giovedì 6 giugno 2013

L’invenzione delle parole

La libertà che guida il popolo, dipinto da Delacroix nel 1830 - Foto Corbis Images
Se si potesse brevettare, senza scadenza, l’invenzione delle parole, la Grecia moderna, grazie a quella antica, sarebbe straricca! Una per tutte: democrazia! In alternativa ad oligocrazia. Ci sono volute diverse centinaia di anni per far capire agli oligarchi, alcuni tali per volontà di un qualche dio, che con la democrazia, loro stessi, si sarebbero sentiti più sicuri e più ricchi. Solo da un paio di secoli, nel mondo, si è sviluppato questo bisogno di democrazia. In sostanza, oggi, il mondo è governato da una oligarchia eletta più o meno democraticamente! Questo perché la democrazia non è una piazza grande e poi grande, ma è solo una strada che l’umanità ha, in parte, imboccato e sulla quale sta facendo i primi tiepidi passi. Per camminare meno barcollante ha bisogno di maggior sicurezza di se. Il che avverrà solo col tempo, che è un grande trasportatore di conoscenza e coscienza. Si diceva: “ma quella piazza era, una volta, gremita da otto milioni di baionette!”. C’era il consenso e l’applauso del demos! Finché quello stesso demos non si è accorto che, su quelle baionette, c’era seduto sopra. Oggi ancora si parla - e giustamente, nei limiti di una presa di coscienza ancora agli albori - di voto popolare. Dicevo, una strada che l’umanità ha imparato da pochi anni a percorrere, senza ancora conoscerne e prendere coscienza del codice che ne regola il traffico! Oppure, quando lo ignora volutamente, si avvale dello stesso applauso a cui prima si accennava. Ma, finché c’è vita … ci sarà democrazia!

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