Le prime 6o pagine del libro, che sto rileggendo
per l’ennesima volta, sono a dir poco piene di esilaranti sorprese! Se qualcuno
pensasse che io stia scrivendo di uno dei tanti autori sull’onda della
pubblicità si sbaglierebbe di grosso. Nel pensare a queste prime sessanta
pagine vedo, nella mia libreria preferita in centro a Firenze, le pile dei
libri dei vari Brown, Follet, Rowling e via elencando … e vengo assalito, nel
confronto, da una profonda tristezza! Se poi penso che anch’io ho la pretesa di
“fare” lo scrittore, la tristezza si trasforma in lacrima!
Quanti tra i compratori di libri, e tra di loro i lettori di ciò che
comprano, hanno mai letto o riletto di recente il Don Chisciotte di Cervantes?!
Non c’è che dire, ma più che lo rileggo e più penso che si tratti di uno dei libri più belli
e più profondi di tutta la creazione letteraria mondiale! So che da qualcuno
potrei essere considerato colpevole di blasfemia, ma se lo potessi fare o,
meglio, lo avessi potuto fare, mi piacerebbe che nelle disastrate scuole
italiane invece del mio antipaticissimo Manzoni, si potesse leggere o studiare
il Don Chisciotte!
Un aspetto curioso delle prime sessanta pagine è
quello in cui si narra del “processo” a cui la governante e la nipote del
povero Hidalgo, con l’aiuto del Curato e del Barbiere, sottopongono la straordinaria
raccolta dei libri del nostro eroe, incriminati per aver stravolto la mente del
loro impazzito parente e padrone. Il Barbiere porge al Curato i vari testi, lui
li squadra attentamente, alcuni li salva, altri li censura, e molti li porge
alla governante che li vola dalla finestra per poi dar loro fuoco. Già l’idea
di vedere censurare e poi bruciare un libro … e poi un libro, ovviamente,
stampato nel ‘500!!
Se ne ricava, dall'elenco dei vari titoli, uno
spaccato interessantissimo della letteratura cinquecentesca, non solo spagnola,
sia narrativa che poetica; in particolare quella forma, allora moderna, in cui
si raccontavano le epiche gesta di cavalieri e di nobili dame. Narrativa che
aveva stravolto la visione della vita del nostro eroe, in cui si racconta,
sotto metafora e con straordinaria fantasia, la trasformazione di quel mondo
cinquecentesco, che, avvicinandosi rapidamente al suo declino, si liberava dalle pastoie di una tradizione
piena di forme e scarsissima di sostanza. Tra i libri della biblioteca del Don
Chisciotte ce n’è uno dal titolo La Galatea, posizionato sullo scaffale
accanto a Il canzoniere di Lopez Maldonado, di Luis Galvez di Montalvo (
Madrid, 1582) che il Curato dice essere l’autore grande amico suo. Così grande
amico suo è l’autore di La Galatea, di cui parla in questi termini: “
Sono molti anni che questo autore è grande amico mio, e so che è più versato in
sventure che in poesia. Il suo libro ha qualcosa di buona invenzione; annunzia
alcune cose ma non conclude niente: bisogna aspettare la seconda parte che
promette; forse correggendosi otterrà la indulgenza che ora gli si nega e,
mentre ciò si accerti, tenetelo chiuso in casa vostra.”
Il libro non è destinato a volare dalla finestra e
ad essere bruciato! Il libro dal titolo “La Galatea” fu editato nel 1585 in
Alcalà, l’autore, Miguel De Cervantes !!!!
Straordinario, fantastico romanzo che anticipa,
ancora oggi il futuro che verrà ed al momento, diverte, informa e ci sorride
con straordinaria intelligenza!
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