Intanto, mi scusi! Sempre che lei mi ascolti, mi
verrebbe più facile, nello scriverle, darle del “tu”! Posso?
Grazie! Procedo con il “tu” anche se, come al
solito, osservo che non sento una tua risposta. Qui tutti, e dovunque, ti danno
del “tu”. A me dispiace questa eccessiva confidenza con una persona di cui
suppongo la non esistenza! Almeno, che
possa esistere in quel disegno classico con cui, nonostante le tante variazioni
di colori e di abiti, da che mondo è mondo, tutti gli uomini ti descrivono e
dipingono.
Potresti, se tu ci fossi e se tu fossi un po’ più
attento, chiedermi il perché ti scrivo, visto che non credo nella tua esistenza.
Domanda vanitosa che giudicherei intelligente ed appropriata!
Ed eccoti comunque la mia risposta. Ti scrivo
perché mi sono rotto l’anima, sempre che anche quest’ultima dia notizie della
sua esistenza! ( ma ne parliamo un’altra volta). Ritengo giusto che tu sappia,
almeno da me che sono tra quelli che non credono in te ma che ti rispetterebbero
se tu esistessi … che tu sappia, dicevo, che io, cittadino di questo mondo, che
chiamiamo Terra, non ne posso più! Ed ecco di che …
Dei confini, dei confini tra territorio e
territorio, che limitano la libertà solo agli uomini.
Della divisione tra i popoli, sia in base alla
lingua, al colore della pelle, al luogo di nascita, alle svariate fedi che
dicono di avere in te.
Di chi si arricchisce salendo, scalino dietro
scalino, sulla testa dei propri simili.
Di quegli uomini che ammirano coloro che salgono sulla loro testa, impoverendoli, ingabbiandoli
in fedi incredibili, con ideali impossibili, scalino dietro scalino.
Di quegli uomini che, nascosti dietro la tua antica
barba, ne combinano di tutti i colori, inducendo i più deboli a credere in
tutto, a far commettere loro i delitti più nefandi, perché confidano nel tuo
perdono e misericordia.
Dei vecchi e dei giovani, di questo barbaro computo
del tempo che discrimina e divide in fette questa meravigliosa torta della
natura, impedendo i giovani ai vecchi e viceversa.
Degli uomini che sono cacciatori e delle donne che
sono selvaggina; della divisione in forti e deboli; della divisione in maschi e
femmine: diritti, doveri, sessualità, ecc. ecc; di chi è dichiarato santo e di chi ci crede,
sperando di diventarlo; infine in chi tortura e stupra questa Terra!
Di coloro che sostengono, guardandosi in uno
specchio, che tu ci hai creati a tua immagine e somiglianza! Sperando, per te,
che non sia vero!
Ora, se tu fossi chi dicono tu sia, mi dici cosa
fai? Ti stai divertendo snocciolando questa tragica commedia umana, standotene
seduto comodamente in poltrona, magari sgranocchiando del pop-corn, senza che
ti venga voglia di cambiar canale!?
Oppure, non esistendo come io sostengo, o magari
non essendoci come ti descrivono, lo scriverti e rivolgersi a te per una
soluzione, è inutile?
Se fossimo noi a cambiare l’immagine che abbiamo di
te, forse, potremmo cambiare anche la visione e la conduzione della nostra
vita. Così non ci arroghiamo la sciocca idea di
somigliarti!
Credo che noi si sia un concentrato casuale di
elementi presenti ovunque in questo universo;
degli altri universi, forse, ma non è dato supporre! Sarebbe molto
poetico dare, senza paraventi di nessuno tipo, dare, dicevo, a questo universo
il tuo nome e considerare te e noi solamente come parte di esso. Al di là di qualsiasi
bene e di qualsiasi male. Comunque sia, per educazione, ti saluto!
Nessun commento:
Posta un commento