giovedì 30 gennaio 2014

Ai uont iu!

Ta vois of itali … poi continua dicendo: Prossimamente Rai 2. Si arguisce che con questa insegna in inglese stanno riproponendo in Italia un concorso per cantanti, per trovare la voce dell’Italia. Anzi  “ta vois of itali”. Un’ altra trasmissione che lancia un canale di ascolto, migliorato come ricezione, viene definito così: “Digital redio”. Redio, non radio. Con questa pioggia il caro Marconi avrà altri problemi che rigirarsi nella tomba a sentir dire “ redio” anziché “radio”.
Uno dice: la globalizzazione! Qui realmente l’unica globalizzazione che ti viene imposta è quella della cretineria! Già a Torino c’è luventus Stedium … la povera parola latina, “Stadium” ereditata da sciupalingue diventa “Stedium”!
-Caro dove vai oggi pomeriggio?
-Vado allo stedium …
E ci si lamenta se uno ce lo manda …
Poi da bimbini si diceva che gli unici beoti erano gli abitanti della Beozia! Deve esserci stata una migrazione di massa e sono venuti tutti qui da noi!
La Redio Television of Itali, canal tu (two) presents …. E via italianizzando! Ora, tutto questo, non per un distorto sentimento di patriottismo tra il leghista ed il becero. Direi solo per una questione di buon gusto! A proposito come si dirà “buon gusto” in inglese?
Immagino il resto dell’Europa, quella che considera la lingua latina e quella italiana come la madre di tante lingue, che si sbellicherà dalle risate! Leggere il latino di Cicerone o di qualche studioso del ‘ 600 italiano, ad esempio alla fine del ‘600 Francesco Saverio che scrive del suo viaggio in Cina, naturalmente, in latino … con accento inglese!
Fa assolutamente più “ figo”!
Ai uont iu!


venerdì 24 gennaio 2014

Film d'amore 1933 2014

1933-2014. Scene d’amore nei films

Mamoulian ne firmò la regia nel 1933. Titolo del film “La regina Cristina”. Una splendida Greta Grabo ed un bravo fascinoso John Gilbert. La più bella delle scene d’amore mai girate dal cinema di tutti i tempi! Secondo me! Dopo una notte d’amore Cristina/Garbo lascia la camera della locanda che l’ha vista meravigliosamente felice. Lo spettatore intuisce l’appagamento e la felicità della regina dal suo sguardo, dalle carezze con cui muove le sue splendide mani sulle tende, sui mobili, dai suoi occhi che, languidamente e con dolcezza, si posano ovunque, per imprimere nella sua mente la scena di quel fantastico ricordo. Fine della scena.

Mercoledì  22 gennaio 2014 TV ore 21,10
Jane Campion ne firma la regia nel 2003. Titolo del film “In the cut” Thriller erotico (?!).
Meg Ryan, una strana scrittrice maestra, Mark Ruffalo, poliziotto. Tre scene “d’amore”:
la maestra scende nella cantina di un bar e sorprende il poliziotto che si fa fare un ricco pompino da una tizia;
la maestra conosce il poliziotto … sola nel suo letto, a pancia sotto, si masturba allegramente con tanto di sospiri e lamenti;
la maestra va a cena col poliziotto. Passeggiano. Salgono nell’ appartamento di lei.
Lui è a letto, nudo, lei gli arriva vicino con camicia e slip. Si toglie la camicia. Rifiuta di togliersi lo slip. Ci pensa lui. Stende la maestra sul letto a pancia sotto, le allarga le gambe ed inizia un mugulante cunnilingus! (Scientificamente parlando)
Se ha messo la lingua dove penso, ha anche messo il naso dove dico io …. De gustibus. Il che visto dopo cena … oltre che senso fa anche  ridere!

Giovedì 23 gennaio 2914: TV ore 21,10
Altro film americano: una storia d’amore tra una poverina di una moglie che sorprende il marito masturbarsi con un paio di mutandine, piazzate sul naso, “odorose” di una porno star, mentre la guarda su un monitor, ed un giovanotto inconcludente con moglie lavoratrice. Adocchiamenti tra i due in un giardino, con relativi pargoli, valutazioni reciproche in piscina, una pioggia da copione e nella lavanderia della villa di lei, la scena clou del film. Con il sedere su un tavolo, mentre la lavatrice va in funzione, lui nudo e di schiena  sta tra le gambe aperte e nude di lei, facendo ciò che si fa in quei frangenti. Lui chiede a lei “ Sei pentita?!” Lei risponde di no. Lui le dice “ Io, si!” … Non ho visto come andava finire. Sono andato a letto a leggere. Lo so: avrei potuto andarci prima!

In tutti e due i casi mi è tornata in mente la bellissima scena d’amore di Greta Garbo che invito i miei due lettori ( purtroppo non più di due!!) ad andare a vedere!
Dicono i narratori, gli scenografi etc etc, che è colpa del pubblico che vuol vedere solo certi spettacoli. Colossali e macroscopiche  balle! Sono loro che non sanno né scrivere né descrivere niente di diverso. ( Tra l'altro mi ci sono cimentato anch'io e di proposito, pur avendo solo due lettori!)
La televisione ed il cinema hanno due protagonisti essenziali intorno a cui intrecciano sceneggiature che vanno oltre un minimo di buon gusto e di civiltà,  assolutamente cretine. Il sesso e la pistola. Il bello è che questi film vengono importati, doppiati e distribuiti. Non ne faccio certo una questione morale o di censura! Ne faccio solo una questione di capacità narrativa in cui determinate scene, finalizzate allo sviluppo della storia siano filmate in modo tale da non provocare risate tra un rigurgito di vomito e l’altro! Insisto: fare all’amore cominciando col mettere il naso proprio lì … non mi sembra il colmo dell’eleganza! In quanto ad “ amore” è meglio non tirarlo in ballo. Amen.
 







lunedì 20 gennaio 2014

Perché ti amo, quantisticamente parlando

Perché ti amo

"La realtà è tessuta di eventi granulari: tra un evento e l'altro spazio, tempo, materia ed energia sono sciolti in una nuvola di probabilità. Appare una struttura elementare del mondo in cui non esiste spazio, tempo, generata da un pullulare di eventi quantistici!" Il che, osserva Carlo Rovelli nel suo libro " La realtà non é come ci appare", è cosa ben diversa da come hanno voluto insegnarcela a scuola. Lo scriveva anche Enrico Bellone nel suo ultimo libro e lo stanno scrivendo gran parte degli scienziati via via che si addentrano nello studio e nella scoperta di ciò che ci circonda e di ciò in cui viviamo.Se così stanno le cose e pare proprio che così stiano, dico che, forse, varrebbe la pena descrivere di nuovo ed in maniera più aderente alla realtà, cosa sia questa vita e già che ci siamo, cercare nuovamente i tanti perché che fin'ora ci hanno e continuano a travolgersi con tutte le loro inutili sofferenze, con qualche piccola gioia Mi vengono in mente alcuni nomi: nascita e morte, le tante inquisizioni, gli amori ed i tradimenti, le passioni, la politica, le banche, le truffe finanziarie che sconvolgono l'economia, l'economia stessa, le guerre, gli odi razziali, i bianchi i neri i rossi ed i gialli ... ma poi su tutte queste " gioie" che hanno allietato l'umanità dalla sua origine ad oggi, qualcuno, cortesemente, mi spieghi " perché ti amo!".Che tipo di evento probabilistico ha soffiato sulla mia nube quantistica al punto tale che i miei sogni ( quantistici pure loro) si sono impregnati della tua immagine, e ricevono luce dal tuo sorriso? A che gioco giocano tutti quei soloni che fino ad oggi hanno pontificato dai loro pulpiti sulla eticità, sulla moralità e  chi più ce ne ha più ce ne metta!
Che gli uomini incatenati in fondo alla platonica grotta, una volta liberati abbiano voglia di tornarsene al buio si giustifica con la paura della luce e della conoscenza. Tra non sapere cosa si è e perché lo si è, alcuni - qualche miliardo di esseri umani- si illudono di essere quello che, forse, non sono. Non solo gli scienziati ma anche i poeti lo avevano intuito: da Democrito a Lucrezio fino a Calderon de la Barca " Sogna il re che è re ed in tale inganno vive sognando" ( o regnando). Il dubbio arrovella l'animo fin da quando si è accorto che non erano le risposte insufficienti e fallaci ma le domande erano poste in modo da essere falsamente accontentate. Già! Il primo uomo lo aveva chiesto al suo creatore. e Lui gli aveva risposto che la sua funzione era quella di dare nome alle cose! L'ometto ci aveva preso gusto ed invece di arrostire il serpente si era pappato la mela ( curioso della conoscenza) e s'era inventato un vocabolario intero, quasi tutto sbagliato. In base al teorema scientifico che indica come il gatto si morda la goda, qualcuno, di buona volontà e di sicura conoscenza scientifica mi spieghi il " perchè ti amo!". Sentitamente, ringrazio!

domenica 12 gennaio 2014

obiettivo: dire di no!

Obiettivo: dire di no!

Mi piacerebbe poter chiedere ad un assassino se fosse stato cosciente o no dell’omicidio mentre lo commetteva, oppure  prima o dopo di commetterlo. Se è un assassino “onesto” dirà che era cosciente di ciò che faceva, o progettava o aveva fatto. Se apparentemente pentito, risponderà mettendo in campo tutte le fresche frasche possibili: vendetta, gelosia, passione, potere, denaro e chi più ne ha più ne metta. Tutte utili a chi ne prende le difese, ed a lui per farsi  credere povero innocente. Sia che la vittima sia una o le vittime siano milioni, in caso di guerre, comunque e mai giustificabili. Dopo gli chiederei se era al corrente del fatto che l’uccidere è vietato fin dai tempi di Caino.
A cosa serve vietare? E’ molto più facile vietare che educare!
Educare, quasi che questa parola fosse una sintesi di un pensiero che volesse significare un condurre dall’ esterno, un “ducere”, come “condurre”, ma “e”, dal di fuori. Senza l’imposizione di dover dimostrare a parole l’aver capito, Questo perché non basta dire di aver capito.
Per fare una operazione del genere, che abbia cioè questa filosofia interna, bisogna necessariamente che il docente abbia una visione panoramica del sapere, vivendolo ma stando al di sopra della propria specifica materia in cui ha approfondito la propria conoscenza e della quale si rende docente.
Trattasi di un famoso chirurgo, di un’ acclamato urbanista, di un artigiano al limite dell’artista, di un uomo qualunque … non è più possibile che  sia chi pensa di essere se non è stato incuriosito dalle mille strade della conoscenza, e ne ha percorse tante, anzi tantissime: e, magari ne è stato illuminato.
Come può un medico curare un malato se  conosce solo di medicina, e non di storia della medicina, di filosofia, di storia delle religioni, di musica,  e già che ci siamo di anatomia, di psicologia … volendo anche di botanica e di archeo-paleontologia! Un architetto … progettare una casa se non sa … anche di matematica, di edilizia, ancora di musica, di storia dell’ uomo e della sua evoluzione, di sociologia e, già che c’è, anche,di tecnica di costruzione!  Lo stesso dicasi per un impiegato di banca, per un funzionario della Posta, persone che devono ascoltare, capire chi non sa esprimersi correttamente, chi chiede una cosa ma in realtà forse ne vuole un’altra. Come può un giovane o una giovane affrontare il proprio innamorarsi, senza sapere, oltre a tutto quello su elencato, anche la storia dell’amore e dell’amare?! Che, al di là dei sensi, non sia in grado di interrogarsi.
Uno dice: la scuola: come se la scuola non fosse che una trasfusione di sapere nelle vene, come un travaso di sangue! La scuola ti da se te le dai! Al limite ti prepara ad essere. Sta a chi ascolta l’imparare. Certo che non deve essere impregnata di un unico sapere, di una conoscenza basata, quando va bene, sui sogni, le illusioni o come spesso capita sull’inganno. Le sue pareti devono essere bianche, senza orpelli, senza violenze e imposizioni ideologiche. Dov’è, questa scuola?
Direi, dentro di noi, nella nostra capacità di dire di no, ai luoghi comuni, alle frittate già cotte e mangiate, alla pigrizia del  conoscere. Anche se per questo occorreranno secoli di libertà. Io lo so! Ci siamo vicini!










lunedì 6 gennaio 2014

Se

Se io stessi dormendo potrei sognarti.
Se io fossi sveglio potrei vederti.
Se tu capissi l’amare, del mio amore non arrossiresti.
Se tu fossi architetto ci costruiresti una casa solo per te.
Se tu sapessi cos’è amare senza un dare ed un avere
Se tu guardassi dentro di te, vedresti il meglio di me
Se tu guardassi nel mio sguardo vedresti il miracolo che sei
Se io fossi ciò che ero soffrirei d’amore per averti
Se io guardo quel che sono l’amarti è vivere.
Se e quando dormirò per sempre ti sognerò liberamente.






giovedì 2 gennaio 2014

Anno nuovo, vita vecchia

Meglio sarebbe scrivere, vita sempre “più”  vecchia. Mi consolo ricordando Einstein che sosteneva l’inesistenza del tempo. Non mi consola il pensare alla probabilità che anch’io, nonostante me stesso, non esista, e non sia esistito, in realtà! Di fatto l’altra notte guardando dei piccolissimi nipotini giocare sul tappeto entusiasti all’idea di stare tra i grandi in un’ora molto insolita per loro, osservavo una di loro, una bambina di tre anni, deliziosamente sorridente. Tre anni nel 2014. Vale a dire che la stessa bambina, nonostante l’inesistenza del tempo, tra settantacinque anni, potrebbe guardare con la mia stessa gioia, una sua nipotina di poco più di tre anni, giocare sulla stesso tappeto in attesa dello scoccare del 2089! Sullo stesso tappeto, di poco più antico, con giochi forse diversi. Anche se questa ex bambina penserà i miei pensieri , io, e non solo io, non ci sarò più! E, allora? Allora, niente! Consolante l’ipotesi che io potrei non essere mai esistito realmente e quindi … sarebbe inutile pensare che nel 2089 non ci sarò più! Forse, anche prima!
Mi dispiacerà?
Confesso di si! Mi mancheranno alcune “cose”: la doccia mattutina, subito dopo un bel caffè amaro; l’uscire di casa e respirare l’aria … si!....abbastanza pura, in mezzo agli ulivi; la dolcezza della mia compagna, i miei ed i loro figli … e poi … mi mancherà la gioia dell’innamorarmi improvvisamente di una stupenda creatura mai vista fino a quel momento! Quante volte mi sono innamorato nella mia lunga non-esistenza?! Per rispondere correttamente ci vorrebbe un astrofisico! Di quelli abituati a contare le stelle! Il mio innamorarmi sta nello stupore che mi nasce nel cuore alla visione di un bel volto, di una bella bocca sorridente, di occhi luminosi che sprizzano gioia di vivere! Tutto questo mi turba pensando che, forse, sia io, che quello che ammiro stupito, non esistiamo, siamo solo il frutto di una abitudine a dare nome e disegno ad un ammasso di atomi che casualmente ruotano fino a manifestarsi in tanta meravigliosa apparenza!
E, se anche così fosse, a me cosa potrebbe importare? Forse mi annoia l’idea che l’uso e la consuetudine abbiano, nel corso dei millenni, impedito a queste bellissime immagini di corrermi tra le braccia, tutte le volte che me ne innamoro. Che barbarie! L’idea, poi, che le apparizioni meravigliose che mi affascinano s’innamorino di me, così a prima vista ( ed anche a seconda e terza vista)  non mi crea nessuna angoscia, né me ne creerà nel 2089!
Fin d’ora, nel caso io, nel 2089, non ci fossi più …  mi sia permesso esprimere a tutte le creature di cui mi sono innamorato ed a tutte quelle di cui potrei, da adesso ad allora, innamorarmi, esprimere dicevo i miei migliori auguri per una loro vita felice, con un caldissimo abbraccio ed un lungo appassionato bacio!
E già che ci sono, ( almeno per ora) fare anche a me stesso, di vivo cuore, gli auguri più affettuosi per l’anno nuovo e per la mia nuova e vecchia vita!