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Chi sei? Ho ripetuto la domanda.
Sono il senno del poi! Mi ha sussurrato.
Ma dai! Che dici? Il senno del poi! E dove stavi
andando?
Come puoi immaginare, sto andando … dopo!
Dopo? E dov’è questo dopo?
Mi sembri ingenuo! Dopo è un posto che viene un bel po’ dopo del prima.
Bella risposta! E che ci vai a fare?
Come sempre, vado a giustificare l’oggi.
Credo di aver capito, sei quella forma di saggezza
con cui ci giudichiamo con la bonarietà di chi è sicuro che ciò che abbiamo
fatto non è del tutto di nostra responsabilità! E’ questo il tuo compito, il tuo essere, vero?
Potrebbe esserlo. Anzi, è questo quello che mi
attribuite e che mi attribuirete finché dura questo vostro … modus vivendi!
Questa la capisco poco, anzi te ne chiedo una spiegazione!
Ve la aveva data Cesare Zavattini, un piccolo
grandissimo pensatore, quando si chiedeva dove lui fosse quando gli accadevano
le cose che gli stavano accadendo!
Già, la ricordo! A proposito: io dove sono quando
faccio quello che faccio?
In quel inutile cavolo di un presente infarcito
del giudizio che dai sul tuo passato, grazie anche al uso che fai di me e gettato nella prospettiva dell’immagine che
ti stai facendo sul tuo futuro!
Cosi detta si tratta di un attimo! Un presente che
non dura niente!
Vedi, se non stai ancora sognando, ci sei arrivato
da solo! Il tempo che vivi non è fatto di presente, futuro e passato. A questo
tempo devi dare un altro nome, se lo vuoi vivere senza dover ricorrere a me!
Fantastico! E che nome potrei dargli?
(
una voce fuori campo)
Ehi! Dormiglione! Che fai oggi! Non ti vuoi
svegliare, lo sai che sono le otto?!
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