Trattasi di una derivante da “vacante”, participio
presente dal verbo latino “vacare”. Lasciare libero, abbandonare un posto.
Recentemente tre miei carissimi amici, nati assai prima di me, se ne sono
andati in vacanza, sempre tra luglio ed agosto, intraprendendo uno di quei
viaggi lunghissimi da cui alcuni ne sostengono il ritorno. Altri ci mettono una
pietra sopra con tanto di requiem. Io, invece, in questa non estate mi ricordo
di loro, con affetto.
Ci sono vacanze e vacanze. Da quella estiva,
agostana, ne è previsto il ritorno alla tal data ed alla tal ora.
Di una partenza e di un ritorno sono certo! La
partenza: mi riempie di gioia sapere che, chi in questo caso parte, lo farebbe,
se potesse, mettendosi le ali ai piedi! Non
solo perché torna nella terra natia, ma perché rivede una o due delle persone
che ha più a cuore. La sua felicità mi si trasmette in altrettanta felicità.
Per troppi giorni soffrirò di nostalgia: dolore ed ansia, algos, per il suo
“nostos”. Ritorno. Anche se in realtà, sia al passato che al presente e tan
poco al futuro, rispetto a ciò che mi piacerebbe avere, non avrò che la sua
straordinaria amicizia ed il suo solare sorriso. Due miracoli!
Per debellare rischi di definitiva partenza, anche
perché al momento non l’avrei in programma, farò brillanti e vivissime vacanze
a casa mia. Finirò di leggere Ovidio, riprenderò in mano l’ultimo libro di
Rovelli e mi occuperò di alcuni amici che stanno per ospitare a cena niente
meno che Pirandello! Naturalmente nel libro che sto divertendomi a scrivere. A
parte il fatto che avrò tutto il tempo a disposizione per ricamare il programma
di presentazione del mio ultimo libro, dal titolo: I colloqui del dottor Mamo.
Anzi, con l’occasione invito gli amici che per caso mi leggono di tenersi
pronti per il 4 ottobre prossimo, alle ore 18, presso lo studio di scultura, la
Galleria Romanelli in Borgo San Frediano a Firenze, ad intervenire per una
merenda e per parlare con il dottor Mamo!!!
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