014
Che ci sia vita nell'universo?
Cosa cambia per me se la risposta a questa domanda
fosse positiva o fosse negativa? Mi pongo una seconda questione: la vita su
questo pianeta, che chiamiamo Terra, potrebbe essere considerata tale se ne
fosse osservato il “modus vivendi di alcuni viventi”, in particolare
dell’umanità, da un'altra galassia? Noi umani visti da lontano come potremmo
essere considerati? Un esempio extra galattico di vita… un brulichio incessante
di strani esserini … oppure, data la nostra brevissima esistenza, potremmo
essere visti come delle curiose ed evanescenti flatulenze. Vero è che abbiamo
spedito oltre il confine del nostro sistema solare un disco d’oro o di platino
con incise tracce della nostra civiltà, come fossimo dei naufraghi che in una
vecchia bottiglia parlano di se stessi,
sperando di essere letti e magari salvati. Forse un giorno, girando e rigirando
per l’universo, questo dischetto ricadrà su questa terra, tra tante di quelle
migliaia di anni che, una volta raccolto e letto, farà gridare al miracolo
perché verrà interpretato come una prova dell’esistenza di un certo tipo di
vita nell’universo! E’ giusto indagare ed investire in questa ricerca. Più
giusto ancora se, nel farlo, riuscissimo a scrollarci di dosso tutto quel
guardaroba di falsità che ci opprimono. Mettiamo il caso che riuscissimo a
scoprire che esiste una pianeta abitato da viventi di tipo umano che abitano
una terra ricchissima di tutto quello che noi consideriamo fonte di ricchezza.
Loro non ne fanno uso perché per essere felici, e la felicità è il loro
obbiettivo, non abbiano bisogno di sfruttare quelle tante ricchezze. Vivono
serenamente e il loro più straordinario spettacolo è applaudire al sorgere del
loro sole e l’apparire delle loro sette lune. Mi domando: in quanto tempo
saremmo capaci di distruggere il loro pianeta? In quanto tempo ridurremo in
schiavitù quella gente felice? In quanto tempo cercheremo di arruolarli in una
delle nostre religioni? Ora fantastichiamo insieme al capitano Kirk … “la
nostra etica ci impedisce di intrometterci nelle vita di altri esseri viventi”
dice lui.
Credo che non impiegheremmo più di un nano secondo
per impadronirci delle ricchezze altrui. Noi siamo “grandi potenze” nel nostro
sistema solare. Dominiamo di qui a Giove ed anche oltre. Ci avviciniamo ad
essere premiati come i bipedi più idioti di tutto il sistema solare. E ce ne
facciamo un vanto!
Forse qualcuno qualcosa sa! Oppure fa trapelare una
mezza informazione sull’esistenza di altre vite altrove. Sostenendo che meno la
gente comune ne sa e meglio sta. Poi, in realtà, meno ne sa e più sopporta chi
sostiene di saperne di più. Un ipotesi interessante e futuribile è quella che
auspica una visita al nostro pianeta da altri esseri viventi a tal punto più
progrediti di noi da poter viaggiare per l’universo ovunque li porti la loro
curiosità. La nostra ricerca scientifica più avanzata sostiene che noi umani
vediamo cose e diamo loro nomi differenti in virtù del fatto che cervello ed
occhi immaginano, da centinaia di migliaia di anni, di vedere un albero la dove non c’è che un mucchio di atomi
che girano a velocità diverse in spazi diversi tali da farsi distinguere da un
papavero che gira ... … e se, i cosiddetti alieni avessero altri sistemi, altri cervelli ed
occhi per vedere le cose, potrebbero non vederci! Giudicando il nostro pianeta
abitato da strane nebbioline in perenne movimento, praticamente delle
flatulenze! E questo potrebbe essere la loro salvezza! Il nostro dramma è che crediamo di essere ciò che non riusciremo mai ad essere!
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