A parte
queste leggere considerazioni, mentre leggevo, rapito, questa ricostruzione
della vita del Galilei, mi domandavo cosa, prima, avessi saputo realmente di
questo incredibile personaggio. E non solo di lui, ma anche dei formidabili “comprimari”
della sua vita. Uno per tutti, Paolo Sarpi. (Venezia 1552-1623) che nel periodo
padovano frequentò Giordano Bruno e più
a lungo, lo stesso Galileo, fino ad essere
arrestato dal Sant’Uffizio, nel 1592, per aver sostenuto la inefficacia
dello Spirito Santo. Accenno a questo personaggio perché Heilbron cita la
meravigliosa risposta che il Sarpi dette al cardinale Bellarmino – uno
straordinario stinco di santo - quando questi gli suggerì di continuare pure a
guardare nel suo cannocchiale purché al di là della lente vedesse il Padre
Eterno. Sarpi rispose al Bellarmino che tutt’al più vi avrebbe visto un piatto
di tagliatelle!! La narrazione dell’Heilbron si muove su un piano strettamente
scientifico ma, e con grande efficacia, traccia un diario minuzioso della vita
e delle opere del Galilei, strenuo difensore della libertà e dell’indipendenza
della ricerca. Da questa narrazione prende vita il ritratto di questo straordinario umanista quale fu il pisano
Galileo.
Proprio nel 1610, con appena sessanta pagine
raccolte in un volumetto dal titolo “Sidereus
Nuncius”, Galileo rivelò le scoperte incredibili fatte con il suo
cannocchiale, aprendo così la strada all'indagine scientifica e confermando,
inequivocabilmente, la teoria copernicana. Un passo decisivo per l’umanità
compiuto da un uomo che, per vivere la sua vita e quella dei suoi cari,
affittava camere della sua casa agli studenti padovani, costruiva oggetti di
misura, insegnava e firmava le sue diagnosi astrologiche ai cosiddetti potenti,
definendosi “Devotissimo et Humilissimo servo et vassallo”. Come si apprende,
pochi gli aprirono le porte delle case del potere e se qualche casa regnante lo
fece, fu solo per misurarsi con altri potentati, e potenti ecclesiastici tra i
quali si distinguevano persone come il Bellarmino. Quest’ultimo aveva
attivamente preso parte al tribunale che condannò al rogo Giordano Bruno. La
sua nomina alla santità o alla beatificazione fu decisa dal Vaticano, quasi 400
anni dopo, all'incirca negli anni del ‘930, per ritorsione contro l’allora governo italiano che aveva rifiutato l’ingiunzione di rimuovere dalla piazza di
Campo de’ Fiori in Roma la statua di Giordano Bruno! (Bertrand Levergeois,
“Giordano Bruno” Fazi Editore, 2013)
Pensiamo, leggendo
le pagine di questo avvincente saggio, contro quali forze del male e dell’ignoranza fu costretto a
lottare questo gigante dell’umanità, in mezzo alle normali tribolazioni della
vita famigliare, gotta compresa!
Ritengo intelligente invitare alla lettura di questo
determinante libro di John L. Heilbron,
dal titolo “Galileo. Scienziato e umanista” editato da Einaudi.
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