martedì 25 giugno 2013

Dello sport del calcio

dal sito www.calcio-giocato.com
Mi piacerebbe poter telefonare al famoso, anzi famosissimo, signor Pelè, in Brasile, per dirgli quello che penso da moltissimo tempo! Ed è che a tantissima gente, forse molta di più di quanto lui immagini e di quanto i media ne scrivano del cosiddetto sport chiamato calcio, non gliene importa niente! A me, poi, meno che niente.
So che questa confessione non mi aiuterà a trovare amici. A volte, e magari spesso, meglio soli! Ora scandalizzerò qualcuno! L’attuale gioco del calcio, chiamato anche “sport”, sta per me allo sport come i Beattles stanno a Beethoven! Il calcio è  uno spettacolo, spesso poco edificante, di massa! Lo sport, quello vero, è stato contaminato dal piacere e dallo scommettere sugli esiti della competizione! E’, secondo me, sport, quando uno gareggia per superare se stesso e non per battere gli altri!  Per dare tali spettacoli molti governi trascurano di risolvere i bisogni più elementari dei loro elettori. Ad esempio, costruendo stadi fantascientifici ed organizzando faraoniche rassegne mondiali di tali spettacoli.
I nostri bravi ed antichi romani, che avevano già capito tutto, dicevano “panem et circenses” e non “ circenses et panem” : prima sfamare la gente  e poi offrirle divertimento. Il calcio è, solo secondo me, uno sport quando chi lo pratica lo fa per divertirsi. Quando, invece, lo fa per essere applaudito e  per guadagnare somme  favolose, sia investendoci che recitandoci, è solo spettacolo. Un giovane, assai giovane, poco più che ventenne, nostro concittadino, ottimo attore protagonista di questo spettacolo, viene retribuito con 4 milioni di euro all’anno. Più naturalmente, qualche spicciolo: diecimila euro al giorno!
Ovviamente, onore a lui, ed alla fortuna della sua vita!
Interi quartieri di grandi e rinomate città sono chiamati “favelas”. Quante “favelas” potrebbero essere abbattute ed al loro posto costruiti quartieri umanamente abitabili, con scuole, ospedali e via sognando? Poi dice che la gente s’incazza! La cronaca di questi giorni racconta, con esattamente queste parole “ … ed alla fine c’è scappato il morto”. Come “scappato”? E poi, sembra che non sia uno solo ad aver preso “la fuga”. Forse volevano dire che  esseri umani sono stati uccisi, hanno perso la vita, perché manifestavano per avere un po’ di giustizia?! Un po’ più di “panem” e magari meno “ circenses”. Senza che altri uomini, in divisa di Stato, sparino loro per questo motivo!
Dice, che lo si fa per la difesa dello sport. Come quella di far rischiare la vita a militari, addetti a ben altri compiti, per impedire che alcuni “poveretti” nelle platee di questi spettacoli, chiamati “stadi”, si scazzottino di santa ragione. Io li lascerei darsele! Invece schierano l’esercito in assetto di guerra, intorno a questi teatri.
Einstein aveva ragione nel credere alla infinita stupidità umana! 

Allora, caro signor Pelè, vuol ancora tentare di sedare gli animi, oppure come le hanno consigliato, occuparsi di poesia, standosene zitto! E voi, continuerete a chiamarlo “sport”?

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