martedì 10 dicembre 2013

Le prime 60 pagine!

Le prime 6o pagine del libro, che sto rileggendo per l’ennesima volta, sono a dir poco piene di esilaranti sorprese! Se qualcuno pensasse che io stia scrivendo di uno dei tanti autori sull’onda della pubblicità si sbaglierebbe di grosso. Nel pensare a queste prime sessanta pagine vedo, nella mia libreria preferita in centro a Firenze, le pile dei libri dei vari Brown, Follet, Rowling e via elencando … e vengo assalito, nel confronto, da una profonda tristezza! Se poi penso che anch’io ho la pretesa di “fare” lo scrittore, la tristezza si trasforma in lacrima!
Quanti tra i compratori di  libri, e tra di loro i lettori di ciò che comprano, hanno mai letto o riletto di recente il Don Chisciotte di Cervantes?! Non c’è che dire, ma più che lo rileggo e più  penso che si tratti di uno dei libri più belli e più profondi di tutta la creazione letteraria mondiale! So che da qualcuno potrei essere considerato colpevole di blasfemia, ma se lo potessi fare o, meglio, lo avessi potuto fare, mi piacerebbe che nelle disastrate scuole italiane invece del mio antipaticissimo Manzoni, si potesse leggere o studiare il Don Chisciotte!
Un aspetto curioso delle prime sessanta pagine è quello in cui si narra del “processo” a cui la governante e la nipote del povero Hidalgo, con l’aiuto del Curato e del Barbiere, sottopongono la straordinaria raccolta dei libri del nostro eroe, incriminati per aver stravolto la mente del loro impazzito parente e padrone. Il Barbiere porge al Curato i vari testi, lui li squadra attentamente, alcuni li salva, altri li censura, e molti li porge alla governante che li vola dalla finestra per poi dar loro fuoco. Già l’idea di vedere censurare e poi bruciare un libro … e poi un libro, ovviamente, stampato nel ‘500!!
Se ne ricava, dall'elenco dei vari titoli, uno spaccato interessantissimo della letteratura cinquecentesca, non solo spagnola, sia narrativa che poetica; in particolare quella forma, allora moderna, in cui si raccontavano le epiche gesta di cavalieri e di nobili dame. Narrativa che aveva stravolto la visione della vita del nostro eroe, in cui si racconta, sotto metafora e con straordinaria fantasia, la trasformazione di quel mondo cinquecentesco, che, avvicinandosi rapidamente al suo declino,  si liberava dalle pastoie di una tradizione piena di forme e scarsissima di sostanza. Tra i libri della biblioteca del Don Chisciotte ce n’è uno dal titolo La Galatea, posizionato sullo scaffale accanto a Il canzoniere di Lopez Maldonado, di Luis Galvez di Montalvo ( Madrid, 1582) che il Curato dice essere l’autore grande amico suo. Così grande amico suo è l’autore di La Galatea, di cui parla in questi termini: “ Sono molti anni che questo autore è grande amico mio, e so che è più versato in sventure che in poesia. Il suo libro ha qualcosa di buona invenzione; annunzia alcune cose ma non conclude niente: bisogna aspettare la seconda parte che promette; forse correggendosi otterrà la indulgenza che ora gli si nega e, mentre ciò si accerti, tenetelo chiuso in casa vostra.”
Il libro non è destinato a volare dalla finestra e ad essere bruciato! Il libro dal titolo “La Galatea” fu editato nel 1585 in Alcalà, l’autore, Miguel De Cervantes !!!!

Straordinario, fantastico romanzo che anticipa, ancora oggi il futuro che verrà ed al momento, diverte, informa e ci sorride con straordinaria intelligenza!

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