Un’intervista a due
famosi fratelli,
Buon e Comune
Senso
I : Grazie per essere
venuti e per di più insieme!
B&C: Prego! Noi
spesso viaggiamo insieme.
I: Una curiosità, se mi è
permessa! Siete fratelli?
B&C: Di padre!
La mamma è diversa, anche se come può
vedere abbiamo la stessa età.
I: Quindi il vostro
cognome è Senso! I vostri genitori sono ancora vivi, immagino!?
B&C: Certamente!
Nonostante la nostra e la loro veneranda età! Il nostro babbo, Questomondo, non
sta tanto bene … continua a girare intorno ed è stanco, mentre le nostre mamme
… quella di Buon, sta prendendo i voti dalle suore Orsoline, e quella di
Comune, anche lei nonostante l’età, insomma, come si può dire, fa ancora un po’
la vita!
I: Mi piacerebbe
conoscervi meglio! E’ possibile che io vi faccia una domanda ciascuno?
Comincerei con lei, signor Comune.
C : Diamoci del tu!
Diversamente che Comune sarei!
B : Quanto assomigli a
tua mamma, l’ho sempre detto!
I : La prego signor Buon
… lo sia! Come qualche volta lo è! Allora signor … o meglio, caro Comune,
cos’è, secondo te, che ti rende quello che sei? Così accettabile, praticamente
da tutti!
C: Ci ho pensato a lungo.
Io non voglio deludere nessuno … ma sono, o credo di essere, come l’onda in
superficie di un grandissimo mare. Quella che s’infrange, ora lenta ora violenta,
su una spiaggia. Di me si vede solo, come dicevo, la superficie e, questa
visione accontenta tutti! Così nessuno viene mai a vedere cosa realmente mi si
muove sotto! Tutti, senza farsi domande, si bagnano, nuotano, vivono e si
divertono sulla mia superficie!
I: Il mare è un immenso
sapere e l’onda è solo ciò che di questo si vede in superficie!
C: Cosa le dicevo? Quello
che c’è dentro di me è un continuo ribollire di vita che non interessa nessuno,
che non viene mai a galla. Io, spesso, mi trasformo in avverbio e sono
accettato e benvoluto da tutti!
I: Ho sentito dire che sono
sorti dei comitati per la tua abolizione. Cioè persone disposte a negare
l’esistenza della tua vita. Persone che rifuggono dal ritenerla plausibile
invitando la gente ad approfondire certe conoscenze per svincolarsi da
pregiudizi. Anzi spesso pensano a te solo come un qualcosa di assolutamente
pilotabile. E quindi variabile. Inaffidabile. Te che me ne dici!?
C: Allora è vero quel che
si dice? Mi hanno anche detto che siano addirittura sorti dei comitati per
abolire oltre al mio nome, e che tu sappia, per caso, anche il mio cognome?
I: Intendi abolire
completamente il Comune Senso? Non so cosa dirti! Se non che è il tuo cognome
ad essere assolutamente comune! Scusa il bisticcio, ma infatti, per Senso
s’intendono tante di quelle cose che appartengono al vivere universale … e poi
da questa parola ne derivano altrettante molto determinanti …
C: Se mi dovessero
abolire, cosa potrebbe sostituirmi? In fondo io sarò superficiale e va bene:
però sono anche una specie di dolce catena che tiene insieme la gente, che detta
delle regole di convivenza; seguendomi la gente convive sorridendo e condivide
tanti miliardi di piccole cose. Per esempio l’educazione … poi, guarda, ti farò
un esempio scientifico! E’ o non è senso comune il dire che tutto l’universo è
tenuto insieme, spiegabile, dalla matematica!
B: Mamma mia! Ma che ti
viene in mente! Mi fai il filosofo, ora?!
I : Ti prego, continua.
C: E’ così. Non è forse vero?
I: E lei, signor Buon,
che ne pensa?
B: Noi fratelli ci
assomigliamo un po’! Direi che io sono si, Buon, ma non sono un conservatore. Un normale Buon Senso suggerirebbe,
nel caso ultimo e così filosofico di mio fratello, dopo aver applaudito questa definizione di
matematica all’universo, di andare a vedere se è, solo la matematica, il sistema
di lettura più definitivo o se possano essercene altri. E questo vale anche per
l’educazione. Comune dice che bisogna
affidarsi ad una tradizione ...... per
cortesia fratello prestami il tuo avverbio, di norma ci si affida a qualcosa di
comunemente accettabile, che non contraddica troppo quello che è stato, ciò che
finora è stato fatto, nel rispetto di questo e di quello! Senza tener conto dei
risultati … magari non del tutto soddisfacenti!
I: Quindi riterrebbe
giusta l’abolizione di suo fratello?
B: Mi dia del tu! No, non
la ritengo giusta! Corretto sarebbe che chi lo usa non nascondesse dietro di
lui tutte le ipocrisie possibili!
I: Te non potresti
intervenire per una correzione?
B: Ma, non so se l’hai
capito, io sono usato quasi peggio! Mi si usa per far passare sulla testa della
gente le cose più verosimili possibili che niente hanno a che vedere con cose
vere!
I: Vi ritenete tutti e
due maltrattati, perseguitati …
B&C: Non solo con i
nostri nomi! Pensa a cosa combinano con il nostro cognome! Quando poi non lo
trasformano, lo masturbano, lo tradiscono …
I: Allora dovreste
prendervi un po’ di riposo. Potrei suggerirvi di fare una cosa che qui da noi
pochi fanno: date le dimissioni! Allontanatevi dalla gente, così finalmente, a
furia di tenervi in mezzo, di usarvi malamente, la gente trovandosi senza di
voi potrà dire, giustamente, nonostante tutte le più mirabolanti ed incredibili
giustificazioni, che la loro vita è senza senso alcuno! Cioè non trova
giustificazioni di se stessa in nessuno dei sensi, né buoni né comuni.
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